2022-12-23
Terzo sesso in Scozia, Germania e Spagna: ora si cambia genere in autocertificazione
I talebani di sinistra dell’ideologia gender plaudono la «legge trans». Vale fin dall’adolescenza. La Svizzera non ne vuol sapere.Una volta le cose erano più semplici. Perlomeno quando la biologia era ancora una scienza, e non un’opinione: si definisce «uomo» chi è dotato di apparato riproduttivo maschile, e «donna» chi dispone di un apparato riproduttivo femminile. Poi però, come ben sappiamo, ci si sono messi di mezzo i «diritti». O meglio, i talebani dell’ideologia gender. E così si è arrivati addirittura alla svolta linguistica. Di recente il Cambridge Dictionary - grossomodo l’equivalente anglofono della nostra Treccani - ha aggiunto questa accezione alla voce «man», cioè uomo: «un adulto che vive e si identifica come maschio, sebbene gli sia stato assegnato un altro sesso alla nascita». Stessa cantilena alla voce «woman», cioè donna.Naturalmente, le truppe arcobaleno non si sono limitate a questa graziosa operazione di cosmesi linguistica. I loro terminali politici, infatti, si sono messi addirittura a legiferare. Lo scorso luglio, sulle colonne della Verità, vi avevamo parlato della nuova «legge sull’autodeterminazione» che, in Germania, entrerà in vigore proprio nel nuovo anno. A dispetto del nome ufficiale della norma, volutamente ambiguo, tutti la chiamano più semplicemente «legge trans». In sostanza, a partire dal quattordicesimo anno di età, ogni cittadino tedesco potrà recarsi all’anagrafe e cambiare sia il proprio sesso che il proprio nome di battesimo. Rispetto alla norma precedente, inoltre, non sarà più necessario esibire alcun documento, come un attestato medico o una perizia psichiatrica. Questa primizia in salsa teutonica è piaciuta tantissimo alla sinistra spagnola, attualmente al governo. Che proprio in questi giorni ha portato la legge per l’«autodeterminazione del genere» al Congresso dei deputati (l’equivalente iberico della nostra Camera). Il disegno di legge prevede che qualsiasi spagnolo di almeno 16 anni potrà, su semplice richiesta, modificare l’indicazione del proprio sesso nel registro dello stato civile. Tre mesi dopo la richiesta ufficiale, gli basterà soltanto confermare la sua scelta. Proprio come in Germania, non sarà quindi necessario andare in tribunale, né fornire prove mediche. Soprattutto, non ci sarà più bisogno di ricevere cure ormonali, che fino ad ora dovevano durare almeno due anni.L’unica differenza tra la norma spagnola e quella tedesca pare riguardare il limite di età (16 in Spagna, 14 in Germania). Si tratta di un’illusione ottica. Secondo il disegno di legge iberico, infatti, sarà possibile cambiare il proprio sesso sul passaporto anche a partire dai 14 anni, previa autorizzazione - bontà loro - di un rappresentante legale (cioè i genitori). Per i ragazzi di 12 e 13 anni, invece, sarà richiesto il beneplacito dell’autorità giudiziaria.Per chi se lo stesse chiedendo, questa nuova «legge trans» è tutta farina del sacco di Podemos, il partito populista spagnolo di chiara ispirazione comunista, cioè la tradizione politica da cui proviene la maggior parte dei suoi dirigenti. La madrina del ddl è in particolare Irene Montero, attuale ministro dell’Uguaglianza (e poi se la sono presa con la Meloni per la «sovranità alimentare»…), nonché moglie del fondatore di Podemos, Pablo Iglesias. «Riconosciamo così il diritto alla libera determinazione dell’identità di genere», ha annunciato la Montero, «e ci impegniamo per la «depatologizzazione», vale a dire che le persone trans non saranno più considerate malate nel nostro Paese». Alla «legge trans» in salsa iberica si è adeguato anche il parlamento scozzese, diventando così il primo territorio del Regno Unito ad approvare un sistema di autoidentificazione per le persone che vogliono cambiare il proprio genere legale. La Scozia ha sostenuto le controverse proposte con 86 voti contro 39 nella votazione finale. Ma il governo del Regno Unito ha espresso tutte le sue «preoccupazioni» sulla legislazione gender e ora potrebbe cercare di impedire che diventi legge bloccando il Royal assent. Ma se Spagna, Scozia e Germania hanno deciso di diventare il luna park degli unicorni, la Svizzera invece erige un baluardo. La Confederazione elvetica, infatti, ha per ora messo una pietra tombale sull’introduzione del cosiddetto terzo sesso nel suo ordinamento giuridico. «Il binarismo dei sessi è un modello tuttora ben radicato nella società svizzera», ha affermato il Consiglio federale nel rapporto della seduta di mercoledì scorso. Attualmente, prosegue la nota, «non sussistono le premesse sociali per introdurre un terzo sesso o per rinunciare del tutto all’iscrizione del sesso nel registro dello stato civile. Una modifica del binarismo dei sessi renderebbe inoltre necessari numerosi adeguamenti della Costituzione come pure delle leggi federali e cantonali».Per quanto riguarda gli ostacoli di natura giuridica che si ergono contro un’eventuale legge trans, il comunicato spiega che «andrebbe adeguata anche la Costituzione federale, poiché in particolare nell’ambito dell’obbligo di prestare servizio militare o un servizio sostitutivo non è prevista una normativa per persone il cui sesso non è iscritto nel registro dello stato civile o che sono iscritte in una categoria diversa da “maschile” o “femminile”». Insomma, i nostri amici elvetici potranno continuare a considerare Heidi una «donna biologica», anche se questo potrebbe andare di traverso a quelle drag queen che si autoidentificano come lavandini.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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