Finché parla di migranti Jorge Bergoglio viene celebrato dai media progressisti. Se si azzarda a difendere la libertà dei cristiani diventa un sovrano dimezzato, ostaggio della Curia. Michela Murgia ipotizza addirittura «trame nere».
Mr Bce lascia la palla all'Aula: «È il momento del Parlamento, non del governo». Il messaggio alla sinistra, però, è chiaro: o si va incontro alle richieste della Chiesa, o la legge rischia di essere bocciata dalla Consulta.
I dem dovranno accettare modifiche, anche se i partiti giallorossi insistono per portare al voto il testo. Roberto Fico incalza il M5s, Giorgia Meloni si mette di traverso: «Sospendiamo l'iter».
Sinistra e grillini strillano per la nota del Vaticano (che si appella al diritto) nelle stesse ore in cui benedicono le pressioni dell'Ue contro la legge ungherese sul gender. E dopo aver acclamato il «ce lo chiede l'Europa», piangono la lesa sovranità delle Camere.
Invece di parlare di inquinamento e climate change, finalmente Jorge Bergoglio ha schierato lo Stato pontificio contro la legge bavaglio che dice di combattere l'omofobia. Ma che rende dogma l'ideologia gender e punisce i non allineati. Speriamo solo che non sia tardi.