2019-01-04
Suore violentate da preti in India: denunce finite nel nulla in Vaticano
Dopo decenni, in tante parti del mondo le religiose stanno rompendo un tabù. Molestie difficili da confessare. Spiega una sorella stuprata dal vescovo: «Ci dicono di resistere. Oppure ci accusano di agire contro la Chiesa».Sacerdoti e vescovi cattolici che non le considerano sorelle ma prostitute, da usare per dare sfogo alla loro sessualità. Dopo bambini e adolescenti molestati, violati in ogni parte del mondo, sono le suore che accusano i preti di ripetuti abusi dei quali il Vaticano sarebbe a conoscenza, come sostiene l'Associated Press (Ap) che per prima ne ha scritto la scorsa estate e da mesi prosegue nella sua inchiesta. L'agenzia di stampa americana riportava che «dopo decenni di silenzio» le religiose hanno rotto un tabù, rivelando molestie, stupri sofferti in Europa, Africa, Sud America, Asia. La vicenda della suora dei Missionari di Gesù violentata tredici volte in quasi tre anni dal vescovo Franco Mulakkal, a capo della diocesi di Jalandhar nello Stato indiano del Punjab, continua a fornire particolari vergognosi sul clima di omertà che avvolge simili misfatti del clero. Sempre lo scorso luglio, una mezza dozzina di suore in una piccola congregazione religiosa in Cile denunciarono abusi da parte di preti. Adesso, nuovi casi in India.Denunce che nulla hanno a che vedere con la spettacolarità delle accuse del Me too. La testimonianza di una religiosa è un grido di dolore che solo lascia intravedere la tremenda sofferenza di dover ammettere una violazione da parte di sacerdoti, considerati «rappresentanti viventi di Cristo, a loro si deve obbedienza», ricorda Ap in una delle sue ultime inchieste in India. Suore che hanno subìto abusi durante una vita di preghiere offerte per il bene della Chiesa e del mondo, e che sono costrette al silenzio per la vergogna o perché i vertici ecclesiastici non danno loro ascolto. Un funzionario del Vaticano ha confidato ad Associated Press che «spetta ai dirigenti delle chiese locali sanzionare i sacerdoti che abusano sessualmente delle sorelle, ma che spesso tali crimini rimangono impuniti sia nei tribunali civili sia in quelli canonici». Il problema, enorme, è essere creduti. La religiosa di 44 anni che dopo aver sopportato le violenze del vescovo Mulakkal si era rivolta alla polizia il 29 giugno del 2018, portando con sé una documentazione di 72 pagine, ha raccontato lo scorso dicembre al sito Scroll.in di aver chiesto invano aiuto al suo confessore e alle autorità ecclesiastiche locali. «Resisti», le avrebbero risposto. Nel suo convento St. Francis mission home a Kuravilangad, nello Stato meridionale del Kerala, cuore del cristianesimo in India, il vescovo si recava più volte. La suora sarebbe stata violentata dall'alto prelato la prima volta il 5 maggio 2014, l'ultima il 23 settembre 2016. Le date compaiono nei registri dei visitatori del convento. Mulakkal aveva negato con rabbia, dicendo ai giornalisti che le accuse erano «infondate e inventate. Incarcerato per tre settimane lo scorso settembre, venne rilasciato dopo tre settimane dietro cauzione. Il sito cattolico Crux ha scritto che i Missionari di Gesù, l'ordine cui appartiene la suora, hanno fortemente sostenuto il vescovo definendolo «un'anima innocente e le accuse contro di lui infondate». Sempre secondo Crux, lo scorso 23 novembre il capo dei Missionari di Gesù avrebbe contattato la polizia del Kerala suggerendo che le suore (l'accusatrice e cinque sorelle che la stanno sostenendo) venissero trasferite dal convento in una struttura governativa. Suor Josephine Villoonnickal, una delle religiose che stanno dando conforto alla vittima di Mulakkal, ha dichiarato due giorni fa all'agenzia di stampa americana: «Alcune persone ci accusano di lavorare contro la Chiesa, dicono: “Tu adori Satana", ma noi dobbiamo difendere la verità» Decine di altre suore in India sentite dall'Associated Press hanno raccontato in questi giorni abusi, alcuni iniziati quarant'anni fa. Sacerdoti ubriachi che le toccavano, baciavano, molestie che non sempre sfociavano in violenza sessuale ma segnavano la vita delle religiose. «Una suora che ammette un'esperienza sessuale, anche se forzata, deve affrontare il rischio dell'isolamento all'interno del suo ordine e forse persino l'espulsione», si legge sull'agenzia. Una denuncia contro un prete può avere conseguenze pesantissime e difficili da gestire, le suore temono per la loro reputazione e per quella dell'ordine cui appartengono. Ci sono circa 18 milioni di cattolici in India, ma sono una minoranza rispetto a induisti e islamisti. «Grazie ad una massiccia rete di istituzioni educative, ospedali, centri di assistenza, la Chiesa si è guadagnata una credibilità e un rispetto che gli eventi negativi degli ultimi mesi stanno compromettendo», dichiarava pochi giorni fa Ignatius Gonsalves, direttore di Shekinah news channel, canale televisivo dell'arcidiocesi indiana di Trichur, commentando il caso Mulakkal con Vatican Insider. Aggiungeva: «Alle prime denunce, si dovevano prendere provvedimenti immediati. Si è perso tempo prezioso». Adesso, purtroppo, «i gruppi estremisti indù stanno godendo in segreto. Potranno sfruttare il caso per delegittimare la Chiesa al momento opportuno».Le religiose non trovano il coraggio di denunciare anche perché il loro gesto può avere pesanti conseguenze per i conventi, dal momento che molte congregazioni di suore dipendono finanziariamente da sacerdoti e vescovi. «Le donne consacrate devono essere incoraggiate a parlare quando vengono molestate», ha detto all'Ap il funzionario del Vaticano che ha chiesto di restare anonimo. Vittime riluttanti a confessare le molestie subìte per non finire emarginate, vertici della Chiesa «riluttanti a riconoscere che alcuni sacerdoti e vescovi semplicemente ignorano i loro voti di celibato, sapendo che i loro segreti saranno mantenuti», sostiene l'agenzia di stampa americana. Nel 1994, l'oggi defunta suor Maura O'Donohue scrisse che in Africa ma anche in altri continenti «le suore erano considerate partner sessuali “sicuri" per i preti che temevano di venire infettati dall'Hiv se andavano a prostitute o con altre donne». Se le religiose restavano incinte, «a volte i preti le costringevano ad abortire», scrive l'Ap.L'abuso delle religiose sarebbe documentato in molti rapporti inviati alla Santa Sede, ma non si sa quale fine abbiano fatto.