2021-04-26
Con 15 Regioni che rivedono il giallo riparte il processo a chi passeggia
Appena gli italiani riacquistano sprazzi di libertà, inizia la sceneggiata del terrore in tv: telecamere puntate sui Navigli o sul centro di Roma e sdegno per chi prova a respirare.Tg1: «Oddio, gli italiani respirano». Tg3: «Oddio, gli italiani si muovono». Tg Speciale: «Oddio, gli italiani sono usciti di casa». Si scherza, naturalmente: quelli che avete appena letto sono una nostra piccola burla, sono solo titoli di fantasia di tg totalmente immaginari. A pensarci bene, però, quelli che invece leggerete e ascolterete davvero, non necessariamente su quelle testate, saranno, da oggi, titoli ancora più surreali e terrorizzanti, spaventosi e spaventati.Diciamocelo prima, così ci portiamo avanti con il lavoro: tutto quel mondo politico e culturale, con contorno di virologi del panico, che non voleva nemmeno la (piccolissima, minuscola, rateizzatissima, risibile) libertà che scatta da oggi, con 15 Regioni che tornano in giallo, ha un'arma in mano che tenterà di usare in tutti i modi: mostrare che la libertà è pericolosa, è tossica, è contagiosa, è virale. Fa male: e ve lo garantiscono loro, che si candidano a gestire ancora le vostre vite.Dunque, la sceneggiatura del terrore televisivo è già pronta. Una telecamera puntata sui Navigli all'ora dell'aperitivo. Un'altra ben posizionata a Roma, in una via del centro. In studio, un conduttore (o conduttrice) con il sopracciglio inarcato, l'occhio vitreo, e il labbro vibrante d'indignazione. In collegamento, l'inviato dal tono ansioso e ansiogeno. I dialoghi saranno dettati dal più rigoroso pandemicamente corretto: «Allora, sono assembrati?», «Purtroppo sì, sono ammassati»…A quel punto, ci sarà - inevitabile e fatale - l'apparizione del virologo in versione Statua del Commendatore, che intonerà il meglio del repertorio («Pentiti, scellerato! Pentiti, cangia vita!», come nella celebre scena del Don Giovanni di Mozart). Chiusura affidata al fervorino finale del sottosegretario o della sottosegretaria chiusurista (o mini aperturista: spesso i ruoli sono ormai intercambiabili), che col ditino alzato dirà lagnosamente agli italiani: «La libertà dobbiamo meritarcela, siate responsabili, non è mica un liberi tutti». Amici lettori, qui l'abbiamo messa in caricatura per strapparci reciprocamente un sorriso, ma è inutile negarlo: più o meno andrà così. Molti di quelli che gestiscono lo Stato e i media non amano la libertà, anzi ne diffidano, e non hanno stima dei cittadini, ma li vedono come un fastidioso elemento di disturbo. Ogni scelta pubblica sembra concepita nella logica di ridurre il «danno» e il «rischio» della libertà, di circoscrivere il margine di autonomia dei singoli.Poi, siccome i nostri decisori, oltre che illiberali, sono anche casinisti, a un certo punto si accorgono che le loro stesse regole sono inapplicabili, e dunque affastellano precisazioni, raccomandazioni, correzioni e correttivi. Ve ne siete accorti? È stata riscritta la gerarchia delle fonti del diritto. Agli studenti si dice: Costituzione, poi leggi, poi regolamenti, e così via. Ma ora sono arrivate curiose new entries: circolari ministeriali a raffica, Faq sul sito del governo, fino alle interviste interpretative di questo o quel ministro per dire che possiamo rimanere seduti al ristorante fino alle 22 precise. Quindi che si fa, quando alle 22.20 ci ferma il vigile: sventoliamo la copia del giornale con l'intervista del ministro? E lui ci sventola contro la circolare ministeriale che afferma il contrario? Roba da manuale di sopravvivenza. Sono le pazzotiche conseguenze dell'aver accettato (qui sì, colpa nostra) di negoziare sulla libertà. Fatto quel primo cedimento, tutto il resto era purtroppo prevedibile.
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 15 ottobre 2025. Ospite Daniele Ruvinetti. L'argomento di oggi è: "Tutti i dettagli inediti dell'accordo di pace a Gaza".
Pier Luigi Lopalco (Imagoeconomica)