2018-06-27
Promosso Galantino: ora avrà in mano le chiavi del forziere della Santa sede
L'ex segretario dei vescovi italiani diventa presidente dell'Apsa. Mezza Cei esulta: il protagonismo sui migranti non era gradito.Fino a ieri è stato il Segretario generale dei vescovi italiani, monsignor Nunzio Galantino, ma ora si ritrova con un incarico vaticano di assoluto prestigio, quello di presidente dell'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, la «banca centrale» vaticana. Detto in altri termini, Galantino avrà le chiavi di uno dei tre forzieri della Santa sede, gli altri due sono lo Ior e la segreteria di Stato.L'ex vescovo di Cassano allo Jonio, chiamato direttamente da papa Francesco nel 2014 a prendere le redini della Cei da numero due, sostituisce infatti il cardinale Domenico Calcagno, dimissionario per motivi d'età.Proprio l'Apsa è stata al centro della tanto decantata riforma delle finanze vaticane, in senso non positivo: è infatti accusata di aver contribuito a rallentare molto il cammino di rinnovamento, fino quasi - a detta di molti - ad affossarlo. Il cardinal George Pell, super segretario dell'economia, oggi in Australia a difendersi da accuse relative a coperture di abusi, dopo aver accentrato a sé la gestione del patrimonio immobiliare si vide costretto a restituirla proprio all'Apsa, dopo un lungo braccio di ferro che aveva coinvolto anche la segreteria di Stato. Le resistenze sono state molte rispetto al piano di Pell, nonostante la gestione del patrimonio immobiliare sollevi più di una perplessità anche nel Papa.Ora all'Apsa arriva monsignor Galantino. Si tratta una poltrona che potrebbe dar luogo anche alla futura assegnazione di una berretta cardinalizia per il vescovo. Secondo diverse fonti, l'ormai ex segretario dei vescovi italiani non pare presentare doti o competenze specifiche per il nuovo compito: il suo sembra piuttosto un ruolo di rappresentanza; nell'ottica del processo di riforma delle finanze vaticane, la sua nomina va probabilmente interpretata nella logica della conservazione, ma attraverso un uomo di assoluta fiducia del Papa. La riforma incentrata sul ruolo della segreteria per l'economia, che aveva segnato i primi anni di pontificato di Bergoglio in maniera molto roboante, sembra essere definitivamente archiviata, senza essere mai effettivamente decollata.Dal lato dei vescovi italiani, il presidente, cardinale Gualtiero Bassetti, in una nota diffusa ieri, fa ovviamente gli auguri a Galantino e lo ringrazia per il lavoro svolto. «La nomina di monsignor Nunzio Galantino a presidente dell'Amministrazione del patrimonio della Santa Sede», ha dichiarato, «è un grande atto di stima e di fiducia da parte del Santo Padre. Al nostro Segretario generale Papa Francesco affida una responsabilità enorme, in un settore estremamente delicato qual è la gestione del patrimonio economico della Sede Apostolica». Al di là delle frasi di rito, c'è chi sostiene che per Bassetti la perdita di Galantino non sia poi così tragica, anzi. E lo stesso si può forse dire per almeno la metà dei vescovi italiani, che non hanno mai gradito l'iperattivismo dell'ex segretario generale: le sue posizioni sul tema migranti e, ad esempio, sulla legge per le unioni civili del governo Renzi, gestite con un personalismo diretto e molto «politico», per molti confratelli erano tutt'altro che prudenti. Si dovrebbe quindi assistere a un qualche riassestamento all'interno dell'assemblea dei vescovi italiani, anche sul versante media, visto che il controllo di monsignor Galantino, 70 anni da compiere in agosto, sul quotidiano Avvenire e su Tv2000 per un certo periodo è stato praticamente totalizzante.Di certo l'attuale assetto di governo non è considerabile particolare affine alla sensibilità di Galantino, spesso critico con la Lega non solo per la questione immigrazione. Poco prima del voto, infatti, il neo presidente dell'Apsa aveva indirettamente ma chiaramente rivolto al leader leghista l'epiteto di «sciacallo» sui migranti «per quattro voti in più», attaccando dopo il contestato giuramento sul Vangelo da parte del segretario del Carroccio. «Se qualcuno preferisce impegnarsi sul Corano o su altro», fu la replica del leghista, «io vado orgoglioso di una tradizione che qualcuno ha negato in Europa».Al monsignore neo presidente Apsa, prossimo alla scadenza del suo mandato quinquennale da segretario, erano state già proposte alcune diocesi, si era parlato di Lecce e perfino di Napoli, e qualcuno dice anche la guida della sezione dedicata ai migranti nel nuovo Dicastero per lo Sviluppo umano integrale. Ma don Nunzio finora pare avesse gentilmente declinato, ora non poteva far altro che accettare facendo così tutti contenti. Ora si apre anche la partita per la sua sostituzione, in un ruolo il cui peso anche pubblico dipende molto dalla personalità e dal piglio dell'interprete. Le modalità scelte da Galantino, infatti, hanno fatto conoscere all'incarico di segretario della Cei una stagione di particolare notorietà, tanto da dare l'impressione di oscurare il presidente. Dinamica questa particolarmente in atto con il predecessore di Bassetti, il cardinale Angelo Bagnasco.
Jose Mourinho (Getty Images)