2025-11-09
Con la vittoria dell’icona Mamdani la sinistra rimarrà una minoranza
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva. Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.Per molti osservatori rispondere a Trump con una radicalizzazione ancora più forte ma lontana dalla «cultura americana di base» in maniera così stridente rappresenta un rischio se non un palese errore, ma il dato ancora più interessante consiste nel comprendere le dinamiche che hanno portato alcune aree, in particolare i centri delle grandi metropoli, ad essere ormai irreversibilmente di sinistra. Sommando la Sinistra «democratica» e quella «socialista» a New York otteniamo un impressionante 92% ed il fatto che abbiano votato solo due milioni di elettori sui cinque milioni di aventi diritto non toglie nulla né alla legittimità, né alla valenza, né al significato di questo risultato. E non si tratta di un caso isolato, negli Usa sono sei le metropoli che esprimono un sindaco di estrema sinistra oltre a New York: Portland, Seattle, San Francisco, Los Angeles, Minneapolis e Chicago. Le analisi per spiegare il fatto che in alcune metropoli si mostri una tendenza politica in frontale contrasto con il resto del Paese si basano quasi tutte su una considerazione di base: i nuovi linguaggi politici dettati dai social impongono un populismo di sinistra, sostanziato in proposte apertamente socialiste anche se inapplicabili, come unica possibile contrapposizione comprensibile al populismo di destra. Tale considerazione, sicuramente valida ma incompleta, si basa sull’idea che ormai la comunicazione politica sia approdata al mondo simulacrale di cui parlava Jean Baudrillard, il mondo nel quale non esistono fatti reali ma solo loro copie mediatiche - i simulacri appunto - i quali rappresentano un nuovo immaginario collettivo. Questa lettura trova un punto critico nel fatto che i politici enuncino ormai programmi apertamente contraddittori, programmi che solo un pubblico totalmente polarizzato e completamente ideologizzato può accettare. Zohran Mamdani che fa un anno di campagna elettorale su «defund the police» e che nel discorso di insediamento dice che non toglierà un dollaro alla polizia non delude il suo elettorato perché il suo elettorato ha votato l’immaginario che lui ha saputo costellare e non le sue precise proposte politiche. Tale spiegazione può avere senso solo se si parte dal presupposto di trovarci in un contesto politico nel quale è sempre una minoranza a votare. Tutti coloro che notano le contraddizioni dei politici ne vengono «scandalizzati» e si rifugiano nell’astensione; costoro sono la maggioranza e rappresentano la migliore garanzia affinché i politici possano liberamente disattendere ogni programma elettorale. In un contesto di affluenza dal 20% al 40% basterà mobilitare una base di fan su temi simbolici mentre il «rispettare le promesse elettorali», decisivo ancora negli anni Ottanta, risulterà superfluo. Questa analisi spiega molto ma non tutto, non spiega ad esempio come sia possibile che in alcune zone metropolitane esista praticamente solo la Sinistra, che il vero confronto politico si svolga all’interno delle loro primarie, e che l’alternanza sia di fatto abolita; in pratica questa analisi non spiega l’asse appenninico Bologna-Firenze. Per comprendere tale peculiarità occorre premettere una categoria alle analisi su polarizzazione ed efficacia mediatica dei candidati, la categoria dello spostamento. Il Globalismo nel quale viviamo ormai da anni ha costruito una società basata sul viaggio-vacanza come nuova religione occidentale, sull’Immigrazionismo come evento ineluttabile ed unico motore sociale inteso come soluzione al calo demografico e sui «diritti woke» come unico orizzonte di tensione morale. Questo mondo si basa sullo spostamento in determinati centri metropolitani non più delle masse lavoratrici degli anni Sessanta che dalla campagna andavano nelle fabbriche, bensì di masse ideologiche che vivono nell’orizzonte ideale e morale delle narrazioni green e woke, che credono che la salvezza dell’umanità consista nei prodotti tecnologici, che svalutano l’importanza della proprietà privata in quanto non potranno mai permettersela e sono convinti che lo sharing sia un modo smart per vivere, e che hanno smesso per motivi anagrafici di percepire il rischio totalitario insito nel Socialismo. Queste masse ideologiche, a disagio nei propri luoghi di nascita e a disagio in contesti familiari basati su valori fondanti, trovano nelle aree centrali delle metropoli i luoghi ideali di condivisione ideologica e di impiego lavorativo, stanti le scelte formative intraprese e l’interesse molto settoriale per i possibili sbocchi. Queste masse ideologiche si trovano però a dover far fronte ad un grande problema: i costi esorbitanti dei «gayborhood» nei quali vogliono vivere e la deflazione salariale alla quale la globalizzazione li ha costretti. Le risposte facili a questi problemi possono venire soltanto da piattaforme di estrema sinistra basate su promesse di alloggi gratis con ammiccamenti all’esproprio, tassazioni elevate contro «i ricchi» - senza rendersi conto che «i ricchi» sono i finanziatori dei candidati di estrema sinistra - ed abbattimento dei costi urbani basati su deficit ed erogazioni a pioggia di fondi pubblici. Questo sistema, tuttavia, presenta due criticità decisive, una economica e l’altra politica: è destinato all’insostenibilità - e non è un caso se in molti stanno parlando della New York di Mamdani come della riedizione di quella del sindaco Abraham Beane, quella che nel 1975 dovette ricorrere all’intervento del presidente Gerald Ford per affrontare la bancarotta - ma in particolare rappresenta solo il 15% della popolazione, in costante calo a favore delle aree suburbane e delle città «non woke». Tale assetto condanna la Sinistra al vicolo cieco minoritario e questo rischio è ben presente agli analisti americani, britannici, francesi e sospettiamo anche italiani viste le nubi che si stanno addensando su Elly Schlein. Non è un caso che Trump tratti Mamdani come il capo dell’opposizione: per gli americani che hanno saputo costruirsi una vita dove sono nati Mamdani è un alieno.