Decine e decine di progetti dei fondi benedetti dall’Ue sono destinati all’ampliamento di cimiteri e loculi da Nord a Sud. E non è vero che siano denari convenienti: ecco come funzionano davvero emissioni e prestiti.
Decine e decine di progetti dei fondi benedetti dall’Ue sono destinati all’ampliamento di cimiteri e loculi da Nord a Sud. E non è vero che siano denari convenienti: ecco come funzionano davvero emissioni e prestiti.Ammetto, ci ho messo del tempo, ma alla fine ho capito a che cosa serve il Pnrr: a seppellire i morti. Senza il Piano nazionale di ripresa e resilienza infatti, rischiamo di non sapere dove tumulare i cari estinti. Dopo anni di liste d’attesa per ottenere l’inumazione degli scomparsi, ecco la soluzione: con i soldi dell’Europa, più loculi per tutti. È ciò che si evince leggendo l’allegato numero 3 del decreto del governo del 14 marzo scorso. Nelle oltre 100 pagine, sono trascritti uno a uno i progetti di «Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità». In altre parole, si tratta degli interventi valutati dalla burocrazia ministeriale e per i quali è stata avviata la procedura di finanziamento. Di regola non sono superstizioso, ma in questo caso non sono riuscito a trattenermi e ho dovuto mettere mano al cornetto rosso regalatomi da un amico. Il lungo elenco infatti è disseminato di opere cimiteriali, classificate con la fredda e asettica terminologia degli uffici pubblici. A Roccacasale, Comune di 597 abitanti nell’Appennino abruzzese in Val Peligna, è stata autorizzata la realizzazione di un loculario cimiteriale. A Gargallo, 1.758 abitanti alle pendici delle Alpi Pennine, a pochi chilometri dal Lago d’Orta, oltre alla riqualificazione del cimitero è prevista la manutenzione straordinaria della camera mortuaria. Mentre a Sturno, tremila abitanti nella Valle dell’Ufita, in provincia di Avellino, il Pnrr farà il miracolo di ricostruire l’ossario comunale, oltre a sistemare la chiesa cimiteriale.Eccezioni? Mica tanto. A scorrere la lista di beneficiari di soldi pubblici, che - mi tocca ribadirlo - non sono un regalo di Bruxelles, ma in gran parte un prestito che dovrà essere restituito e su cui si pagano gli interessi, ci si imbatte in oltre un centinaio di progetti per ampliare i cimiteri con nuovi loculi o in interventi di manutenzione dei sepolcri esistenti. C’è chi ha ottenuto fondi per sistemare il piazzale del camposanto e chi invece ha ricevuto soldi per realizzare marciapiedi che conducano alle tombe. Chi si è impegnato a costruire i servizi igienici e chi prepara un nuovo parcheggio cimiteriale. A leggere lo sterminato elenco, in cui sono previsti anche singoli stanziamenti da 1 milione di euro, si ha la sensazione che a dispetto del nome adottato per il piano di incentivi, ovvero NextgenerationEu, gli interventi finanziati sotto l’egida dell’Unione europea si rivolgano alla Past generation, ovvero a quella che se non è sottoterra rischia di andarci presto. Altro che Pnrr 2.0, come si usa dire di solito quando si parla di piani che riguardano il futuro. Qui siamo al Pnrr 0 e basta, perché il futuro sembra trapassato. Invece che dei vivi infatti, ci si occupa dei morti. Considerando ciò che ho scritto ieri, elencando fior di progetti finanziati per dare accoglienza ai migranti, oggi si può parlare di Pnrr 2, la vendetta. Al pari dell’approfondimento che abbiamo dedicato alle caserme e agli edifici pubblici trasformati in centri per ospitare gli extracomunitari, la lista di progetti per camere mortuarie e ossari pare un altro monumento al debito pubblico, perché è difficile che dalle tombe risorga il Pil, obiettivo che invece dovrebbe essere la missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Certo, oltre ai servizi di inumazione, nel Pnrr c’è anche altro. Ad esempio, progetti per il bike sharing nel cuore della Sardegna, ad Atzara, o la manutenzione del parafulmine a Pareto, in provincia di Alessandria. O, ancora, la Casa Cotugno delle nuove socialità e accoglienza dei popoli in transito nella terra di mezzo a Vallesaccarda, borgo irpino noto per i trilli, particolare pasta casareccia, e la riqualificazione del bocciodromo di Acqualagna, nelle Marche. Mentre a Capri Leone, Comune dei Nebrodi arroccato a 400 metri dal mare, quasi mezzo milione se ne va alla scoperta del territorio in e-bike, nel distretto ceramico 222.000 euro verranno investiti in un progetto denominato Un giro di briscola. Cosa c’entrino le bocce e le carte da gioco, i parafulmini e le biciclette condivise con NextgenerationUe non è dato sapere. Così come risulta difficile credere che i camposanti, ancorché necessari per accogliere i defunti, siano di stimolo alle future generazioni per migliorare le proprie condizioni. Se devo essere sincero, scorrendo la lista di interventi, si ha una sola sensazione e cioè che il piano sia un’accozzaglia di interventi, predisposti in fretta pur di partecipare alla riffa europea. In tal caso sarà meglio prepararci alla cerimonia funebre di molti progetti, destinati a finire in uno dei tanti cimiteri progettati.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





