2019-10-03
Non serve ai bimbi e ferma le espulsioni: lo ius culturae è una legge truffa
Oggi inizia la discussione del ddl Boldrini sulla cittadinanza ma potrebbero arrivare anche altri testi a firma Pd e M5s.Fosse per Roberto Saviano e Gad Lerner, lo ius soli sarebbe realtà già da oggi. Anzi, da ieri. I politici, che hanno tempi diversi dagli ideologi, di una riforma della cittadinanza oggi inizieranno solo a parlarne, dando inizio a un iter legislativo che si preannuncia complesso, anche se una forte volontà politica potrebbe abbattere le lungaggini.Oggi, infatti, riprenderà alla commissione Affari costituzionali della Camera l'iter della proposta di legge firmata da Laura Boldrini. Ma, accanto a questa, c'è anche una proposta di Renata Polverini. Si parla tuttavia anche di un testo dem a prima firma Matteo Orfini e spunta persino l'ipotesi di una proposta targata M5s. Grande è quindi la confusione sotto al cielo ma, a differenza di quello che credeva Mao Zedong, la situazione non è eccellente.La natura strettamente propagandistica della battaglia, nonché la sua estrema impopolarità, sembra essere chiara a molti, persino nella maggioranza giallorossa. Ma questo è un po' poco per stare tranquilli, visto anche l'attivismo della compagine pro riforma, fanaticamente sostenuta da gran parte dell'informazione mainstream e dell'intellighenzia. Che la legge possa davvero vedere la luce, magari in nome di un bello scambio di favori reciproco tra le due anime della maggioranza (taglio dei parlamentari per ius soli, per esempio), è del tutto plausibile. Già, ma quale legge? In questi giorni si è molto parlato dello ius culturae: si tratterebbe di far ottenere la cittadinanza al minore straniero, nato in Italia o arrivatovi entro il dodicesimo anno di età, purché abbia frequentato per cinque anni almeno un ciclo di studio. Il ddl Boldrini, tuttavia, prevede anche elementi di ius soli, anche se questo particolare è stato regolarmente omesso nei resoconti dei giorni scorsi, data la cattiva fama della formula. Ius culturae, invece, suona meglio, è più nuovo, prende in contropiede l'elettore, che quando ha finalmente capito di cosa si sta parlando si ritrova con la legge già approvata. Il can can sulla assoluta urgenza della legge, tuttavia, è già partito. I giornali sono di nuovo pieni di storie strappalacrime di giovani italiani di fatto ma non di diritto, sottoposti, si legge, a una sorta di apartheid sudafricana. Secondo gli ultimi dati della Fondazione Leone Moressa, stiamo parlando di circa 166.000 ragazzi stranieri che hanno completato almeno cinque anni di scuola in Italia e che sarebbero dunque interessati dallo ius culturae. Ora, a quali terribili supplizi stiamo condannando questi giovani, in assenza di unanuova legge sulla cittadinanza? A nessuno, in realtà.Il minore nato in Italia da genitori stranieri è infatti titolare di un permesso di soggiorno temporaneo che viene rinnovato dai famigliari. Tale status gli garantisce i diritti sociali (istruzione, salute, ecc.) e la libera circolazione in area Schengen. Per andare in gita all'estero con i propri compagni, invece, i minori stranieri possono avere bisogno di chiedere un visto. Certo, se il ragazzo fosse un atleta provetto non potrebbe andare in nazionale, sempre dando per scontato che muoia dalla voglia di indossare i colori azzurri e non quelli della nazione di origine dei genitori. Ma serve davvero tanta fantasia per far passare questo inconveniente per un'emergenza da sanare.Anche perché non è che in Italia, con le leggi attuali, sia impossibile ottenere la cittadinanza. Tutt'altro. Nel 2017 il numero di acquisizioni di cittadinanza italiana ha toccato la cifra record di 224.000 persone e un terzo di loro aveva meno di 15 anni. Questi numeri fanno dell'Italia il Paese che concede di gran lunga più cittadinanze in Europa. È stato così anche nel 2015 e nel 2016. Nel 2018, secondo il recente rapporto della Caritas, si sarebbe registrata una decisa flessione rispetto all'anno precedente (-23,2%), con 112.523 acquisizioni di cittadinanza di cittadini stranieri residenti. Che sono comunque tanti. Se i vantaggi dello ius soli (mascherato da ius culturae) sono sfuggenti, gli aspetti controversi sono invece chiari. Non solo, alla lunga, si rischia l'effetto Molenbeek, con tanti «nuovi italiani» che non si sentono tali e possono creare delle enclavi etnoculturali esplosive, ma, sul breve termine, la cosa rischia di accelerare l'invasione in vari modi. L'espulsione dall'Italia dei parenti di un cittadino italiano, tanto per dirne una, è assai difficoltosa ed espressamente vietata dalla legge in determinati casi. Per ogni «nuovo italiano», insomma, ci becchiamo anche papà, mamma, nonni, fratelli e sorelle, diventati da un giorno all'altro inamovibili. Il tutto per far andare in nazionale qualche nuovo e del tutto ipotetico Mario Balotelli.
Tyler Robinson dal carcere dello Utah (Ansa)
Tedros Ghebreyesus (Ansa)