2025-11-09
La discriminazione al contrario: «Qui si affitta solo a donne e gay»
L’annuncio per un’abitazione a Roma. La padrona di casa: «Non dovete polemizzare».La teoria di origine statunitense della «discriminazione positiva» ha almeno questo di buono: è chiara e limpida nei suoi intenti non egualitari, un po’ come le quote rosa o il bagno (solo) per trans. Ma se non si fa attenzione, ci vuole un attimo affinché la presunta e buonista «inclusione» si trasformi in una clava che esclude e mortifica qualcuno di «meno gradito».Su Facebook, la piattaforma di Mark Zuckerberg che ha fatto dell’inclusività uno dei principali «valori della community», è appena apparso un post che rappresenta al meglio l’ipocrisia in salsa arcobaleno.Pubblicizzando l’affitto di una stanza per studenti a Roma, l’annuncio femminile specifica senza alcun timore che «la casa non ammette ragazzi etero». Perché nell’appartamento «ci sono delle ragazze» e quindi «la scelta ricadrà» per forza «su una ragazza o un ragazzo gay». Come a dire: sei donna? Meglio se vivi in una sorta di «apartheid sessuale» e ti isoli dall’altra, a priori sospetta e ostile, metà del cielo. Probabilmente poi non ci si rende conto di quanto «spirito reazionario» ci sia nell’accettare o rifiutare un nuovo affittuario sulla base del sesso (quindi della biologia).La ragione che la fanciulla anti maschi (che non siano gay) mette in avanti nel medesimo annuncio è semplice e di una sconcertante banalità: «da donna» scrive la signorina (inclusiva a metà) «mi voglio sentire libera di stare mezza nuda a casa mia». E quindi la presenza di «un ragazzo etero» purtroppo «non farebbe stare a proprio agio le ragazze». Cioè lei e verosimilmente le altre coinquiline.Il fatto però che il problema sia quello dei «ragazzi etero» complica la faccenda e la fa diventare surreale, come accade sempre quando dal sesso biologico - che è una evidenza scientifica - si passa, come nulla fosse, all’orientamento sessuale. Il quale, contrariamente al primo, non è né accertabile con i documenti, né - parrebbe - assolutamente univoco e definitivo.«Non perdete tempo a polemizzare nei commenti» aggiunge la convintissima amazzone misandrica perché «neanche vi leggo». Perché mai, signorina, il suo post su una camera in affitto dovrebbe suscitare polemiche? Forse perché lei stessa si rende conto che scrivere che si affitta una camera solo a persone di un certo sesso (il suo) è un tantino sconveniente oggi che i giovani si sentono particolarmente liberi e non vogliono più limiti di alcun tipo?La conclusione svela l’arcano della aperta «discriminazione» anti maschile e anti eterosessuale. Si dice infatti che «la casa è composta da persone» di sesso femminile che fanno parte della «comunità Lgbt». E quindi? «E quindi si preferisce una persona simile». Bene, ora è tutto chiaro.Giustamente Luca Sablone su Il Giornale, prova ad immaginare uno «scenario ribaltato» con un annuncio pubblico su una qualunque piattaforma che reciti più o meno così: «La casa non ammette gay, si cercano solo ragazzi etero». Entro poche ore, non pochi giorni, oltre agli insulti di rito (omofobia, razzismo, hate speech, il «fascismo non passerà»), scatterebbero le denunce. E coi tempi che corrono rischierebbero di trovare dei giudici «politicamente corretti» desiderosi di fare giustizia delle «parole nauseabonde» che ci riportano alle «ore più buie della storia».Domanda. Perché una «ragazza non etero» può sentirsi più a suo agio con chi le è simile, e può dirlo e scriverlo serenamente, mentre una «ragazza etero» invece non può? Non sarà mica che hanno ragione i conservatori e i reazionari osservando che alcune «minoranze iper-tutelate» godono oggi di privilegi che non hanno le «maggioranze» formate delle persone comuni?
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Ranieri Guerra (Imagoeconomica). Nel riquadro, Cristiana Salvi