2025-11-09
I veicoli elettrici non fanno calare la CO2
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.A essere divenuta consapevole che ridurre le emissioni europee serve a poco è quella Francia che, ormai dieci anni fa, aveva ospitato gli accordi di Parigi sul clima. Quando, durante il Consiglio Ue sull’ambiente di martedì scorso, il ministro francese della Transizione ecologica del governo Lecornu 2, Monique Barbut, ha preso la parola, ha spiegato un concetto che dovrebbe essere ovvio: ridurre le emissioni in Europa non risolve la questione del cambiamento climatico dato che ha una dimensione globale. Il ministro ha, infatti, affermato: con «l’Europa che contribuisce al 6%» delle emissioni globali e «tra un paio di anni contribuirà al 4%», «cosa comporterà in termini di cambiamento climatico? Assolutamente nulla». Si tratta di «una verità scientifica» ha ribadito Barbut, visto che «finché non affrontiamo le emissioni globali, non accadrà nulla in termini di cambiamento climatico».L’unico risultato tanto tangibile quanto controproducente della scelta di tagliare le emissioni europee è la difficoltà in cui versa l’industria europea che viene messa in ginocchio dai diktat di Bruxelles. Peraltro, le iniziative green spesso si rivelano un flop e il denaro volto a supportarle spesso diventa un mero sperpero.L’ultimo caso eclatante riguarda il Regno Unito. Mentre il primo ministro britannico, Keir Starmer, è in arrivo a Belém per rendere «il Regno Unito un leader globale nell’azione per il clima», i progetti green lanciati dalla Sistema sanitario nazionale britannico fanno acqua da tutte le parti. Il Telegraph ha, infatti, rivelato che i programmi net-zero nell’ambito sanitario, costati ben 1,4 miliardi di sterline, non hanno ridotto di una virgola le emissioni.In particolare, il Servizio sanitario britannico cinque anni fa aveva avviato alcune iniziative in teoria attente all’ambiente, tra cui l’introduzione di ambulanze elettriche, l’uso di «farmaci antidolorifici climate-friendly» quindi privi di gas serra. Eppure, le emissioni sono rimaste totalmente invariate, nonostante la convinzione di poterle ridurre sia negli spostamenti sia per quanto riguardava gli edifici e la catena di approvvigionamento. Per esempio, nonostante gli investimenti ingenti, il quotidiano britannico ha reso noto che le emissioni inerenti agli spostamenti sono rimaste invariate: si parla di 0,7 MtCO2e sia nel 2019-2020 che nel 2024-2025. Queste iniziative hanno sollevato dure critiche da parte dell’ex segretario alla salute, il conservatore Steve Barclay, che ha sottolineato: «In un momento di sfide senza precedenti all’interno del Servizio sanitario nazionale, è fondamentale che i finanziamenti siano destinati prioritariamente all’assistenza sanitaria rivolta ai pazienti e alla riduzione della pressione sul personale già sovraccarico» piuttosto che utilizzarli per «specifiche preferenze ideologiche». Peraltro, l’utilizzo di ambulanze elettriche ha sollevato interrogativi e dubbi non di poco conto. Da un progetto pilota è emerso che le ambulanze impiegavano quattro ore per ricaricarsi, avendo un’autonomia di circa 100 km. Il che può diventare problematico al di fuori delle grandi città. Va da sé quindi che i responsabili dei veicoli d’emergenza siano preoccupati soprattutto se devono usare i modelli elettrici in aree rurali o se devono percorrere lunghe distanze. Il consiglio che è stato dato, secondo il Telegraph, sarebbe semplicemente quello di «provare» le ambulanze elettriche e «vedere cosa funziona». Ma «provare» avrebbe già un bel costo: entro il prossimo aprile sul suolo inglese saranno presenti 80 ambulanze elettriche per un costo totale di 14,4 milioni di sterline.Come se non bastasse, pare che il Servizio sanitario nel Regno Unito non abbia alcuna intenzione di correggere il tiro, avendo in programma altre attività definite «folli» da diversi critici. Le priorità sono, infatti, ridurre i 63 milioni di fogli di carta stampati ogni anno, creare ciotole e piatti di colore blu e assumere manager a emissioni zero. Il Servizio sanitario britannico pare essere convinto che, se si servirà il cibo in piatti blu ai pazienti, si ridurrà lo spreco di cibo e, quindi, le emissioni. L’idea che potrebbe costare milioni di sterline si basa su un esperimento condotto in alcuni ospedali: le persone ricoverate restituirebbero meno cibo se viene servito su un piatto di colore blu anziché di colore grigio o bianco. Da qui la certezza che con l’iniziativa sarà possibile ridurre il 15% dello spreco alimentare. Non stupisce affatto la reazione del segretario ombra per la Sicurezza energetica, Claire Coutinho, che ha definito il piano come «una follia totale», chiedendo anche «chi dovrà pagare il conto». Inoltre, sempre la sanità britannica ha in cantiere «un piano di cambiamento comportamentale» per sollecitare il personale a usare prodotti riciclabili «a basse emissioni di carbonio». Le iniziative ecologiche si estendono quindi anche alla chirurgia: verrà scoraggiato l’utilizzo di articoli monouso e per alcuni interventi sarà previsto solo il day hospital.
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)