2025-08-12
Fece il Tso al diciottenne anti-mask: Ricci lo vuole
Massimo Seri (Imagoeconomica)
L’ex primo cittadino di Fano, che firmò il ricovero coatto in psichiatria di uno studente che rifiutava di indossare il «bavaglio» durante le lezioni a scuola, è candidato nella civica del campo largo. Il ragazzo ha lasciato gli studi e nessuno gli ha chiesto scusa.«Credo in una politica che cammina accanto alle persone. […] Che sa che il potere più grande è quello di prendersi cura del prossimo. Ecco perché ho scelto di esserci ancora. Con la stessa passione. Con lo stesso rispetto. Dalla parte delle persone. Sempre», dichiara sui social Massimo Seri, annunciando di candidarsi alle elezioni regionali delle Marche nella lista civica di Matteo Ricci presidente. «Lo faccio con uno spirito che nasce, prima di tutto, dal senso di responsabilità. Responsabilità verso una comunità che per 10 anni ho avuto l’onore di servire da sindaco di Fano» aggiunge l’ex primo cittadino, eletto con il Pd, passato ad Azione, di nuovo in pista con il dem Ricci. L’annuncio della sua candidatura nella coalizione di centrosinistra non ha trovato commenti entusiastici tra gli utenti delle piattaforme. Scelte politiche a parte, c’è davvero un fatto grave nel passato recente dell’ex sindaco di cui dovrebbe vergognarsi, invece di proclamare di essere stato «sempre dalla parte delle persone», come da manifesto elettorale. Massimo Seri nel maggio del 2021 firmò il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) di uno studente di 18 anni, solo perché non voleva mettersi la mascherina e si era legato a un banco di scuola, come forma di protesta silenziosa. L’allora sindaco dem autorizzò il provvedimento che impone il ricovero coattivo, benché il giovane non avesse problemi mentali, né ci fosse urgenza di rinchiuderlo: non aveva perso il controllo né aveva esercitato violenza verso sé stesso, i compagni di classe o gli insegnanti. Il vergognoso trattamento subìto da Valerio Tellenio fu raccontato dalla Verità nel novembre di due anni fa, quando il giudice Franco Tetto del Tribunale di Pesaro lo aveva assolto dall’accusa di interruzione di pubblico servizio. Eleonora Maria Augello, direttrice scolastica dell’istituto professionale Olivetti di Fano dove il giovane frequentava il penultimo anno, l’aveva denunciato, il pm chiedeva 30 giorni di condanna ma per il giudice non c’era stato reato. Venne esercitata, invece, una tremenda violenza nei confronti di un ragazzo la cui unica «colpa» era stata di non voler indossare la mascherina. Valerio si era documentato, aveva chiesto chiarimenti anche a persone di cui si fidava, gli era stato detto che le posizioni scientifiche erano molto diverse sulla protezione offerta da uno schermo facciale. «La preside più volte aveva chiamato vigili e carabinieri per allontanarlo dalla classe perché privo di dispositivo di protezione facciale», raccontò il legale del giovane, avvocato Nicola Peverelli. Il 4 maggio del 2021 Valerio inscena la prima protesta. Si lega al banco con un lucchetto a catena per bicicletta, poi accetta di liberarsi. Il giorno seguente ci riprova, allora Eleonora Maria Augello chiama polizia e 118. Eppure lo studente non si era messo a urlare, a rompere arredi scolastici. «Protestava in silenzio, non faceva nulla di pericoloso per sé e per i compagni di classe», precisò il suo avvocato. Desiderava solo tornare in classe, dopo i lunghi periodi della didattica a distanza che venne imposta agli studenti. Non c’era bisogno di fare intervenire le forze dell’ordine, fu una scelta violenta e diseducativa anche nei confronti degli altri ragazzi. Caricato in ambulanza, venne portato in ospedale e il sindaco Seri firmò il trattamento sanitario obbligatorio.Il Tso è un’eventualità del tutto eccezionale. Come ha potuto un sindaco di sinistra emettere l’ordinanza non pensando alle conseguenze che avrebbe provocato in un giovane, senza problemi mentali e non pericoloso? Il referto doveva istillare perlomeno dei dubbi nell’allora primo cittadino. Vi si leggeva che Valerio Tellenio «è vigile e orientato […] dichiara di non credere alla pandemia, all’efficacia delle mascherine […] è stato sanzionato più volte senza esito […] vista l’ideazione interpretativa, la non compliance […] dopo il rifiuto al ricovero volontario si procede alla Tso. Si contatta la collega di Pesaro che dà disponibilità di posto letto». Un trattamento sanitario obbligatorio solo perché non voleva indossare la mascherina e aveva rifiutato di sottoporsi al tampone?Valerio venne ricoverato in Psichiatria a Muraglia, Pesaro, senza che i genitori potessero opporsi. Rimase quattro giorni, gli venne tolto il cellulare e il suo letto aveva le cinghie. Un’esperienza che lo ha devastato. «Non potrò mai cancellare quello che mi è accaduto, che ritengo profondamente ingiusto», raccontò alla Verità. Per gli insegnanti era uno studente brillante, dopo quella violenza decise di ritirarsi da scuola. Non ha più preso la maturità, fa lavori saltuari.«Il primo cittadino non si è mai scusato con Valerio», dichiara l’avvocato Peverelli. Aggiunge: «Le autorità sanitarie e istituzionali, incluso l’allora sindaco Seri, non hanno esitato a portare a compimento un procedimento invasivo che dovrebbe essere applicato come ultima istanza e per arginare un pericolo grave. Peraltro, proprio di recente, la stessa Corte Costituzionale ha stabilito che l’audizione del destinatario di un Tso debba essere obbligatoriamente disposta dal giudice tutelare in sede di convalida, così valorizzando la dignità dell’individuo che andrebbe rispettata in tutte le sedi competenti».I familiari di Valerio impugnarono la convalida del Tso, però sia il Tribunale di Pesaro, sia la Corte di Appello di Ancona non hanno ritenuto di dover sindacare la documentazione medica. A ottobre si pronuncerà la Cassazione. Una bruttissima pagina dell’epoca pandemica di cui non andare fieri. Tantomeno il neo candidato Seri nella lista Matteo Ricci presidente.