2025-11-23
Lady Fico, soldi dal Centro confiscato. «Affidamento diretto». Lei non spiega
La moglie del candidato progressista in Campania fa affari nel più grande bene sequestrato ai Casalesi. Da fotografa avrebbe curato anche una mostra su Maradona per 50.000 euro. La trasparenza? Assente.Non bastavano il posto barca a prezzo di saldo e, il «gozzo» non proprio da proletario scortato dalle motovedette, la vecchia questione della colf pagata aumm aumm, no, adesso c’è un nuovo gustoso capitolo: in casa di Roberto Fico, il candidato progressista per la presidenza della Regione Campania, si fanno soldi anche con la lotta alla camorra. Perché la conclamata «onestà» può produrre pure qualche spicciolo.Per raccontare questa storia dobbiamo recarci ad Aversa (in provincia di Caserta) a incontrare chi ci ha segnalato, fotografie alla mano, l’arrivo di Fico con auto civetta della polizia, dotata di lampeggiante, in un centro commerciale della zona, il Jambo.Secondo le nostre fonti, a bordo dell’auto, ci sarebbe stata anche la compagna Yvonne De Rosa, fotografa professionista. Ma i due si sarebbero recati in loco non per fare acquisti, bensì per siglare un contratto con la società che gestisce «il più grande bene confiscato ai casalesi in Campania».Prima di proseguire la nostra ricostruzione conviene fare un focus sul Jambo. Questa montagna di cemento e vetrine si sviluppa su 20.000 metri quadri e, per anni, raccontano le pagine di una sentenza, è stata il simbolo del potere del clan Zagaria. È partito come supermercato e poco per volta, come una macchia di inchiostro, si è allargato sul territorio di tre Comuni, Trentola-Ducenta, Parete e Roscigno.Fondato nel 1993 da uomini cresciuti nell’orbita della camorra casalese, il Jambo era diventato un forziere della criminalità organizzata: un centinaio di negozi e un giro d’affari che, per anni, è passato sotto gli occhi di tutti senza suscitare troppe domande. Poi, nel 2015, le quote e i beni della Cis meridionale (società che gestisce il centro) finiscono sotto sequestro e vengono affidati a un amministratore giudiziario, incaricato dal giudice delegato del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Successivamente il sequestro diventa confisca definitiva. Da lì la gestione passa all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che è subentrata come proprietario pubblico sotto la supervisione del Viminale.Luigi Moscato, amministratore unico della Cis meridionale, durante i convegni ospitati dallo shopping center, descrive il Jambo come un «hub culturale, sociale ed economico». Un’operazione di restyling che ha avuto il suo picco lo scorso 10 novembre. Moscato ha aperto un convegno sulla «prevenzione antimafia tra economia e legalità» con il prefetto di Caserta Lucia Volpe e il messaggio è stato chiaro: il Jambo vuole diventare un presidio di legalità, «un luogo di confronto capace di esercitare una forte influenza sulla comunità locale», in un territorio «vessato da anni dal malaffare». Un simbolo di cui Moscato punta a essere il volto istituzionale. Qui, nel 2021, è stato ospitato un grande evento: la mostra fotografica su Diego Armando Maradona (134 fotografie, alcune delle quali inedite). Fu inaugurata il 5 luglio di quattro anni fa, con la trasformazione della galleria commerciale in una passerella. Arrivarono il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, l’ex presidente del Napoli Corrado Ferlaino e l’ex capitano della compagine azzurra dei tempi di Maradona, Giuseppe Bruscolotti. C’era anche l’allora presidente della Camera Fico. Che quell’area, quindi, frequenta da tempo. E la sua presenza non deve stupire visto che la mostra aveva come curatrice la compagna di Fico, Yvonne, fondatrice e art director dell’associazione Magazzini fotografici. L’allestimento rimase visitabile fino al 31 dicembre 2021, diventando uno degli eventi centrali nella campagna di riposizionamento del Jambo. Ma in questa meritevole operazione la De Rosa ha prestato la sua opera in cambio di una retribuzione che non siamo riusciti a quantificare. La Verità ha provato a contattare la signora e la conversazione sul suo numero di telefono è diventata subito surreale. Una voce femminile si è prima fatta ripetere alcune volte con chi stesse parlando, poi la donna ha affermato di essere un’amica della stessa De Rosa, la quale sarebbe stata impegnata in una visita medica: «Mandi un vocale, le risponderà sicuramente» è stato il consiglio. Noi abbiamo inviato un messaggio, a cui non è seguita risposta.Abbiamo provato a chiedere spiegazioni ed eventuali smentite alle informazioni in nostro possesso anche alla responsabile della comunicazione di Fico (dai tempi dei meet-up), ma neanche lei ci ha risposto.Per la precisione a Fico, sempre così pronto a rivendicare la trasparenza del proprio operato e a difendere la libertà di stampa, abbiamo inviato questo sms: «Vorremmo avere qualche informazione sulle consulenze che Yvonne De Rosa ha ottenuto dalla società Cis […]. Il Codice antimafia (decreto legislativo 159/2011) prevede che nella gestione dei beni e delle società confiscate si applichino […] gli stessi principi del Codice dei contratti pubblici, ovvero trasparenza, pubblicità e concorrenza negli affidamenti di lavori, servizi e forniture. Pertanto vorremmo chiederle cortesemente di rendere pubblica la durata e l’importo dei contratti di consulenza o di assunzione firmati con la suddetta società dalla dottoressa De Rosa o eventualmente da associazioni che rappresenta o per cui lavora come i Magazzini fotografici (a partire dall’allestimento della mostra su Maradona che ci risulta sia valso un compenso di 50.000 euro)». Silenzio assoluto.Inizialmente non è andata meglio con l’amministratore di Cis, Moscato. Ci siamo dovuti impegnare in un lungo inseguimento, durato quasi tre giorni, per ottenere dal professionista risposta ai nostri quesiti.Inizialmente ha provato a liquidarci con queste parole: «Vi invito a contattarmi la prossima settimana per condividere tutte le iniziative che stiamo portando avanti sul territorio, con dedizione e determinazione, nel segno della legalità, della parità di genere e dell’inclusione sociale». Ma noi abbiamo insistito. E allora Moscato ci ha inviato questo messaggio: «A partire dal mese di marzo 2023, cioè dall’inizio della mia gestione, non sono stati affidati incarichi diretti alla fotografa Yvonne De Rosa e non abbiamo mai incontrato il candidato Fico.Tuttavia, nell’ambito degli obiettivi fissati dall’Agenzia dei beni confiscati per la valorizzazione e la promozione sociale, abbiamo incaricato l’associazione “Magazzini fotografici Aps” - una piattaforma per giovani talenti, fondata dalla fotografa Yvonne De Rosa - di curare un book fotografico sul Centro Jambo e sul territorio che lo circonda, un “company profile” sulle attività che facciamo nella zona».Quindi, tra le righe, ci ha rivelato il valore dell’accordo: «L’associazione, ritenuta idonea per questo progetto dal valore di 10.000 euro, al momento sta ultimando il lavoro insieme alla nostra area comunicazione». C’è stato un bando o si è trattato di un affidamento diretto? «Affidamento diretto all’associazione».Chiediamo notizie anche sulla precedente consulenza, che secondo le nostre fonti valeva 50.000 euro, per la mostra di Maradona, ma qui Moscato, in versione Pibe de oro, si smarca: «Ai tempi io non c’ero». In effetti la Cis era ancora in amministrazione giudiziaria. Il professionista assicura di non avere mai incontrato Fico al centro commerciale, sebbene le foto lo ritraggano negli uffici della direzione: «Le immagini sono della sala riunioni prima delle modifiche che ho fatto apportare» ci assicura il commercialista. Gli scatti potrebbero risalire ai tempi della mostra su Maradona.Chiediamo se la De Rosa abbia firmato il contratto con Moscato. Risposta: «Noi abbiamo un ufficio amministrativo per queste cose. E Fico non è venuto in mia presenza. Non metto in dubbio che sia passato, ma io non c’ero».La Cis meridionale ha, comunque, affidato senza gara un lavoro strategico come la presentazione del centro commerciale Jambo all’esterno alla compagna dell’ex presidente della Camera in piena campagna elettorale per la conquista della Regione. E non l’ha fatto gratis.