2025-11-23
Meloni convince l’Europa: si parte dal piano Trump. Abbiamo buttato due anni
Oggi vertice a Ginevra tra Ucraina, Stati Uniti e Unione sui punti della pace con Mosca. Troppi soldi e morti: si doveva siglare prima.È il 1.368° giorno di guerra in Ucraina. Dopo quasi quattro anni dall’invasione della Russia, è il momento cruciale. Pace, ultima chiamata; o finirà adesso questa carneficina o non ci saranno più strade da percorrere. A scrivere le condizioni Stati Uniti e Russia; Unione europea messa con le spalle al muro. Come sempre. Né l’Ucraina, né i Paesi dell’Ue sono stati consultati. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, insieme al primo ministro britannico Keir Starmer, al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Friedrich Merz, concordano sulla necessità di un «piano alternativo». Merz aggiunge: «Tutti i membri del G20 devono assumersi le proprie responsabilità, non solo per interessi economici». Ma Donald Trump schiaccia Zelensky alle corde. «Nessun accordo è perfetto, ma deve essere concluso il prima possibile. Zelensky se lo faccia piacere», ripetendo come un mantra «non ha le carte». E gioca al ricatto: «Se non firmasse questo, il prossimo sarebbe peggiore». Vladimir Putin minaccia: «Se Kiev respinge il piano Usa conquisteremo altro territorio».Venerdì sera a Kiev si è svolta una riunione tra Zelensky e gli ambasciatori dei Paesi della Nato. Durante l’incontro è arrivata una telefonata dalla Casa Bianca. Un clima teso con i diplomatici perplessi per il modo in cui gli Stati Uniti hanno condotto i negoziati con la Russia, senza tenere informati gli alleati. L’ultimatum di Trump è nitido: «Firma il piano di pace entro giovedì». L’Ue sbigottita: «Non può essere una capitolazione, il piano è addirittura peggiore del previsto». E oggi, a Ginevra, è previsto un vertice tra Ue, Usa e Ucraina, per discutere su questo accordo. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha anche convocato per domani, a margine del vertice Ue-Unione africana a Luanda in Angola, un’altra riunione speciale dei 27 leader Ue.La bozza del piano Usa è composta da 28 punti ed è stata negoziata da Steve Witkoff, vecchio amico di Trump. Nel piano, la parte più debole, cioè Zelensky, viene penalizzata. Alla parte più forte, ovvero Putin, vengono accordate diverse concessioni. E, naturalmente, gli Stati Uniti, i mediatori, trattengono una cospicua commissione. L’Ucraina, adesso, è in una pessima posizione. Washington intende sfruttare l’attuale vulnerabilità politica di Zelensky, indebolito dai casi di corruzione che hanno scosso il suo governo, per chiudere in fretta la trattativa.Zelensky ha solo una via: accettare la mutilazione del suo Paese e rinunciare a una porzione di territorio ancora controllato dal suo esercito. Abbandonando ogni prospettiva di entrare nella Nato. Il leader ucraino afferma che la cosa principale è impedire «una terza invasione russa» e che non prevalga il principio che «crimini contro l’umanità» possano essere «premiati o perdonati». Della stessa idea il presidente francese Emmanuel Macron: «Senza deterrenti, i russi torneranno» e annuncia che la «coalizione dei volenterosi» che sostiene l’Ucraina terrà una videochiamata martedì.Potrà a questo punto l’Ue accettare? Nella serata di venerdì si era ventilata l’ipotesi di un piano alternativo a quello del tycoon. Ai contatti tra i volenterosi (formato Uk-Germania-Francia più l’Ucraina stessa) non ha preso parte l’Italia, scettica rispetto alla prospettiva di prescindere dal documento stilato dalla Casa Bianca. Giorgia Meloni preferisce utilizzare quello come punto di partenza e ottenere il massimo che dei gregari possono avere: qualche miglioria. Ieri, la linea di Roma - che già ha incassato l’inserimento nel testo delle garanzie di sicurezza modellate sull’articolo 5 della Nato - è sembrata in effetti prevalere. I leader del G7 e della Ue, al termine della riunione di coordinamento a margine del G20 in Sudafrica, hanno diffuso una dichiarazione congiunta, osservando che quella bozza «richiederà ulteriore lavoro». E provando persino a puntare i piedi: «I confini non devono essere modificati con la forza. Siamo preoccupati per le limitazioni proposte alle forze armate ucraine, che renderebbero l’Ucraina vulnerabile a futuri attacchi». I capi di Stato, però, hanno dovuto accettare che il piano Usa «include elementi importanti che saranno essenziali per una pace giusta e duratura. Riteniamo quindi che la bozza sia una base». La sensazione è che la paternità di questa posizione possa essere, in qualche modo, ricondotta a Palazzo Chigi. Certo, c’è ancora molto da fare e da smussare. Ma il piano di Trump sarà la piattaforma di partenza, come pensa anche il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto: «Il piano proposto è molto duro nei confronti dell’Ucraina e contiene punti che penso non potranno mai essere accettati ma lo considero il punto di inizio di una trattativa. Forse questo piano imperfetto ci dà l’occasione di provarci». Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadisce che «l’Europa deve essere protagonista di questo accordo anche perché non potrebbe non essere così». La strada pare tracciata.
Se non la conoscete la storia di Stephanie e Caroline Tatin è curiosa. Accadde loro di preparare una torta di mele in una teglia solo che si dimenticarono della pasta. Avendo già le mele cotte decisero di coprirle con un disco d’impasto, d’infornare il tutto e poi di rovesciare la preparazione sotto sopra per vedere l’effetto che fa. E l’effetto è sempre molto scenografico. Di solito la Tatin (dal nome delle due sorelle) si fa dolce, noi l’abbiamo reinterpretata con un prodotto di stagione e dell’orto. E’ sfiziosa, veloce, appetitosa.