2020-11-30
Mandarino star. Se l’arancia è la regina d’inverno il suo «piccolo papà» non è da meno
Con un tonificante cocktail di vitamine, il carico di dolcezza e poche calorie l'agrume «mini» è il perfetto snack idratante ed energetico per grandi e picciniRicordate quella scena del film Bianco, rosso e Verdone nella quale Mimmo - interpretato da quel Carlo Verdone che ha compiuto settant'anni proprio in queste settimane - cerca «un cognome come sorriso, rise, risata, come me vie' da ride»? Più o meno anche noi siamo messi così, di fronte a quello che ci appare come un indistinto mucchio di mini aranci, con nomi scambievoli: mandarino, mandarancio, clementina… Che questi agrumi arancioni abbiano degli elementi in comune fra loro è certamente vero, così come è senz'altro vero che la prima qualità condivisa sia proprio questa similarità: sono tutti agrumi e sono tutti più piccoli dell'agrume arancio. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, però, dal punto di vista botanico il mandarino non è una versione mini dell'arancio. Piuttosto, l'arancio è una versione maxi del mandarino.Citando l'arcinoto dialogo tra Darth Vader e Luke Skywalker in Star Wars - L'impero colpisce ancora, il mandarino potrebbe certamente rifiutare la discendenza dall'arancio pronunciando la mitica battuta di Darth a Luke: «No, io sono tuo padre». Il rapporto causale è infatti inverso rispetto a quanto si potrebbe pensare, anche a causa del fatto che molto spesso l'ingegneria botanica tende a riprodurre versioni bonsai di frutta e verdura per maggiore comodità di stoccaggio, com'è nel caso, per esempio, della baby anguria.Il Citrus reticulata Blanco, questo il nome botanico della pianta di mandarino e del suo frutto, è uno dei tre agrumi originali del genere Citrus insieme con cedro e pomelo: tutti gli altri agrumi, arancio compreso, derivano da queste tre specie. Di diverso dalle altre due, decisamente aspre, il Citrus reticulata Blanco presenta anche la dolcezza. Anche per questo motivo, per ottenere il passaggio di parte della sua zuccherosità all'ibrido, la maggior parte degli agrumi derivano da incroci messi in atto proprio col mandarino. Il sostantivo «mandarino» è anche il nome - antico - del funzionario politico imperiale cinese, così detto perché vestiva con un abito arancione. Mentre con la locuzione «cinese mandarino» si intende una famiglia dialettale della lingua cinese. Cina e mandarini sono un connubio inscindibile: da lì il mandarino arrivò in Europa, in primo luogo in Portogallo e Spagna, all'incirca nel Quindicesimo secolo.Pur dando l'impressione di essere tutti più o meno la stessa cosa, mandarini, clementine e mandaranci non lo sono per nulla. Il mandarancio è un ibrido tra mandarino e arancio dolce e la clementina è un ibrido tra mandarino e arancio amaro. Il mandarino, che è il secondo agrume più coltivato al mondo dopo l'arancio dolce, appartiene a una pianta alta di solito un paio di metri, al massimo quattro, che produce tra i 400 e i 600 frutti l'anno, ha foglie sottili, è piccolo, con forma un po' appiattita, ha il peduncolo radicato in una specie di piccola infossatura, è estremamente profumato, ha la buccia di colore arancio chiaro e molto sottile, anch'essa profumatissima, con un albedo molto assottigliato (perciò è molto facile sbucciarli), ha i semi (tanti). Dalla buccia del mandarino si estrae anche l'olio essenziale omonimo, composto soprattutto da d-limonene. Spesso si usa mettere le bucce sulla brace del camino, ma anche sui termosifoni, perché il calore possa diffonderne in casa i profumi. Il mandarancio è invece il frutto di una pianta la cui altezza è maggiore di 4 metri, con foglie più grosse e resistenti, è più grandicello e più colorato, spesso non ha i semi. Le clementine, anch'esse più grandi dei mandarini, sono molto dolci e succose, non hanno semi, hanno la buccia arancione acceso e più attaccata alla polpa rispetto ai mandarini.Tra i tipi di mandarino italiano ricordiamo sicuramente il Satsuma o Mikan, donato dall'imperatore del Giappone Meiji all'Alabama nel 1876 e talmente ben radicato, in seguito, da dare il suo nome anche a una città, Satsuma appunto: da noi è coltivato soprattutto in Sicilia, dove troviamo anche l'Avana e il Mandarino tardivo di Ciaculli, presidio Slow food.A livello internazionale non siamo propriamente «i ras del mandarino»: la produzione mondiale di mandarini vede primeggiare i cinesi (19.035.444 tonnellate nel 2018), seguiti da Spagna (1.978.581 tonnellate), Turchia (1.650.000 tonnellate), Marocco (1.208.789), Egitto (1.068.351), Brasile (996.872), Stati Uniti (804.670), Giappone (773.700). Al nono posto ci siamo noi, con 699.832 tonnellate. Nel 2019 abbiamo registrato 8.594 ettari di mandarineti, con una produzione di 1.381.313 quintali. Dal momento che, come avviene riguardo a tutti i prodotti ortofrutticoli, la concorrenza in primo luogo europea è tanta, cerchiamo di acquistare sempre mandarini italiani. I mandarini non fanno bene soltanto alla salute dell'economia nazionale. Ne fanno anche a quella personale e sono un'ottima alternativa allo - chiamiamolo così - strapotere dell'arancia come frutto elettivo dell'inverno. Sì, lo è, assolutamente. Ma c'è anche il mandarino, il suo «piccolo padre». In 100 grammi di mandarino (naturalmente senza buccia) troviamo circa 72 calorie: per il 91% sono carboidrati, per il 5% proteine e per il restante 4% lipidi. Quei carboidrati sono per lo più semplici, infatti nel nostro ettogrammo di polpa di mandarino abbiamo 17,6 grammi di zuccheri solubili, 1,7 grammi di fibre, di cui 0,67 solubili e 1,03 insolubili, poi 0,9 grammi di proteine, 0,3 grammi di lipidi e 81,4 grammi di acqua. Con un carico così importante di acqua e fibre, i mandarini sono un perfetto snack reidratante (non dimentichiamo che in inverno tendiamo a bere di meno, col rischio di disidratarci) e, insieme, leggermente stimolante delle corrette funzioni intestinali, ottimo per chi soffre di stitichezza.Considerati anche gli zuccheri (il mandarino è il più calorico degli agrumi), bilanciati però da davvero pochissimi grassi, qualche mandarino è la merenda perfetta per bambini e anziani innanzitutto, ma in generale per tutti, facendo attenzione a non consumarne più di uno o due alla volta se si sta seguendo una dieta dimagrante. Anche in caso di diabete, il dolce mandarino non è completamente vietato perché i suoi flavonoidi hanno proprietà antiglicemiche. Secondo alcuni studi, il flavonoide naringenina, poi, ha anche effetto antinfiammatorio, risultando perciò di aiuto in caso di dolori infiammatori.Il contenuto più importante del mandarino è la vitamina C. Il nostro famoso etto di mandarini ne contiene 42 milligrammi. Il fabbisogno giornaliero è di 90 milligrammi per gli uomini e di 70 per le donne: con due etti, quindi, ci assicuriamo la dose consigliata. Particolare di non poca importanza: si tratta di un approvvigionamento di vitamina C totalmente assimilabile perché, mangiando i mandarini crudi, non rischiamo di perdere assolutamente nulla dell'acido ascorbico, questo l'altro nome della vitamina C, che, non dimentichiamolo, è termolabile. Non ne facciamo scorta nell'organismo, quindi conviene approfittare dei mandarini che saranno nei nostri mercati e supermercati da questo mese fino a febbraio per sottoporsi a una «cura» quotidiana di vitamina C.La vitamina C, la cui carenza prolungata può provocare anche lo scorbuto, è certamente un'alleata di questo periodo, ormai quasi invernale, che mette a dura prova il nostro sistema immunitario di fronte alle malattie da raffreddamento. Oltre ad essere un potentissimo antiossidante che combatte i radicali liberi, causa dei processi di invecchiamento cellulare ma che svolgono un ruolo anche nella comparsa di patologie neurodegenerative come l'Alzheimer, la vitamina C aumenta l'assorbimento del ferro (i mandarini ne contengono 0,3 milligrammi, poco, ma meglio assorbito proprio grazie alla vitamina C). Poi, stimola la produzione di collagene, componente importante di pelle, legamenti e anche vasi sanguigni e, tornando a bomba, innalza le difese immunitarie non solo contro raffreddore o mal di gola: i mandarini aiutano anche contro asma e bronchite. Secondo alcuni studi, il mandarino ha anche proprietà antitumorali: un bicchiere di succo di mandarino al giorno ridurrebbe il rischio di sviluppare tumore al fegato e, in generale, il consumo di mandarini protegge dai cancri del tratto digestivo. Il mandarino ha anche proprietà antibatteriche: nel caso di piccole afte può essere utile fare sciacqui col succo di questo piccolo agrume. Gli antiossidanti del mandarino (non c'è solo la vitamina C: il nostro contiene anche 108 milligrammi di betacarotene) proteggono poi il sistema cardiocircolatorio perché combattono l'ossidazione delle lipoproteine Ldl, il cosiddetto «colesterolo cattivo», e riducono i trigliceridi, evitando in questo modo la formazione di placche aterosclerotiche.I mandarini inoltre, con il loro cocktail di vitamina C, vitamine del gruppo B (0,08 milligrammi di vitamina B1, 0,07 di vitamina B2, 0,3 di vitamina B3) e di vitamina A (18 microgrammi), oltre a fosforo (19 milligrammi) e magnesio (10 milligrammi), sono anche un tonico per il cervello. Tonico e al contempo rilassante: chi soffre di stress, insonnia, lievi ansia e depressione può sfruttare l'olio essenziale di mandarino (anche mettendone qualche goccia nell'acqua di un bagno caldo) che, come quello di arancio, aiuta a distendere la tensione nervosa. Le proprietà del mandarino sono sfruttate anche dall'industria cosmetica per le proprietà che esplicano su pelle e capelli. Lush, una delle più importanti (e attive da più tempo) aziende di «consumo etico», contro i test sugli animali e l'uso di materie prime di origine animale, impiega così l'olio essenziale di mandarino: «Usiamo l'olio essenziale di mandarino per le sue proprietà antibatteriche e per rendere la pelle luminosa. I succhi degli agrumi sono astringenti per cui aiutano a rimuovere le cellule morte della pelle e a migliorare la circolazione, favorendo così la crescita di nuove cellule e tessuti. Il succo di mandarino dona anche lucentezza ai capelli grazie agli acidi naturali del frutto che aiutano a mantenere chiuse e piatte le cuticole del capello che così riflette più luce. Usiamo il mandarino anche nella composizione delle fragranze dei nostri prodotti per il suo profumo fresco e agrumato, per una nota che mette di buonumore».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».