2018-06-22
Kurz si mette con Visegrad e rinforza l’Europa che vuole fermare i flussi
Il cancelliere austriaco incontra Viktor Orbán e i leader delle altre nazioni dell'Est. Ribadita la linea dura: è necessario presidiare le frontiere esterne al continente.Il premier minaccia di non partecipare al vertice Ue, dove c'è una bozza sull'immigrazione già stilata, e Berlino chiama per rassicurarlo: «È già accantonata». Parigi provoca, Matteo Salvini: «Da loro niente lezioni».Lo speciale contiene due articoli.In un'Europa che sembra andare in frantumi per i disaccordi sulle politiche migratorie, segno delle profonde spaccature è il «controvertice» che i quattro di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) hanno organizzato ieri a Budapest insieme all'Austria. Il summit nasce in contrapposizione a quello di domenica prossima a Bruxelles dove si incontreranno, convocati dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dieci Paesi che animeranno il Consiglio Ue fissato per il 28 e il 29 giugno prossimi: Germania, Italia, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Bulgaria, Malta, Grecia e la stessa Austria. Al centro, ovviamente, ci sarà la questione migranti, per la quale Juncker auspica una soluzione condivisa che scongiuri misure unilaterali, come quelle chieste dal ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer, sul respingimento degli immigrati registrati in altri Paesi europei. Ma il summit di Bruxelles rischia di trasformarsi nel preludio al fallimento della due giorni di fine mese: su impulso di Angela Merkel ed Emmanuel Macron, infatti, la road map era stata impostata in modo tale da affrontare soltanto il problema degli spostamenti secondari, cioè interni alla Ue, degli immigrati, ignorando i progetti di limitazione delle partenze caldeggiati dall'Italia. Una furbata che ha suscitato la reazione di Matteo Salvini e del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale, minacciando di dare forfait alla riunione di Bruxelles se questa avesse dovuto ratificare un «testo già preconfezionato», ha costretto la cancelliera tedesca a cestinare la bozza avanzata con Macron.I Paesi di Visegrad si sono sempre opposti a ogni proposta della Commissione europea e a ogni tentativo di revisione dei trattati di Dublino che implicassero l'imposizione delle «quote» di migranti da redistribuire tra gli Stati membri dell'Ue. Addirittura, l'Ungheria di Viktor Orbán mercoledì ha fatto inserire in Costituzione il divieto di accogliere immigrati economici irregolari. Alle quattro nazioni recalcitranti si è aggiunta Vienna, che con il cancelliere Sebastian Kurz ha lanciato il cosiddetto «asse dei volenterosi», che includerebbe l'Italia e il cui scopo sarebbe quello di mettere un argine alle partenze, ricorrendo ai presidi in territorio africano.È l'idea che Conte aveva sottoposto al presidente francese Macron durante il faccia a faccia di Parigi. Il progetto prevede la realizzazione di hotspot per monitorare le richieste d'asilo, impedendo che chi non ha diritto a rimanere sul suolo europeo metta a repentaglio la propria vita, affrontando il viaggio nel Mediterraneo. In fondo, che nessuno abbia intenzione di farsi carico degli immigrati economici lo ha reso chiaro la Spagna di Pedro Sanchez, lodata dall'internazionale mediatica progressista per aver lasciato approdare la nave Aquarius a Valencia, eppure subito esplicita nel precisare che gli sbarcati avranno un permesso umanitario di 45 giorni, al termine dei quali chi non ha titolo per stare in Spagna verrà rispedito indietro.Ma ancor più di ungheresi, polacchi, cechi e slovacchi, è proprio Kurz la figura chiave di questa delicatissima fase politica. Il cancelliere austriaco su Twitter ha fatto sapere che con i leader di Visegrad, al controvertice di Budapest, si è discusso di «lotta contro l'immigrazione illegale». E in vista della presidenza di turno del Consiglio europeo, che toccherà all'Austria per il semestre che inizia a luglio, il suo messaggio sarà recepito positivamente a Roma: «Dobbiamo mettere da parte il dibattito sulla distribuzione e concentrarci sulla protezione delle frontiere esterne», esattamente la tesi del nostro ministro degli Interni, Matteo Salvini, che evoca neppure troppo velatamente i blocchi navali.Il «giornalista unico» insiste nell'osservare che gli egoismi di Austria e Paesi di Visegrad danneggeranno l'Italia, perché la chiusura delle loro frontiere significherà che gli immigrati dovremo gestirli da soli. Ora, nessuno crede che tra le nazioni europee viga l'altruismo; anzi, è palese che ciascuno agisca nel proprio interesse. Il punto è che la convergenza degli interessi ci rende più in sintonia con i presenti al summit di Budapest, che con i patinati partecipanti all'incontro di domenica prossima nella capitale belga. Vienna e i quattro di Visegrad non vogliono le quote, ma sono disposti a impegnarsi affinché le partenze siano limitate. Merkel e Macron, invece, ancora cercano sotterfugi che li aiutino a placare i malumori interni, come nel caso della rivolta della Csu contro la cancelliera, e forse non sono rassegnati a un'Italia che rialza la testa.Certo, la strada degli hotspot in Africa e del pattugliamento del Mediterraneo è accidentata: la Tunisia, ad esempio, ha già fatto sapere che non accetterà alcun presidio sul suo territorio. Ma nell'Unione europea che, a dispetto del nome, risulta sempre meno unita, una via d'uscita da certi vicoli ciechi può venire soltanto da chi è pronto a far saltare il banco.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/kurz-si-mette-con-visegrad-e-rinforza-leuropa-che-vuole-fermare-i-flussi-2580106067.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="conte-da-una-regolata-alla-merkel-a-macron-resta-linsulto-lebbrosi" data-post-id="2580106067" data-published-at="1758095243" data-use-pagination="False"> Conte dà una regolata alla Merkel A Macron resta l’insulto: «Lebbrosi» L'Europa deve fare i conti con Conte. La minaccia del governo italiano di disertare il prevertice sull'immigrazione di domenica prossima a Bruxelles, al quale parteciperanno 13 leader di altrettante nazioni europee, ha sortito l'effetto sperato: la bozza della dichiarazione finale, che aveva provocato forte irritazione nel governo italiano, è stata accantonata, come ha garantito ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Dunque l'Italia sarà presente insieme a Belgio, Olanda, Grecia, Spagna, Malta, Germania, Francia, Bulgaria, Austria, Danimarca, Croazia e Slovenia al summit informale convocato dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Intanto, il presidente francese Emmanuel Macron perde le staffe, insulta i «populisti» definendoli «lebbrosi» e scatena la risposta rabbiosa del governo italiano. La bozza della dichiarazione finale, circolata l'altroieri, aveva indispettito non poco il governo italiano: il premier Conte, in piena sintonia con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, aveva fatto sapere di essere pronto a disertare la riunione. Il testo prevedeva una forte stretta sui «movimenti secondari», ovvero gli spostamenti dei richiedenti asilo tra i vari stati dell'Ue. In particolare, la bozza accontentava le richieste del ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, che in polemica con la cancelliera Angela Merkel si è detto pronto a chiudere le frontiere per impedire agli immigrati sbarcati in un'altra nazione (Italia, Spagna, Grecia) di introdursi in Germania, respingendoli verso il primo approdo. Una prospettiva indigeribile per l'Italia, che invece chiede con forza di affrontare il problema dei «movimenti primari», ovvero degli sbarchi veri e propri. Inoltre, l'Italia chiede di istituire hotspot nei paesi africani dai quali partono le migliaia di disperati che si imbarcano sulle carrette del mare. «Se andiamo lì», aveva detto Salvini, «per avere il compitino già preparato da francesi e tedeschi è giusto risparmiare i soldi del viaggio. Con la bozza che circola pensano di mandarci altri immigrati, invece di aiutarci». Ieri pomeriggio, il colpo di scena: Conte ha ricevuto la telefonata della Merkel che ha sbloccato la situazione. «Ho appena ricevuto», ha scritto su Facebook il premier, «una telefonata dalla cancelliera Merkel, preoccupata della possibilità che io potessi non partecipare al pre vertice di domenica a Bruxelles sul tema immigrazione. Le ho confermato che per me sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato. La cancelliera», ha aggiunto Conte, «ha chiarito che c'è stato un misunderstanding: la bozza di testo diffusa ieri verrà accantonata. Domenica al centro della discussione sull'immigrazione ci sarà la proposta italiana e se ne discuterà insieme alle proposte degli altri Paesi. Nessuno», ha concluso il premier italiano, «può pensare di prescindere dalle nostre posizioni. Ci vediamo domenica a Bruxelles!». Già alcune ore prima della telefonata tra la Merkel e Conte, una portavoce della Commissione Europea aveva detto di «condividere le preoccupazioni dell'Italia. La bozza della dichiarazione di domenica», aveva aggiunto la portavoce, sarà riequilibrata prima del vertice, si tratta solo di una bozza per la discussione». «L'Italia», aveva aggiunto il commissario europeo alla migrazione, Dimitris Avramopoulos, «ha ragione di chiedere un cambiamento, le regole internazionali non sono chiare, per quanto concerne la ricerca e il salvataggio l'Italia ha sostenuto una responsabilità molto più grande dei Paesi vicini». La telefonata di Angela Merkel a Giuseppe Conte è stata commentata con soddisfazione da Matteo Salvini: «È importante», ha detto il capo del Viminale, «che la premier tedesca chiami il premier italiano, perché fino a un po' di tempo fa ci davano per scontati. Ci mandavano una mail a cose avvenute. Ho piena fiducia nel premier Conte», ha aggiunto Salvini, «e sono orgoglioso che l'Italia non sia più da sola. Finalmente a Berlino qualcuno si è accorto che esiste anche l'Italia». «Finalmente», ha esultato su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, «vedo un'Italia rispettata in Europa e nel mondo. Continui così presidente Giuseppe Conte!». In serata è poi piombata l'incredibile provocazione di Emmanuel Macron sui populisti: «Li vedete crescere come una lebbra», attacca il leader francese, «un po' ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori provocazioni», attacca Macron, «e nessuno si scandalizza». Il riferimento all'Italia è chiarissimo e scatena la reazione di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: «La vera lebbra», scrive Di Maio su Twitter, «è l'ipocrisia di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto sacrosanto di chiedere una equa ripartizione dei migranti. La solidarietà o è europea o non è». Duro anche Salvini: «Un signore, eh. Caviale, champagne e signorilità. Ma io lezioni da un Paese che ha l'esercito alla frontiera italiana non ne prendo. Se la Francia si prende dieci barconi dalla Libia, ne riparliamo. Gli insulti dei chiacchieroni Macron e Roberto Saviano non mi toccano», conclude il ministro dell'Interno, «anzi mi fanno forza». Carlo Tarallo
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