
Il bombardamento sarebbe partito da un carro armato: tre morti e una decina di feriti, tra i quali padre Romanelli. L’ira della Santa Sede: «Ora subito cessate il fuoco». Protestano anche Meloni e Tajani. Indagine interna dell’Idf. Netanyahu al tycoon: «Un errore».È una polemica significativa quella esplosa ieri, dopo che le forze israeliane hanno colpito la chiesa della Sacra Famiglia: l’unica presente nella Striscia di Gaza. Secondo il Patriarcato latino di Gerusalemme, l’attacco ha causato tre vittime. I feriti sono invece stati una decina, tra cui il parroco, Gabriel Romanelli. Il ministero degli Esteri israeliano ha espresso «profondo dolore» per quanto accaduto. Cordoglio ribadito in serata anche da Benjamin Netanyahu: «Israele esprime profondo rammarico per il fatto che una munizione vagante abbia colpito la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Ogni vita innocente persa è una tragedia. Condividiamo il dolore delle famiglie e dei fedeli. Siamo grati a Papa Leone per le sue parole di conforto (riportate di seguito, ndr). Israele sta indagando sull'incidente e rimane impegnato a proteggere i civili e i luoghi santi». Il premier ebraico ha anche detto a Donald Trump che si è trattato di un errore. «Sua Santità Papa Leone XIV ha appreso con profondo dolore la notizia della perdita di vite umane e dei feriti causati dall’attacco militare alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, e assicura al parroco, padre Gabriel Romanelli, e a tutta la comunità parrocchiale la sua vicinanza spirituale», ha dichiarato la Santa Sede, per poi aggiungere: «Nel raccomandare le anime dei defunti all’amorevole misericordia di Dio onnipotente, il Santo Padre prega per la consolazione di coloro che sono in lutto e per la guarigione dei feriti. Sua Santità rinnova il suo appello per un immediato cessate il fuoco ed esprime la sua profonda speranza per il dialogo, la riconciliazione e la pace duratura nella regione». Dal canto suo, il Patriarcato latino di Gerusalemme ha «condannato fermamente questa tragedia e questo attacco a civili innocenti e a un luogo sacro». «Tuttavia, questa tragedia non è più grave o più terribile delle tante altre che hanno colpito Gaza», ha aggiunto. «Quello che sappiamo per certo è che un carro armato - dicono le Idf per errore, ma non ne siamo sicuri - ha colpito direttamente la chiesa, la chiesa della Sacra Famiglia», ha inoltre affermato il cardinale Pierbattista Pizzaballa. «Dicono sempre che i negoziati sono a buon punto, ma lo dicono da tanto tempo», ha anche sottolineato il patriarca a Rainews: «È ora di concludere questa guerra che non ha mai avuto senso ma adesso ne ha ancora meno». Particolarmente dura si è rivelata la reazione del governo italiano. «I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta portando avanti da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento», ha dichiarato Giorgia Meloni, mentre il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha sentito l’omologo israeliano, Gideon Sa’ar, chiedendogli di far luce sul raid. Dall’altra parte, il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, ha parlato di «attacco inaccettabile a Gaza contro la chiesa della Sacra Famiglia, storicamente sotto la protezione della Francia». «Seria preoccupazione» è stata inoltre espressa dal governo argentino, che ha esortato a «tutelare i luoghi di culto, il personale religioso e la libertà di religione». Critiche a Israele sul raid contro la chiesa sono arrivate anche da Hamas e dall’Anp.Prosegue nel frattempo il processo diplomatico per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia. «Abbiamo buone notizie su Gaza», ha dichiarato Donald Trump l’altro ieri. Nell’occasione, l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha affermato che i colloqui a Doha starebbero procedendo bene. Sempre l’altro ieri, il presidente americano ha ospitato a cena il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. «Credo che un accordo sia raggiungibile», ha dichiarato, nello stesso giorno, un funzionario israeliano, riferendosi a un’eventuale intesa sugli ostaggi tra lo Stato ebraico e Hamas. In tal senso, il Times of Israel ha riferito che «si è aperta una finestra per raggiungere un accordo entro pochi giorni, dopo che Gerusalemme ha accettato di ridurre significativamente la sua presenza di forze a Gaza durante la tregua di 60 giorni in discussione». Il nodo risiede tuttavia nel fatto che Netanyahu deve fare i conti con l’ala destra del suo governo: proprio ieri, mentre il gabinetto di sicurezza veniva convocato, il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha chiesto al premier di «fermare» le trattative con Hamas. Sempre ieri, il tema del cessate il fuoco nella Striscia è stato affrontato anche dal premier britannico, Keir Starmer, e dal cancelliere tedesco, Friedrich Merz.Tutto questo mentre mercoledì sera il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, si è messo in viaggio per Washington, dove dovrebbe incontrare il capo del Pentagono, Pete Hegseth, per parlare principalmente di «Iran e altre minacce regionali». Non dimentichiamo che Teheran è il principale finanziatore di Hamas. E che Trump ha bisogno di risolvere sia la questione di Gaza sia quella del nucleare iraniano per poter procedere con il rilancio degli Accordi di Abramo. Ieri pomeriggio l’Idf ha emesso un avviso rivolto ai residenti di Jabalia (nel Nord della Striscia), sostenendo che fosse «necessario evacuare immediatamente a Mawasi». Poco dopo, ha anche rivelato di aver ucciso un alto comandante di Hamas durante un raid condotto il 10 luglio.
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Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta