2020-01-25
Il cancro oggi si combatte gene per gene
I promettenti risultati del nuovo approccio «molecolare» alla cura dei tumori discussi a Cambridge da un'equipe di oncologi italiani e scienziati britannici. L'obiettivo è sviluppare trattamenti di precisione utili all'individuazione di terapie più efficaci.A Cambridge, presso Oncologica Uk, l'azienda più importante in Europa sulla terapia biologica personalizzata con test genetici su tessuto tumorale, lo staff guidato dal professor Umberto Tirelli e con la dottoressa Cinzia Cirrito, si è incontrato con i responsabili scientifici britannici insieme ai rappresentanti di dieci diversi istituti italiani, compresi l'Istituto dei tumori di Milano, l'Istituto tumori Pascale di Napoli, il Policlinico universitario di Napoli, l'ospedale di Siracusa, l'ospedale di Pesaro e altre cliniche italiane.Avendo a disposizione i classici blocchi di paraffina utilizzati per la conservazione dei tessuti tumorali asportati o biopsiati del singolo paziente, un tassello di questo materiale viene inviato al laboratorio di Cambridge di Oncologica Uk e qui viene analizzato; entro 10-15 giorni viene redatto il report che riporta la correlazione tra le mutazioni genetiche individuate ed i farmaci approvati dalle maggiori organizzazioni mondiali, nonché quelli in fase di sperimentazione clinica, oltre che la possibilità di impiegare con efficacia i farmaci immunologici che sono entrati recentemente nella pratica clinica. In base a questo approccio, piuttosto che raccomandare trattamenti basati esclusivamente sul fatto che l'individuo ha uno specifico tipo di cancro, per esempio del polmone, della mammella, del colon-retto, eccetera, ora invece la terapia è scelta esaminando la malattia a livello molecolare per capire il modo migliore per trattarla. Un approccio agnostic of cancer type, cioè a prescindere dal tumore di cui è affetto il paziente, che è stato approvato dalla Food and drug administration (Fda) degli Stati Uniti e che viene impiegato anche in altri Paesi anglosassoni come l'Australia. Queste terapie «tumore-agnostiche» stanno iniziando a mostrare risultati promettenti in ambito clinico, aiutando i pazienti in diversi tumori difficili da trattare, specialmente in seconda linea dopo il fallimento della prima linea. Nel centro tumori della Tirelli medical group a Pordenone (www.tirellimedical.it) sono già stati trattati un centinaio di pazienti con questa strategia terapeutica. Anche un lavoro uscito recentemente sulla rivista Oncotarget di un gruppo della Stanford University in California ha dimostrato che l'uso della terapia che si basa sull'oncologia di precisione (Oncotest) migliora la sopravvivenza dei pazienti oncologici refrattari, diminuendo nel contempo i costi del trattamento.Le mutazioni che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle neoplasie sono state definite mutazioni driver, in quanto in grado di conferire un vantaggio di crescita nelle cellule affette. Nei tumori umani sono stati a oggi identificati circa 350 geni driver implicati nello sviluppo del cancro. Indagini mediante sequenziamento massivo hanno dimostrato che i tumori presentano numerose mutazioni, la maggior parte delle quali non sono driver ma passenger, cioè non coinvolte nello sviluppo tumorale ma verificatesi casualmente e selezionate dalla rapida crescita neoplastica.Conoscere i driver genetici, cioè quelle alterazioni genetiche che sono alla base della moltiplicazione del tumore, permette di sviluppare dei trattamenti di precisione che indirizzano in modo specifico ed in maniera del tutto nuova alla scelta dei farmaci biologici ed immunologici. Al momento gli oncologi dispongono di informazioni limitate nel tentativo di individuare il giusto farmaco anticancro per il loro paziente. Esistono infatti più di 300 farmaci antitumorali e centinaia di differenti tipologie di cancro, ognuna di queste possiede inoltre differenti mutazioni genetiche che rispondono in modo diverso alle terapie. Ne consegue che, anche per un bravo oncologo, le probabilità di trovare il mix farmacologico efficace possono essere basse. L'utilizzo del test genetico sul tessuto è in grado di aiutare l'oncologo nella giusta scelta, aumentando la probabilità di prescrivere un farmaco efficace. Infine anche la terapia immunologica viene individuata attraverso questo test. Il professor Riccardo Dolcetti, che è cattedratico di medicina oncologica all'Università del Queensland, in Australia, e che è stato a lungo all'Istituto tumori di Aviano, sostiene che lì il genotest sul tessuto tumorale viene eseguito in prima linea nei tumori principali (ad esempio polmone, mammella, colon retto, prostata) ma viene eseguito anche nelle ricadute tumorali con eventuale biopsia del tessuto, se fattibile. Alla Tirelli medical group il procedimento è eseguito solo nelle ricadute tumorali, cioè nei pazienti nei quali la terapia di prima linea ha fallito. Anche se ancora l'impatto clinico del genotest non è tale da essere pratica clinica, lo potrà diventare nel prossimo futuro anche secondo quanto riferito recentemente nella rivista New England Journal of Medicine. Il primo trattamento cosiddetto indipendente dall'istologia del tumore, cioè secondo l'approccio agnostic of cancer type, è stato raccomandato per approvazione recentemente nell'Unione europea. Il farmaco si chiama Larotrectinid e bersaglia una mutazione genetica specifica che si chiama Ntrk, cioè il gene del recettore chinasico della tirosina neurotropica. Il Larotrectinid è indicato per il trattamento di tutti i tumori pediatrici e degli adulti con tumori solidi che hanno la mutazione del Ntrk, a prescindere dal fatto che il tumore sia della mammella, del polmone, del colon, melanomaeccetera. Questo farmaco è stato approvato già nel novembre 2018 negli Stati Uniti e viene considerato un rimedio che cambia radicalmente il tipo di trattamento oncologico. I dati pubblicati recentemente dal New England Journal of Medicine mostrano una risposta globale del 76%, che è abbastanza inusuale per pazienti così pretrattati come questi che sono stati sottoposti al Larotrectinid. Questa alterazione genetica si può trovare nei tumori del polmone, del colon, della mammella, della tiroide e nel melanoma. Durante il meeting di Cambridge si è discusso dei progressi in questo ambito in accordo con quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove tutti i tumori sono trattati in maniera personalizzata sulla base delle alterazioni genetiche ed immunologiche di ogni singolo paziente.
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