2023-11-16
Trovato un arsenale di Hamas nell’ospedale
Soldati israeliani all'ospedale Al-Shifa di Gaza (Ansa-Idf)
Azione delle forze israeliane presso il nosocomio di Al Shifa: individuate le armi, ma non gli ostaggi. Sui quali prosegue l’azione diplomatica del Qatar: i terroristi ne libereranno 50 in cambio di tre giorni di tregua. Fatto saltare in aria il Parlamento di Gaza.Giorgia Meloni telefona a Erdogan. Scintille tra Conte e Tajani in Aula: «Italia vigliacca». «Un ex premier non parla così».Lo speciale contiene due articoli.Ormai ci sono le prove: Hamas usava l’ospedale di Al Shifa come base di comando. Una comunicazione ufficiale su questo è arrivata anche dalla Casa Bianca: «Hamas e la Jihad islamica usano gli ospedali, compreso quello di Al Shifa - e i tunnel sottostanti - per mascherare operazioni militari e tenere gli ostaggi» ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, citando «varie informazioni di intelligence». Chiarisce però che gli Usa non hanno dato il loro ok all’operazione dell’Idf. L’esercito israeliano nella notte di ieri infatti ha eseguito un’azione mirata in una precisa area dell’ospedale più grande di Gaza. Tra le forze presenti anche «squadre mediche e persone che parlano arabo, che sono state sottoposte a un addestramento specifico per prepararsi a quell’ambiente complesso e sensibile, con l’intento di non arrecare alcun danno ai civili usati da Hamas come scudi umani». Le forze israeliane hanno fatto sapere di avere trovato armi e infrastrutture terroristiche durante il raid e che non ci sarebbero stati scontri all’interno del complesso dopo l’arrivo dei soldati durante la notte, così come non ci sarebbe stato alcun attrito con il personale medico o i pazienti. «Non vogliamo vedere uno scontro a fuoco in un ospedale», aveva commentato un portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca alla notizia dell’ingresso delle Forze di difesa israeliane. Nonostante questo, Hamas ha definito l’operazione militare israeliana all’interno dell’ospedale Al-Shifa un «crimine barbaro contro una struttura medica protetta dalla quarta Convenzione di Ginevra». Aggiungendo: «L’affermazione dell’occupazione israeliana secondo cui le armi sono state stoccate all’ospedale di Al Shifa è una palese menzogna che non dovrebbe più ingannare nessuno». E riferendosi agli Stati Uniti: «L’occupazione israeliana e tutti coloro che hanno collaborato con essa per uccidere bambini, pazienti e civili innocenti saranno ritenuti responsabili». Il diritto internazionale prevede che gli ospedali possano perdere il loro status di protezione se i combattenti li usano per scopi militari, ma ai civili deve essere concesso tutto il tempo per fuggire. «Israele ci ha dato 30 minuti di preavviso», ha detto alla Cnn un medico dell’ospedale. «Ci è stato chiesto di stare lontani dalle finestre e dai balconi». «Il fuoco è ancora intenso e sentiamo esplosioni ovunque», ha detto nel pomeriggio un altro medico della struttura. Con il raid, le forze israeliane «stanno commettendo un nuovo crimine contro l’umanità, il personale medico e i pazienti», ha dichiarato il ministro della Sanità palestinese. Condanna che arriva anche dal solito direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: «L’incursione è totalmente inaccettabile. Anche quando le strutture sanitarie vengono utilizzate per scopi militari devono essere applicati i principi di proporzionalità e precauzione», ha ricordato. Durante l’operazione gli israeliani hanno consegnato alimenti per bambini, forniture e mediche e incubatrici per neonati. Infine in serata l’Idf ha annunciato la ritirata dall’ospedale senza trovare alcuna traccia di ostaggi attualmente detenuti. Sul tema continuano i progressi sull’accordo condotto dal Qatar. Hamas ha accettato il rilascio di 50 ostaggi in cambio di tre giorni di tregua. Condizioni ancora non accolte da Israele, invece. Infine ieri hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’esplosione del Parlamento di Gaza, fatto saltare in aria dai soldati israeliani che lo avevano conquistato appena due giorni prima. Dal 2007 al loro interno sedevano solo parlamentari di Hamas, senza alcuna rappresentanza di opposizione. Adesso tutta la zona Nord della Striscia è sotto il controllo di Gerusalemme. Lanciato un altro appello ai residenti palestinesi del Nord affinché fuggano verso Sud. «È per la vostra sicurezza», ha detto il portavoce di lingua araba dell’esercito israeliano. Le operazioni israeliane proseguono anche in Cisgiordania, dove è stato arrestato il leader di Hamas a Ramallah, Hussein Abu Queiq. In passato, sia Israele che l’Autorità nazionale palestinese lo avevano ripetutamente detenuto. Non si placa nemmeno il fronte aperto con il Libano. In risposta a una serie di lanci verso il territorio israeliano, l’artiglieria ha risposto colpendo le fonti dell’attacco in Libano. Inoltre, i carri armati hanno colpito un posto di osservazione di Hezbollah. Continuano anche le minacce provenienti dallo Yemen. I ribelli houthi sostenuti dall’Iran hanno affermato di aver effettuato un lancio di missili balistici su vari obiettivi israeliani, inclusa la città di Eilat sul Mar Rosso. Il portavoce ha aggiunto che il gruppo «non esiterà a prendere di mira qualsiasi nave israeliana nel Mar Rosso o in qualsiasi altro luogo» che potrebbe raggiungere. Il drone è stato abbattuto ancora una volta da una nave della Marina degli Stati Uniti. È anche per timore che si allarghi il conflitto che il Pentagono ha aumentato, senza grandi dichiarazioni, gli aiuti militari a Israele. Si tratta di «richieste che includono più missili a guida laser per la sua flotta di cannoniere Apache, oltre a proiettili da 155 mm, dispositivi per la visione notturna, munizioni bunker-buster e nuovi veicoli dell’esercito».Novità anche sul fronte aiuti. Mentre continuano le pause umanitarie di Israele per permettere l’uscita di civili e l’ingresso di forniture, ieri per la prima volta è entrato a Gaza un camion contenente 24.000 litri di gasolio utile ai mezzi di distribuzione degli aiuti delle Nazioni Unite. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gaza-al-shifa-hamas-2666284942.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="telefonata-tra-erdogan-e-meloni-il-conflitto-non-si-deve-allargare" data-post-id="2666284942" data-published-at="1700129201" data-use-pagination="False"> Telefonata tra Erdogan e Meloni: «Il conflitto non si deve allargare» Nelle ore in cui è il Qatar a giocare un ruolo chiave sulla questione del rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, in Italia scoppia una forte polemica tra una parte di opposizione e maggioranza in merito alla crisi in Medio Oriente. Ad aprire lo scontro verbale è stato Giuseppe Conte. Durante il question time, il leader del Movimento 5 stelle si è scagliato in aula contro il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Sospendete immediatamente le forniture di armi a Israele», ha tuonato Conte, «il mio governo lo ha fatto con alcuni Paesi. Per farlo serve solo una cosa che vi manca: il coraggio». L’ex premier ha poi continuato usando toni e parole pesanti: «Cosa sta facendo il governo per fermare la carneficina di Gaza? Non possiamo limitarci a qualche pausa, a qualche corridoio umanitario. Serve il cessate il fuoco adesso. Ma l’Italia si è pilatescamente astenuta all’Onu. Le mamme di Gaza danno quasi per certa la morte dei loro figli sotto le bombe. Noi non vorremmo che sopra quelle bombe ci sia il nome indelebile dell’Italia e della sua vigliaccheria». Immediatamente dopo è arrivata puntuale e secca la reazione di Tajani, che ha prima chiesto a Conte di utilizzare «un linguaggio più consono a un uomo che è stato presidente del Consiglio», e poi ha ribadito che la linea del governo per affrontare la crisi a Gaza resta quella di «impegnarsi a raggiungere delle pause umanitarie», aggiungendo che «i codardi non stanno certamente sui banchi di questo governo». Prima della bagarre, in risposta alle domande rivolte dal leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, il vicepremier aveva detto che «Hamas non dovrà più controllare Gaza» e che «l’Italia è in prima linea per una soluzione che preveda la presenza delle Nazioni unite che possa instaurare un’amministrazione internazionale transitoria in grado di preparare il ritorno dell’Autorità nazionale palestinese». Nel frattempo, ieri, Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Si è parlato ovviamente della crisi medio orientale. Il premier italiano, oltre a scongiurare un eventuale allargamento del conflitto e auspicare una veloce de-escalation, ha ribadito al leader di Ankara il ruolo cruciale che la Turchia può ricoprire per tutta la regione in questo scenario così delicato. Il Sultano ha chiesto alla Meloni di aspettarsi che l’Italia sostenga con forza un cessate il fuoco, e ha infine detto che la Turchia prenderà iniziative per portare Israele davanti al tribunale internazionale per aver commesso crimini di guerra. Ma non solo. Durante un discorso al gruppo parlamentare Akp, il suo partito, Erdogan ha proseguito dritto su quella che è la linea turca fin dall’inizio di questo conflitto: «Lo dico chiaramente: Israele è uno Stato terrorista. Hamas è un partito politico che ha vinto le elezioni in Palestina. A Gaza è in corso un genocidio». Parole durissime che in poco tempo sono arrivate a Tel Aviv, da dove ha replicato il leader dell’opposizione, Yair Lapid: «Non prendiamo lezioni di moralità dal presidente Erdogan, un uomo con un passato spaventoso in materia di diritti umani». Dal Vaticano, invece, è giunto un altro appello di pace. Al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, papa Francesco ha chiesto ai fedeli di pregare ogni giorno sia per l’Ucraina che per il Medio Oriente. Mentre oggi inizia una nuova missione diplomatica per conto della Ue dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.