2019-04-15
Il «Trono di Spade» poggia su un business da 20 miliardi di dollari
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La serie tv basata sulla saga fantasy di George R.R Martin vale più degli Oscar e del Super Bowl. Oltre a streaming, dvd e libri, il mercato è ricco di gadget ed edizioni limitate ispirate al telefilm. A fiorire è anche il turismo nei set degli episodi più famosi tanto che in Irlanda aprirà nel 2020 un tour per i più appassionati. Il conto alla rovescia per il finale di Game of Thrones è iniziato. Chi conquisterà la corona? Otto casate, otto tipologie di whisky differenti. Diageo ha creato cocktail speciali per brindare all'ottava stagione. Dal «blood and sand» della casata Baratheon alla cioccolata calda speziata degli Stark: la nostra guida a come festeggiare in compagnia l'uscita del primo episodio. Dieci mete per rivivere in prima persona i momenti più salienti della serie. Dalla casa di Jon Snow in Irlanda ai palazzi della famiglia Martell in Spagna. In Lapponia è stato ricostruito un intero villaggio di ghiaccio in cui si possono vestire i panni degli abitanti di Westeros. Guarda il video. Lo speciale contiene quattro articoli.«Winter is coming», l'inverno sta arrivando, recita il claim della serie ormai arrivata alla sua ottava stagione: ma il fuoco del successo di Game of Thrones sembra ancora lontano dallo spegnersi. La serie fantasy ispirata ai romanzi di George R.R. Martin e prodotta da Hbo punta a replicare il boom planetario raggiunto finora: dal debutto nel 2011, a fronte di costi di realizzazione non certo trascurabili, Got è riuscita, caso molto raro nell'industria delle serie tv, nell'obiettivo di incrementare costantemente gli ascolti e di conseguenza i guadagni.La lavorazione della serie che narra le gesta di Danaerys Targaryen e Cersei Lannister risponde a un cliché ben noto nell'industria del cinema e della tv: chi più spende, più guadagna. E nel caso di Got è stato calcolato che ogni puntata delle prime stagioni sia costata i 6 e gli 8 milioni di dollari: per l'ottava stagione il budget totale è lievitato, secondo Business Insider, a 90 milioni di dollari per 6 episodi, che fa una media – astronomica - di 15 milioni a puntata. Anche i cachet degli attori principali sono di tutto rispetto: nomi come Peter Dinklage, Emilia Clarke, Lena Headey, Kit Harrington e Nikolaj Coster-Waldau, secondo The Standard fino alla settima stagione guadagnavano l'onorevole cifra di 500.000 dollari a episodio; con la nuova stagione lo stipendio è aumentato di altri 200.000 dollari, cifra che rende i protagonisti della serie tra gli attori più pagati dello showbiz televisivo. Vanno poi ovviamente considerati i costi organizzativi, che hanno un impatto considerevole, come vedremo in seguito, sull'economia dei Paesi che ospitano i set: la Bbc ha calcolato in 150 milioni di sterline a stagione la spesa per hotel, ristorazione e servizi per le troupe. Cifre da capogiro, che però, stando ai calcoli, sono state ampiamente ripagate: Game of Thrones, che viene venduta in 173 Paesi del mondo, ha infatti realizzato guadagni compresi tra i 629 milioni di dollari all'anno calcolati da Showtime e il miliardo stimato dal New York Times.Non è solo merito, ovviamente, degli ascolti: un apporto molto importante arriva dagli accordi di licensing per la vendita del merchandising della serie dei draghi e dei metalupi. Gli accordi sono ben 60, e i prodotti vanno dai classici gadget come magliette e cappellini fino a birra e whisky a marchio Game of Thrones, passando dai giochi da tavolo e da un videogioco ufficiale realizzato da Telltale Games. Con l'arrivo dell'ottava stagione il merchandising di Got si trova un po' dappertutto e si rivolge a tutte le tasche: come spiega Forbes, gli appassionati possono comprare le spade Oathkeeper o Longclaw rispettivamente per 270 o 250 dollari dal sito Valyriansteel.com, o puntare su raffinati portafogli e borsette in pelle, come la Targaryen tote bag della designer Danielle DiFerdinando, o più semplicemente optare per una economica t-shirt da Target. Per chi ama cibi e bevande, sono disponibili i biscotti Oreo in edizione speciale, oltre ai già citati whisky, prodotti da Johnny Walker (White Walker) e Diageo. Non potevano poi mancare le bambole con la testa dondolante (le cosiddette «bobbleheads» ispirate ai personaggi chiave), in vendita dal 14 aprile a un prezzo compreso tra 40 e 65 dollari al pezzo. E anche un colosso del fast fashion come Primark non si è fatto sfuggire l'occasione: nella nuova collezione di articoli per la casa i fan di Game of Thrones troveranno di tutto, dai tappeti alle vere uova di drago come candele. E per gli appassionati di make up, Urban Decay ha annunciato l'uscita di una nuova palette dedicata allo show in concomitanza con il lancio dell'ottava stagione.Ma la presa di una serie come Game of Thrones sull'immaginario collettivo è tale da influenzare anche i flussi turistici: sempre più viaggiatori pensano ai set degli show tv quando si tratta di scegliere i posti da visitare. Secondo The Week, grazie a Game of Thrones Croazia, Islanda e Irlanda del Nord sono da annoverare di diritto tra le mete più gettonate del 2019. Il quotidiano britannico The Telegraph ha definito questo fenomeno «the Game of Thrones effect»: le località usate come set hanno visto un aumento esponenziale del turismo dal 2011 a oggi, con indubbi vantaggi e anche qualche lamentela. Come nel caso della croata Dubrovnik, più nota ai fan di Got come King's Landing: i residenti si sono lamentati dell'eccessivo afflusso di turisti, che avrebbe trasformato la cittadina in una sorta di Disneyland per gli appassionati della serie. Nel 2010, l'anno precedente all'inizio di Got circa 9 milioni di persone avevano visitato la Croazia: in otto anni la cifra è più che raddoppiata, raggiungendo i 18,4 milioni lo scorso anno. Molti di questi arrivi sono proprio riconducibili al successo della serie dei draghi: oltre a Dubrovnik, infatti, anche location meno note come l'isola di Lokrum – dove nella serie sorge la città fantastica di Qarth – hanno visto un aumento esponenziale delle ricerche. Anche l'Islanda ha visto il numero dei turisti schizzare dai 500.000 del 2010 ai 2,2 milioni del 2018, per un aumento del 340% dovuto anche alla popolarità di Game of Thrones; anche in questo caso molti residenti si sono lamentati della «disneyzzazione» del Paese, con le strade di Reykjavik costellate di negozi turistici pieni di souvenir a poco prezzo. Un aumento delle ricerche e dei visitatori si è registrato anche in Spagna, specie nei confronti della città di Siviglia e di località poco note come le spiagge di Itzurun e l'isoletta di San Juan de Gaztelugatxe. Anche l'Irlanda del Nord, terra di numerose e suggestive location, ha beneficiato di un aumento dei visitatori legato alla serie, con quasi 5 milioni di visite con almeno un pernottamento, che hanno contribuito per circa 1 miliardo di sterline all'economia locale; e in questo caso, spiega il Telegraph, senza fenomeni di «overtourism».Chiara Merico