L’ex nunzio apostolico non ha fatto nulla per nascondere le sue idee, diventando un riferimento per chi non crede in una Chiesa globalista e «green». Malessere che, però, le gerarchie hanno sempre osteggiato.
Per il Pontefice, è uno strumento «affascinante e tremendo» che potrebbe portare a una «grande ingiustizia tra ceti sociali dominanti e oppressi». I leader: «Tocca ai ministri del Lavoro stilare un piano per sfruttarla».
Schiaffo all’Eliseo, il termine non compare nella dichiarazione finale del summit a Savelletri che ha visto per la prima volta la partecipazione di un Papa (protagonista di numerosi bilaterali). Sugli impegni per donne e gruppi Lgbt ha prevalso il buonsenso.
Nato come reazione alla Rivoluzione francese, venne poi riproposto da Benedetto XV in pieno primo conflitto mondiale. Oggi la mossa di Francesco è spirituale ma anche politica, visto che arriva alla vigilia del voto in Ue.
Per Jorge Bergoglio non devono entrare ma i vescovi italiani hanno promosso un documento più permissivo. Che per ora il Pontefice ha bloccato, ribadendo un «no» molto colorito.
Per monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale, il polverone si basa sul niente: «Il vicario di Cristo è inclusivo». Parla pure Luca Casarini: «È anziano e sbaglia».