2025-10-23
Il Papa lega Newman e San Tommaso
Oltre a essere nominato Dottore, al pari di Agostino e dell’Aquinate, il cardinale inglese diventerà con quest’ultimo anche co-patrono della missione educativa della Chiesa.Il cardinale John Henry Newman, già canonizzato nel 2019, sarà dichiarato Dottore della Chiesa nella celebrazione del 1° novembre che conclude il Giubileo del Mondo dell’Educazione e sarà nominato anche «co-patrono della missione educativa della Chiesa, insieme a San Tommaso d’Aquino». Lo ha annunciato ieri il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero per la Cultura e l’Educazione. La nomina sarà inclusa nel documento che il Pontefice pubblicherà martedì prossimo, nel sessantesimo anniversario della Gravissimum Educationis, la dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione cristiana.La decisione di Papa Leone XIV riconosce in Newman non solo un gigante della teologia e del pensiero moderno, ma un autentico maestro dell’educazione cristiana, che ha speso la vita per restituire alla formazione intellettuale e morale la sua unità originaria. Insegnante per tutta la vita, Newman mise in gioco la sua passione per l’istruzione anche come cattolico, quando il cardinale Paul Cullen di Dublino gli chiese di fondare un’università cattolica per l’Irlanda nel 1851. Egli accettò con entusiasmo e, nel suo stile inimitabile, iniziò con una serie di lezioni sul significato dell’educazione superiore e sull’identità di un’università cattolica. Quelle lezioni divennero poi il volume L’idea di Università, destinato a diventare un classico del pensiero pedagogico e teologico.Nonostante le divergenze con Cullen, che portarono alle dimissioni di Newman nel 1857 e al fallimento dell’ateneo, il lascito di quella esperienza fu duraturo. L’idea di Università rimane una pietra miliare per la riflessione sull’educazione: per Newman, infatti, il fine dell’università non è produrre geni, leader politici o autori immortali, ma formare persone mature, dotate di libertà, equità, moderazione e saggezza. L’educazione, secondo lui, è un «habitus filosofico», una crescita interiore che mira alla conoscenza come bene in sé, non come strumento di potere o profitto. «Un intelletto educato», scriveva, «per il fatto che è un bene in sé stesso, porta con sé una forza e una grazia in ogni opera e occupazione che intraprende».Dopo l’esperienza irlandese, Newman si dedicò alla fondazione della Oratory School, nel 1859, desiderando che fosse una sorta di «Eton cattolica». L’iniziativa ebbe successo e divenne la sua grande passione. Il cardinale non fu un educatore distante: scriveva opere teatrali in latino per i ragazzi, li preparava agli esami, suonava il violino nell’orchestra della scuola e ne seguiva da vicino la vita quotidiana. Tra i suoi ex allievi figurano i figli di J.R.R. Tolkien e Hilaire Belloc. È curioso notare che proprio in uno dei salotti della scuola Tolkien cominciò a scrivere la sua Trilogia.Nella prospettiva della Chiesa, il legame di Newman con San Tommaso d’Aquino è profondo. Entrambi si fondano su una fiducia radicale nella capacità conoscitiva dell’uomo a partire dalla realtà. In epoche diverse, Tommaso e Newman hanno visto nell’educazione non un mero esercizio intellettuale ma un cammino verso la verità che abbraccia l’intera persona. Cercatori instancabili del vero, hanno condiviso la convinzione che la formazione integrale non si esaurisca nella teoria, ma debba tradursi in vita vissuta, in scelte morali e spirituali. L’educazione, per entrambi, non è solo sviluppo intellettuale ma crescita morale, condizione essenziale per il bene dell’individuo e della società. Newman vedeva in essa un mezzo per sanare l’integrità morale disgregata dal peccato, un compito che oggi risuona con nuova urgenza in un contesto educativo spesso frammentato e privo di orientamento.Ma il nuovo Dottore della Chiesa mostra affinità anche con un altro gigante del pensiero cristiano: Sant’Agostino. Come il vescovo di Ippona, Newman credeva che Dio fosse il vero «maestro interiore» e che il compito dell’educatore fosse quello di aiutare l’allievo ad accedere a quella luce che già abita dentro di sé. Per questo difese strenuamente la presenza della teologia nell’università: senza di essa, sosteneva, il sapere si frammenta e rischia di smarrire il proprio senso. Solo ancorando la conoscenza a Dio, il pensiero umano può mantenere la sua unità e il suo equilibrio. In questo, Newman incarna la più alta tradizione dell’educazione cristiana, quella che vede nel sapere non una somma di nozioni, ma un cammino verso la sapienza.
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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A Dimmi La Verità Stefania Bardelli, leader del Team Vannacci di Varese, fa chiarezza sul rapporto con la Lega e sulle candidature alle elezioni degli esponenti dei team.