2025-11-07
Israele bombarda di nuovo il Libano. Abu Mazen al Papa: «Ora i due Stati»
Raid Idf contro Hezbollah. Witkoff: «Il Kazakistan aderirà agli Accordi di Abramo».Uno dei principali esponenti di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha rivelato che la sua organizzazione e l’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno raggiunto un’intesa preliminare per la creazione di un comitato provvisorio incaricato di gestire la Striscia di Gaza in nome dell’Anp. La notizia, riportata dal Times of Israel, segna un possibile punto di svolta nella complessa governance dell’enclave palestinese, sebbene permangano numerose incognite. Secondo quanto dichiarato da Abu Marzouk all’emittente amica Al Jazeera, il nuovo organismo avrebbe la responsabilità di sovrintendere ai valichi di frontiera e di coordinare le forze di sicurezza locali, sotto la presidenza di un ministro dell’Anp.Tuttavia, il dirigente di Hamas non ha specificato se l’accordo abbia ricevuto l’approvazione formale né da parte degli Stati Uniti né della stessa Anp, circostanza che lascia aperta la questione del suo effettivo valore politico. Nel frattempo, in Vaticano, papa Leone XIV ha ricevuto in Udienza ufficiale il presidente palestinese Mahmoud Abbas, (meglio conosciuto come Abu Mazen) in occasione del decimo anniversario dell’Accordo globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, siglato il 26 giugno 2015. Nel comunicato diffuso dalla Santa Sede si sottolinea che durante il colloquio è stata «ribadita l’urgenza di soccorrere la popolazione civile di Gaza e di perseguire la prospettiva della soluzione a due Stati, come unica via per porre fine al conflitto». Mentre sul piano diplomatico si intravedono timidi segnali di dialogo, il fronte settentrionale tra Israele e Libano è tornato a infiammarsi. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver lanciato una serie di attacchi mirati contro obiettivi militari di Hezbollah nel Libano meridionale, dopo settimane di crescenti tensioni e tentativi del gruppo sciita di ripristinare infrastrutture precedentemente distrutte. Il portavoce arabo delle Idf, Avichay Adraee, aveva avvertito in anticipo i residenti dell’area, invitandoli a evacuare diversi villaggi, tra cui Al-Tayyiba e Tayr Debba, poiché nelle vicinanze «si trovano edifici utilizzati da Hezbollah». In un messaggio diffuso sui social Adraee aveva esortato la popolazione a mantenersi a una distanza minima di 500 metri dai siti segnalati, avvertendo che chi restasse nell’area avrebbe rischiato la vita. Dopo una prima ondata di bombardamenti, l’esercito israeliano ha emesso un secondo avviso di evacuazione, rivolto questa volta agli abitanti di Zoutar al-Sharqiya, in previsione di nuovi raid. Nelle ore successive, i caccia israeliani hanno colpito una struttura situata nei pressi di Tiro, identificata come impianto infrastrutturale dell’unità di costruzione di Hezbollah. Secondo quanto comunicato dalle Idf, il sito era stato utilizzato per produrre componenti e strumenti destinati alla ricostruzione delle reti logistiche del gruppo sciita, già neutralizzate durante i precedenti scontri. «Le attività svolte da Hezbollah in quell’area rappresentano una violazione degli accordi di sicurezza vigenti tra Israele e Libano», ha affermato un portavoce militare. Fonti israeliane hanno precisato ai giornalisti che non si tratta di un’escalation, bensì della prosecuzione di una strategia difensiva volta a impedire il riarmo di Hezbollah. Infine, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato che Washington ufficializzerà a breve l’adesione di un nuovo Paese agli Accordi di Abramo, siglati nel 2020 durante la presidenza Donald Trump con Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, poi estesi a Marocco e Sudan. Secondo Axios, sarà il Kazakistan a entrare nell’intesa e in tal senso si attende l’annuncio congiunto del presidente Kassym-Jomart Tokayev e quello degli Stati Uniti, Donald Trump.
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