2025-10-05
Pure Hamas tratta per la pace. Qui lavorano per boicottarla
Mentre i fondamentalisti aprono uno spiraglio al piano Trump e Pizzaballa applaude, gli sfasciavetrine sfilano per la nuova Intifada e attaccano la polizia. A loro della pace non importa nulla, cercano il caos.Il 7 ottobre, data del massacro di centinaia di persone inermi colpevoli solo di essere israeliane, eletto a giornata della resistenza palestinese. Auto e bus in cui erano state nascoste mazze di legno, caschi e maschere antigas. E, per finire, la statua dedicata a papa Wojtyla imbrattata dalle falce e martello e da scritte come «fascista di merda». Sono questi i campioni della pace che hanno manifestato ieri a Roma. Sono questi i toni del corteo cui hanno dato la loro adesione i giovani del Partito democratico, ma anche gli onorevoli velisti di ritorno da Israele.Doveva essere l’ennesima iniziativa a sostegno di Gaza e soprattutto degli attivisti della Flotilla. Una giornata di lotta contro il nemico israeliano combattuta a 4.000 chilometri di distanza, dunque senza alcun pericolo per coloro che avessero deciso di impugnare le mazze o gli striscioni inneggianti al 7 ottobre. Invece, a scompaginare tutto, non solo la resa degli attivisti della Flotilla, che dopo una serie di dichiarazioni bellicose si sono fatti rimpatriare senza fiatare né opporre resistenza con volo speciale, ma anche il sì di Hamas alla proposta di pace elaborata da Donald Trump in accordo con i Paesi arabi e con il tiepido sì perfino di Benjamin Netanyahu. Peggio non poteva andare. Gli organizzatori della parata romana contavano almeno sulla resistenza passiva dei Gandhi in barca a vela. Invece, non soltanto i propagandisti per caso hanno approfittato del passaggio aereo gentilmente offerto dalla El Al, compagnia di bandiera israeliana, ma nella notte, cioè senza tener in conto l’adunata capitolina, Hamas ha annunciato di accettare il piano Trump. La decisione del movimento sarà stata presa per spiazzare Israele oppure perché due anni di guerra hanno spazzato via i principali quadri dell’organizzazione? Non sappiamo. Sta di fatto che per la prima volta, come riconosce il cardinal Pierbattista Pizzaballa che in quelle terre è di casa, il gruppo terroristico accetta di scrivere una nuova pagina, con la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi e la scarcerazione di centinaia di prigionieri palestinesi rinchiusi per ordine di Netanyahu. Dunque, visto che si è aperto uno spiraglio di pace, per chi hanno sfilato i manifestanti ieri? Per chi sono scesi in piazza gli attivisti che invocavano a gran voce il 7 ottobre come giornata di resistenza palestinese? Che cosa volevano giovani e meno giovani armati di mazze, caschi e maschere antigas? Con chi ce l’avevano coloro che hanno imbrattato la statua di papa Wojtyla? La risposta è facile: quelli che hanno sfilato evocando la strage di ebrei di due anni fa come gesto di resistenza, muniti di bastoni e caschi per nascondere il volto, sognavano e sognano solo una nuova Intifada. Più radicali degli stessi terroristi di Hamas, costoro non desiderano la pace, ma solo la guerriglia permanente, lo scontro duraturo con le forze dell’ordine. A loro non importa nulla della causa palestinese, popolo per il quale non gioiscono di fronte alla prospettiva di una pace che lo restituisca alla normalità. No, loro sguazzano nei disordini. Organizzano tafferugli per sentirsi eroi, ma poi non sono disposti a scontrarsi con l’esercito israeliano. Preferiscono fare a botte con la polizia italiana, sapendo che gli agenti hanno le mani legate e non possono reagire. È la solita vigliaccheria dei compagni con il posto fisso, dei maranza della rivoluzione. Pronti alla rivolta ma solo se viene loro garantita l’impunità. Sarò accusato di essere fascista: ma certi bulli che lanciano il sasso e nascondono la mano andrebbero presi a calci nel sedere.