Ecco un itinerario «on the road» per attraversare la regione in 15 giorni lungo borghi montani, parchi e terme. Un’ottima idea, non solo per evitare le folle estive e il caldo soffocante, ma per godere al meglio della sua sfaccettata bellezza.
Ecco un itinerario «on the road» per attraversare la regione in 15 giorni lungo borghi montani, parchi e terme. Un’ottima idea, non solo per evitare le folle estive e il caldo soffocante, ma per godere al meglio della sua sfaccettata bellezza.Visitare la Calabria in autunno? Un’ottima idea, non solo per evitare le folle estive e il caldo soffocante, ma per godere al meglio della sua sfaccettata bellezza.La Calabria non è solo mare, ma un insieme di borghi da scoprire, di montagne incontaminate, tradizioni e un’ottima cucina.L’ideale è percorrerla on the road, proprio per fare incetta di tutto ciò che ha da offrire: l’itinerario che segue considera una quindicina di giorni, ma ovviamente è possibile tararlo in base al tempo a disposizione e alle necessità.I borghi montaniQuesta regione non troppo conosciuta custodisce una serie di borghi-gioiello: di alcuni avrete sentito parlare, ma il nome di altri non evocherà nulla: come detto, la Calabria non è una regione battuta dal turismo di massa, se non in alcune località.Castrovillari (CS), ad esempio, è il centro più grande del Parco Nazionale del Pollino. Un’ottima base, dunque, ma anche un luogo affascinante, grazie alla presenza del Castello Aragonese, del Santuario della Madonna del Castello e alle montagne che lo circondano.Tra i borghi più belli d’Italia e a poca distanza da Castrovillari, si trova invece Morano Calabro. Una volta arrivati, vi accoglierà un paese a forma di cono rovesciato su cui si arrampicano le case. Da non perdere, sulla sua sommità, il Castello Normanno-Svevo, che tra l’altro offre un bellissimo panorama sulle montagne. Scendendo, si noterà una bellissima cupola maiolicata: è la Collegiata di Santa Maria Maddalena. Altro borgo estremamente suggestivo è Civita, sempre in provincia di Cosenza, ai cui piedi si apre uno strabiliante canyon dominato dalle Gole del Raganello. Qui si parlano sia l’italiano che l’albanese, perché Civita è il centro della cultura arbëreshë. Nel centro storico, infatti, campeggia una scultura a rappresentare la testa di Giorgio Castriota Scanderberg, ex condottiero albanese. Fiumefreddo Bruzio è un altro dei borghi più belli d’Italia. Da vedere: i ruderi del castello, chiamato Palazzo della Valle, altro luogo da cui ammirare estasiati il panorama.Parchi e montagneIl Parco Nazionale del Pollino confina con la Basilicata ed è un sine qua non se si decide di fare un viaggio in Calabria. I panorami che offre sono magnifici e percorrerlo durante l’autunno, quando le foglie cominciano a ingiallire e cadere, è un’esperienza inebriante.Il Parco Nazionale della Sila è di una bellezza differente, più «nordica» rispetto al Pollino. Un consiglio: andate a vedere i Giganti della Sila, alberi secolari protetti dal Fai. L’ingresso è a pagamento, ma vale la pena ascoltare la spiegazione della guida e provare a entrare nelle cavità degli immensi tronchi.Le termeEbbene sì, la Calabria offre anche questo. Dove? A Terme Luigiane, frazione di Acquappesa (CS): al Parco Termale Acquaviva ci si può immergere in una delle tre vasche di acqua calda, noleggiare ombrellone e lettini e cospargersi di fango, ma solo fino all’11 ottobre.Un’ottima idea dopo le scarpinate montane.CittàNon solo Reggio Calabria: Cosenza è una città ancora poco battuta, ma val bene una visita. Cosa vedere? I palazzi antichi e le insegne dipinte che illustrano la storia del luogo e compongono il Museo Storico all’Aperto, diviso in percorsi.Infine il Duomo, considerato a ragione una delle chiese più belle d’Italia, consacrata alla presenza dell’Imperatore Federico II.Il mare e i suoi borghiIl mare di Calabria non ha bisogno di presentazioni: trasparente e azzurrissimo, sembra trovarsi in un altrove da sogno.Anche i borghi che vi affacciano meritano la fama che posseggono. A partire da Pizzo Calabro (VV), da cui ammirare, in lontananza, Stromboli e dove assaggiare il tartufo-gelato, creato proprio qui: ciascun bar del centro (e non solo) ne ha da offrire in quantità.Se siete amanti della storia, non potete prescindere da una visita al castello, che fu prigione e luogo di morte di Gioacchino Murat, generale francese e cognato di Napoleone.In provincia di Reggio Calabria spiccano invece Scilla e la sua Chianalea, il quartiere più caratteristico, definito anche Piccola Venezia. Chianalea è percorsa da bar-ristoranti a palafitta: imperdibile un aperitivo al tramonto da queste parti.In provincia di Crotone si trova Le Castella, borgo marinaro del versante ionico. Qui, nella frazione di Capo Rizzuto, sorge la fortezza dove si rifugiò Annibale.Tropea (VV) è la perla della Calabria, tanto affollata d’estate, quanto magica in autunno. Basta camminare tra i suoi vicoli e raggiungere uno dei suoi tanti affacci sul Santuario di Santa Maria per entrare in un’Italia da cartolina.Infine Capo Vaticano, dove i colori del mare raggiungono punte mai viste. E Zembrone, definita il paradiso dei sub, scomoda da raggiungere (dopo un bel po’ di scalini), ma fuori dai soliti circuiti.Difficile racchiudere la Calabria in un articolo. È possibile solo preparare una salsa con alcuni dei suoi ingredienti migliori e sperare che sia venuta abbastanza bene.Dormire:AliaJazz B&B – Locanda di Alia, Castrovillari: immerso nel verde e con vista sulle montagne del Pollino;Grand Hotel delle Terme, Terme Luigiane: ha una piscina termale (a pagamento) e un buon ristorante all’interno;Hotel Sila, Camigliatello Silano (CS): chalet di montagna un po’ datato, ma dotato di un buon ristorante e un centro benessere;MangiareRistorante Del Cavaliere, Castrovillari: piatti raffinati (come la pasta ai ricci di mare) e ottime pizze;Mercato Silano Falcone, Camigliatello Silano: piatti buoni e genuini e prodotti locali in vendita;Ristorante Calabria Bella, Cosenza: cucina tipica calabrese proprio a fianco del Duomo.
Elly Schlein (Ansa)
La leader Pd dice che la manovra «favorisce solo i ricchi», come se avere un reddito da 50.000 euro lordi l’anno fosse da nababbi. In realtà sono fra i pochi che pagano tasse dato che un contribuente su due versa zero Irpef. Maurizio Landini & C. insistono con la patrimoniale. Giorgia Meloni: «Con me mai». Pure Giuseppe Conte non ci sta.
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
Dopo aver sfidato lo «sceriffo di Salerno» il segretario dem si rimangia tutto. E per Roberto Fico conta sui voti portati dal governatore, che impone ricompense per il figlio. Sulla partita veneta, Ignazio La Russa apre a Luca Zaia nel governo.
«Vinciamo»: il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo, lo dice alla Verità e sembra convinto. L’ennesima manifestazione elettorale di Fi al centro di Napoli è un successo clamoroso: centinaia di persone, il ritratto di Silvio Berlusconi troneggia nella sala. Allora crede ai sondaggi più ottimisti? «No», aggiunge Martusciello, «credo a quello che vedo. Siamo riusciti a entrare in tutte le case, abbiamo inventato il coordinatore di citofono, che si occupa di curare non più di due condomini. Parcellizzando la campagna, riusciremo a mandare a casa una sinistra mai così disastrata». Alla remuntada in Campania credono tutti: da Giorgia Meloni in giù. Il candidato presidente del centrodestra, Edmondo Cirielli, sente aria di sorpasso e spinge sull’acceleratore.
Matteo Zuppi (Ansa)
Il cardinale Matteo Zuppi, in tv, svela la fonte d’ispirazione della sua dottrina sociale sui migranti: gli «industriali dell’Emilia-Romagna». Ai quali fa comodo la manodopera a buon mercato, che riduce le paghe medie. Così poi la sinistra può invocare il salario minimo...
Parafrasando Indro Montanelli, viene da pensare che la Chiesa ami talmente i poveri da volerne di più. Il Papa ha appena dedicato loro un’esortazione apostolica, ma le indicazioni di politica economica ai cattolici non arrivano da Leone XIV, bensì dai capitalisti. E vengono prontamente recepite dai vescovi. Bastava ascoltare, venerdì sera, il presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, intervistato a Propaganda live: l’immigrazione, ha insistito il cardinale su La 7, «è necessaria. Se si parla con qualsiasi industriale in Emilia-Romagna dice che non c’è futuro senza».
Il Carroccio inchioda i sindacati: «Sette mobilitazioni a novembre e dicembre. L’80% delle proteste più grosse si è svolto a ridosso dei festivi. Rispettino gli italiani».
È scontro politico sul calendario degli scioperi proclamati dalla Cgil. La Lega accusa il segretario del sindacato, Maurizio Landini, di utilizzare la mobilitazione come strumento per favorire i cosiddetti «weekend lunghi», sostenendo che la maggioranza degli scioperi generali indetti nel 2025 sia caduta in prossimità di giorni festivi o di inizio e fine settimana.






