2025-11-23
Ucraina, il tracollo storico di Ue e Zelensky: per due anni buttati sangue e soldi
Il presidente sbaglia: i valorosi soldati ucraini non perderanno mai la dignità. Semmai a rischiare è lui, che ha illuso il popolo. E rischiano gli europei, che hanno alimentato il conflitto a costi umani ed economici altissimi.Nel suo drammatico discorso dell’altro ieri, Volodymyr Zelensky ha spiegato che, date le condizioni del piano di pace di Donald Trump, la nazione è a un bivio: perdere la dignità o l’alleato più prezioso, gli Stati Uniti. È stato un giudizio ingeneroso nei confronti dei soldati che hanno sofferto nelle trincee. Per i combattenti valorosi, che con il loro sacrificio hanno salvato il salvabile del Paese, la perdita di territori può significare una sconfitta bruciante, una tragedia epocale, ma mai il disonore. Se qualcuno rischia di perdere la faccia, non è il popolo; sono Zelensky e i suoi alleati europei.Questi ultimi ostentano nei confronti di Kiev una carità pelosa, motivata anche dall’urgenza di coprire un clamoroso smacco strategico. L’Ue e il Regno Unito - altrettanto responsabile della catastrofe, considerato il suo contributo al sabotaggio dei negoziati - hanno seguito la dottrina di Joe Biden, strascico dei residuati dell’era antisovietica nell’establishment americano. Bruxelles ha obbedito persino quando i funzionari di Washington la mandavano a farsi fottere - «Fuck the Eu» furono le parole con cui, già nel 2014, la diplomatica Victoria Nuland mostrò in quale considerazione Oltreoceano si tenesse l’Europa.I nostri leader si sono così prestati a un gioco cruento e masochistico. Cruento, perché hanno partecipato al cinico arruolamento degli ucraini nell’esercito che avrebbe dovuto condurre una guerra per procura contro la Russia, che Biden e il suo deep State immaginavano più lunga possibile, allo scopo di impantanare Mosca. Masochistico, perché l’altro antico pallino dell’intellighenzia dem era disarticolare l’intreccio economico-politico del Vecchio continente e, in particolare, della Germania, con la Federazione di Vladimir Putin. Olaf Scholz, ex cancelliere tedesco, ha appena rivelato che nel 2020 tentò di convincere gli Usa a non sanzionare Berlino per il progetto del Nord Stream, saltato (per aria) definitivamente col sabotaggio di settembre 2022. Se non altro, gli inglesi, culturalmente più ostili ai russi di quanto la loro storia militare lasci supporre, hanno applicato con coerenza i propri principi. Noi abbiamo sconfessato la linea passata, per imprimere una svolta perdente.I costi di questo errore sono stati giganteschi. Innanzitutto, in termini di vite umane. Cifre ufficiali non ci sono; di recente, Guido Crosetto aveva conteggiato almeno mezzo milione di morti ucraini. Resistendo alle pressioni di Biden per coscrivere i diciottenni, Zelensky ha cercato di preservare almeno una frazione della sua demografia. Nondimeno, ha compiuto scelte scellerate, di cui spesso ha scaricato la colpa sui vertici delle forze armate: il fiasco della controffensiva del 2023, l’inconcludente blitz nel Kursk, la vana resistenza a oltranza nelle piazzeforti nel Donbass, da Bachmut a Pokrovsk. Massacri legittimati dall’illusoria promessa della vittoria finale. L’ultimo affronto è aver inserito nella delegazione che negozierà oggi in Svizzera sia Andrij Yermak, di cui pure il partito di Zelensky chiede la cacciata per i sospetti sul coinvolgimento nello scandalo mazzette, sia Rustem Umerov, finito sotto inchiesta. Dopodiché, ci sono i costi economici dell’impresa rovinosa. Quelli che ci sono stati imposti perché «gli ucraini si battono per i nostri valori», perché «se cade l’Ucraina cade l’Europa». A conferma che abbiamo mandato al macello loro per tutelarci noi. Guardate Varsavia: fucili sempre spianati contro il Cremlino; poi si scopre che la Polonia dovrebbe ospitare i caccia per la difesa di Kiev; e Donald Tusk dà di matto. Facile fare la guerra con i soldati degli altri...Fino ad oggi, l’Ue ha stanziato oltre 187 miliardi di euro. Il danno più la beffa: se il piano Trump non cambiasse, per la ricostruzione dovrebbe impegnarne altri 100, mentre le sarebbe sottratto il controllo del destino degli asset russi congelati, dai quali trarrebbero profitto gli Stati Uniti.Andrà in fumo il denaro dei contribuenti, già spremuti dal caro bollette causato dalla rinuncia al gas di Mosca, in nome del famigerato aut-aut di Mario Draghi: «Volete la pace o il condizionatore?». In quei giorni, la Commissione Ue ci esortava a lavarci con l’acqua gelata, al grido: «Putin, prendi questo!». Lo propose sul serio l’ex titolare della Concorrenza, Margrethe Vestager.Sarebbe imbarazzante per Ursula von der Leyen, per il cocuzzaro di Bruxelles e i capi di Stato europei, ammettere con i cittadini che i miliardi e le sanzioni che dovevano piegare la Russia «in qualche giorno» (Enrico Letta) non sono bastati. Che allo stesso risultato di adesso si poteva arrivare centinaia di migliaia di morti e migliaia di milioni di euro fa. Magari, una volta fallita la campagna del 2023. Senza contare che, a conflitto interrotto, andranno giustificati di nuovo i piani di riarmo e il ripristino della leva obbligatoria. Già si scorge il pretesto: approfittando della pessima pace di Trump, Putin riprenderà fiato e ci attaccherà tutti.Zelensky ha iniziato la guerra da eroe; la sta finendo da autocrate. È plausibile che tema di doverne rendere conto alla sua gente. E di presentarsi alle urne, a tre mesi dalla tregua, con la pace possibile anziché la pace giusta.Ecco chi rischia di perdere la dignità e, allora, preferisce aggrapparsi alla guerra. Purché la faccia qualcun altro.
Se non la conoscete la storia di Stephanie e Caroline Tatin è curiosa. Accadde loro di preparare una torta di mele in una teglia solo che si dimenticarono della pasta. Avendo già le mele cotte decisero di coprirle con un disco d’impasto, d’infornare il tutto e poi di rovesciare la preparazione sotto sopra per vedere l’effetto che fa. E l’effetto è sempre molto scenografico. Di solito la Tatin (dal nome delle due sorelle) si fa dolce, noi l’abbiamo reinterpretata con un prodotto di stagione e dell’orto. E’ sfiziosa, veloce, appetitosa.
Andriy Yermak e Rustem Umerov (Ansa)
Nel riquadro il giudice Cecilia Angrisano, presidente del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Sullo sfondo Nathan Trevallion e Catherine Birmingham con i loro figli
Nel riquadro Nathan Trevallion e Catherine Birmingham (Ansa)