2025-11-23
Questo armistizio conviene a tutti
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Kiev compenserà le perdite con le garanzie di sicurezza; gli Usa possono dividere Cina e Russia; Mosca sogna di riprendere fiato; il Vecchio continente potenzierà l’industria.Analisi costi/benefici del piano statunitense per la cessazione del conflitto in Ucraina: viene tentata una valutazione dal punto di vista/interesse degli attori coinvolti, cioè Stati Uniti, Russia, Ucraina, Ue e Regno Unito e Cina. Tecnicamente appare prematuro tentare questo tipo di analisi, ma c’è un dato che la orienta: gli europei rilevanti dell’Unione e il Regno Unito hanno dichiarato che il piano americano è una «base» per arrivare a una pace equilibrata. L’Ucraina, nei giorni scorsi, aveva già dichiarato la volontà di discutere con l’America, ma senza respingere a priori un piano che appariva sbilanciato per eccesso di penalizzazione dell’Ucraina stessa. Semplificando, il dilemma enunciato da Volodymyr Zelensky, cioè se perdere l’America oppure l’orgoglio nazionale, ha una risposta chiara: né gli europei né l’Ucraina possono rischiare una divergenza eccessiva con Washington. Pertanto lo scenario dei prossimi giorni vedrà un picco negoziale tra alleati, a ridosso della trattativa bilaterale tra Stati Uniti e Ucraina per fare alcune modifiche al piano di Trump, mentre la Russia farà il massimo sforzo militare per evitare che il piano venga modificato sostanzialmente. Stati Uniti. Evidentemente Washington è riuscita a ottenere qualcosa da Mosca nei negoziati bilaterali riservati mai interrotti che ha indotto Trump a una pressione fortissima su Zelensky per fagli accettare il suo piano con minaccia di sospensione degli aiuti. L’interesse di Trump è certamente un recupero del consenso interno, cedente, combinato con quello degli strateghi tecnici statunitensi che ritengono chiave per la vittoria sulla Cina un distacco tra Mosca e Pechino, considerando anche la ricchezza mineraria russa che potrebbe annullare il monopolio cinese su alcuni minerali critici. Va aggiunto l’interesse di Trump di caratterizzare la sua presidenza come globalmente pacificatrice combinato con il mantenimento del ruolo di maggiore potenza militare globale, ma ormai troppo piccola per gestire fronti molteplici. In sintesi, il piano statunitense di pace in Ucraina corrisponde al massimo vantaggio valutato dal governo corrente. Ma va notato il problema: l’atteggiamento induce gli avversari dell’America a percepirla come debole. Per tale motivo Washington non potrà rinunciare a dare garanzie all’Ucraina.Russia. Appare potenza vincitrice, ma in realtà non può sostenere a lungo lo sforzo di un’economia di guerra. Pertanto è disposta a un compromesso che rispetti la possibilità di dichiarare la vittoria dell’«operazione speciale». In sintesi, avrebbe il massimo vantaggio dall’applicazione del piano americano che anche difenderebbe Mosca sia dalle pressioni europee, sia dalle sanzioni. Il principale fattore negoziale di Putin è la disponibilità, pur enunciata indirettamente, a utilizzare armi nucleari. Ma è anche motivo che incentiva la sua eliminazione. Pertanto ha interesse a un compromesso.Europei. Percepiscono che l’America non può sperare di restare potenza globale senza di loro. Sanno che dovranno pagare il più della ricostruzione dell’Ucraina. Francia e Germania percepiscono, tuttavia, un vantaggio nell’aggressione russa dell’Ucraina perché permette loro di investire cifre enormi in un riarmo che traina la modernizzazione competitiva sul piano globale dell’industria civile. Ma sul piano della sicurezza e dell’export hanno bisogno di una convergenza euroamericana molto forte, certamente nei prossimi 5/10 anni. Comunque, nel periodo critico corrente, gli europei non mostrano l’intenzione di sabotare un compromesso sull’Ucraina.Ucraina. Analizzando i punti del piano americano che Mosca è disposta a valutare si trova uno svantaggio per l’Ucraina, ma in relazione all’obiettivo di riconquistare i territori perduti e non alla sopravvivenza come nazione indipendente. Divieto di aderire alla Nato? Può essere bilanciato da un accordo militare con l’Ue che poi include di fatto la Nato stessa. Limite alle forze armate di non più di 600.000 soldati? La robotizzazione della difesa li rende più che sufficienti. La perdita di un quinto del territorio? Kiev non ha la forza per riconquistarlo. Quindi il compromesso è un vantaggio, valutabile quando l’America chiarirà le garanzie per l’Ucraina. L’orgoglio nazionale? Se finisce con un compromesso, all’Ucraina va riconosciuto: Davide non ha battuto Golia, ma nemmeno Golia ha sconfitto Davide. Ma vale di più per la popolazione la fine di un conflitto erosivo. Cina. Non vuole perdere il controllo sulla Russia e ne sta preparando uno più pieno quando Putin non sarà più al potere. Né vuole perdere lo status di potenza che può condizionare Mosca. Ma al momento non vuole rischiare un confronto aperto con l’America è ciò crea una finestra per una pace in Ucraina, forse non giusta, ma razionale. www.carlopelanda.com
Se non la conoscete la storia di Stephanie e Caroline Tatin è curiosa. Accadde loro di preparare una torta di mele in una teglia solo che si dimenticarono della pasta. Avendo già le mele cotte decisero di coprirle con un disco d’impasto, d’infornare il tutto e poi di rovesciare la preparazione sotto sopra per vedere l’effetto che fa. E l’effetto è sempre molto scenografico. Di solito la Tatin (dal nome delle due sorelle) si fa dolce, noi l’abbiamo reinterpretata con un prodotto di stagione e dell’orto. E’ sfiziosa, veloce, appetitosa.
Andriy Yermak e Rustem Umerov (Ansa)