2025-02-19
Concorsi interdetti a Boeri e Zucchi
Stefano Boeri e Cino Zucchi (Ansa)
Le due archistar, indagate a Milano per turbativa d’asta e falso nell’inchiesta Beic, si salvano dai domiciliari ma non potranno far parte delle commissioni giudicatrici.Il suo nome non circola più tra i potenziali candidati sindaci di Milano nel 2027, ma allo stesso tempo per l’architetto Stefano Boeri l’inchiesta sul bando della biblioteca europea potrebbe costare anche la permanenza da presidente della Fondazione Triennale, un incarico che ricopre dal 2022 e che andrà in scadenza il prossimo anno. Ma Boeri, contattato dalla Verità, spiega che non ci saranno contraccolpi sulla Triennale. «Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico», spiega in una nota. «Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano. Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale». Boeri non andrà agli arresti domiciliari per le accuse di turbativa d’asta e falso, ma sarà comunque interdetto per un anno «dall’attività di comporre commissioni giudicatrici nell’ambito di procedure per l’affidamento di contratti pubblici» come anche «di concludere contratti con la Pa». È quanto ha deciso il gip di Milano Luigi Iannelli che ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura il 4 febbraio scorso sia per Boeri sia per i colleghi Cino Zucchi e Pier Paolo Tamburelli, coinvolti entrambi nell’inchiesta sul bando da 9 milioni di euro sulla Biblioteca europea di informazione e cultura. La stessa misura interdittiva è stata decisa anche per Tamburelli, con cui proprio Boeri si sarebbe incontrato il 5 luglio del 2022 (da presidente della commissione), ovvero la sera prima della aggiudicazione del bando. Per Zucchi invece è stata disposta l’interdizione per 8 mesi dal far parte di commissioni giudicatrici, come docente o architetto. Per il giudice «la disinvoltura (o, se si preferisce, la spregiudicatezza) dimostrata dai tre indagati rispetto al principio di imparzialità e buon andamento della Pubblica amministrazione e alle procedure che ne presidiano la salvaguardia necessita quindi di un intervento contenitivo». Le regole del bando erano molto precise e vietavano che i componenti della commissione avessero rapporti economici e lavorativi con i partecipanti. Eppure, stando alle indagini delle fiamme gialle coordinate dalla Procura di Milano, le regole sarebbero state più volte violate da Boeri e Zucchi che si sarebbero scambiati migliaia di messaggi con lo stesso Tamburelli anche pochi minuti prima che si riunisse la commissione. Secondo il giudice Iannelli sia Boeri che Zucchi avrebbero avuto un comportamento molto disinvolto, per certi versi «proprietario», rispetto alle regole amministrative del concorso. La posizione del presidente della Triennale, secondo il gip, sarebbe stata più grave rispetto a quella di Zucchi. Perché Boeri avrebbe raccolto senza indugi l’invito di Tamburelli, a truccare la gara, modificando il suo voto da presidente della commissione dopo aver già violato la regola dell’anonimato. Non solo. Si sarebbe anche messo d’accordo con il progettista arrivato terzo, facendogli così vincere un premio di partecipazione da 45.000 euro. L’interdittiva è giustificata anche perché «vista la personalità dei tre indagati» e «viste le caratteristiche del loro ordinario settore di operatività, è concreto e attuale, il pericolo che gli stessi commettano nuovamente delitti contro la Pa». Professionisti, scrive il giudice «che hanno dimostrato una risoluzione criminosa particolarmente intensa, cedendo con grande facilità alla spinta a delinquere […]». E che «hanno mostrato, nel commettere i reati, una “leggerezza” tale da far intendere che sia proprio questa la modalità ordinaria in cui gli stessi atteggiano la propria partecipazione alle procedure pubbliche».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)