2025-11-23
Brasile, Bolsonaro finisce in carcere
L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro (Ansa)
Il giudice De Moraes revoca i domiciliari all’ex leader: «Pericolo di fuga durante la veglia di preghiera organizzata dal figlio». Atteso il ricorso sul tentato golpe.Cresce la tensione politica in Brasile. Ieri, l’ex presidente Jair Bolsonaro è stato arrestato dalla polizia federale nella sua abitazione, a Brasilia. Secondo la Bbc, il diretto interessato era ai domiciliari da agosto, in attesa del ricorso contro la sentenza che lo ha condannato a 27 anni di carcere per tentato golpe.Ma che cosa è successo esattamente? Il figlio dell’ex presidente, il senatore Flávio Bolsonaro, aveva convocato per sabato sera una veglia di preghiera nei pressi dell’abitazione del padre: una veglia che, secondo la Corte Suprema brasiliana, avrebbe rappresentato «un’alta probabilità di un tentativo di fuga». «Il tumulto causato dall’assembramento illegale di sostenitori dell’imputato condannato ha un’alta probabilità di compromettere gli arresti domiciliari imposti e l’efficacia delle misure cautelari, facilitando un possibile tentativo di fuga da parte dell’imputato», ha affermato il giudice Alexandre de Moraes. «Le informazioni confermano l’intenzione del condannato di rompere il braccialetto elettronico alla caviglia per garantire il successo della sua evasione, facilitata dalla confusione causata dalla manifestazione», ha anche detto. «Il giudice ha inoltre affermato che Bolsonaro si trovava a circa 8 miglia di distanza dall’ambasciata statunitense», ha infine precisato The Hill. Il tribunale ha quindi autorizzato l’arresto dell’ex presidente chiesto dalla polizia federale, mentre l’altro figlio di Bolsonaro, Eduardo, ha esortato i suoi sostenitori a non perdere la speranza. «Non è finita», ha dichiarato. Di tutt’altro avviso si è invece mostrato il governo brasiliano. «La decisione di Alexandre de Moraes si basa sui reali rischi di fuga del capo dell’organizzazione golpista, data l’imminente sentenza definitiva e la condanna imminente», ha affermato il ministro delle Relazioni istituzionali di Brasilia, Gleisi Hoffmann. «L’arresto è preventivo e non è collegato alla condanna per il tentato colpo di Stato. Nel caso del colpo di Stato, la sentenza non è ancora passata in giudicato, il che significa che c’è ancora tempo per presentare ricorso», ha riferito, sempre ieri, il quotidiano brasiliano O Globo. Ricordiamo che, lo scorso settembre, la Corte Suprema aveva condannato Bolsonaro a 27 anni di carcere con l’accusa di aver orchestrato un golpe a seguito della sua sconfitta alle elezioni presidenziali del 2022. All’epoca, la reazione del governo statunitense fu particolarmente irritata: dure condanne della sentenza arrivarono tanto da Donald Trump quanto dal segretario di Stato americano, Marco Rubio. Non è d’altronde un mistero che, almeno in parte, la pressione tariffaria della Casa Bianca su Brasilia fosse stata giustificata proprio per cercare di far annullare il processo penale contro Bolsonaro, che è uno storico alleato politico dello stesso Trump. Del resto, i rapporti tra l’attuale amministrazione americana e il presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva, sono stati pessimi almeno fino al mese scorso, quando i due leader si sono incontrati a margine del vertice Asean di Kuala Lumpur. In quell’occasione, si è registrato un parziale disgelo, che ha portato al recente alleggerimento dei dazi statunitensi al Brasile (soprattutto per quanto concerne il caffè): una mossa, quella della Casa Bianca, che è stata salutata con favore, l’altro ieri, dal vicepresidente brasiliano, Geraldo Alckmin. La domanda è allora una: l’arresto di Bolsonaro renderà nuovamente tesi i rapporti tra Washington e Brasilia? Ieri, quando La Verità è andata in stampa, Trump non si era ancora pronunciato su quanto accaduto all’ex presidente brasiliano. Il punto è che, sotto il profilo geopolitico, Trump sta cercando di disarticolare i Brics e, al contempo, di arginare l’influenza di Pechino sull’America latina.