2020-02-23
Adesso è pubblico il dossier Medjugorje. «Soprannaturali» le prime apparizioni
La diffusione in un libro delle conclusioni della commissione Ruini rappresenta un giallo: erano infatti «riservatissime».La relazione conclusiva della cosiddetta commissione Ruini sul fenomeno della presunte apparizioni mariane di Medjugorie, relazione «riservatissima» e sul tavolo del Papa, è stata pubblicata dalle edizioni San Paolo con il commento del giornalista Saverio Gaeta. La relazione, comunque ampiamente trapelata nel corso di questi ultimi anni, riconosce la soprannaturalità del fenomeno Medjugorie per quanto riguarda le prime sette apparizioni del 1981, evidenzia elementi problematici negli eventi successivi fino ad oggi e nello stesso tempo riconosce i frutti spirituali. Stralci di questa «riservatissima» relazione erano già apparsi negli ultimi mesi sul blog di un altro giornalista, David Murgia, professionista in forza a Tv2000. Qualcuno si è chiesto come mai questa «riservatissima» relazione, attesa da milioni di fedeli in tutto il mondo, sia finita sulle pagine di un libro: «Qualcuno autorevole», si è domandato sibillino Louis Badilla, direttore del blog paravaticano Il Sismografo, «potrebbe dare spiegazioni su questa “apparizione" editoriale?». Anche perché papa Francesco, a livello personale, si era mostrato in più occasioni dubbioso circa una Madonna «postina» o «capo-ufficio» e aveva riservato a sé le varie opinioni da discernere sui risultati della relazione finale della commissione Ruini.La commissione, dal nome del suo presidente, cardinale Camillo Ruini, è stata nominata nel 2010 da papa Benedetto XVI per indagare sul fenomeno della presunte apparizioni mariane iniziato il 24 giugno 1981 nell'allora sconosciuto paesino di Medjugorie, dell'allora Repubblica socialista federale di Jugoslavia, oggi Bosnia ed Erzegovina. Quattro donne e due uomini, all'epoca avevano fra i 10 e i 16 anni, da quel giorno, in varie modalità, continuano a dire di vedere la Madonna, che si presenta loro con il titolo di Regina della pace. Nel complesso, come riporta Gaeta nel libro Dossier Medjugorje, «le apparizioni al 31 dicembre 2019 si possono assommare a quasi 51.000» e i presunti messaggi «ufficiali», che qualcuno conta a decine di migliaia, secondo il giornalista sono 697 divisi tra i vari veggenti. Un fenomeno di portata enorme che produce un fiume ininterrotto di pellegrini verso la parrocchia di San Giacomo di Medjugorie e la collina del Podboro, luogo delle prime apparizioni.L'atteggiamento della chiesa locale e del Vaticano è sempre stato di grande prudenza, a cui va aggiunta la totale contrarietà personale del vescovo locale, monsignor Rakto Peric. Di fronte a questa situazione Benedetto XVI ritenne finalmente di indagare e nominò appunto la commissione Ruini nel 2010 per «raccogliere ed esaminare tutto il materiale relativo al fenomeno di Medjugorje per poi presentare una relazione dettagliata con il relativo votum circa la soprannaturalità o meno del fenomeno, suggerendo anche le soluzioni pastorali più opportune». Il lavoro della commissione, composta da 17 membri, è durato quattro anni, fino all'ultima riunione del 17 gennaio 2014, e sui risultati si è speculato molto. Oggi li abbiamo a disposizione e dicono cose chiare: «La commissione internazionale, a maggioranza (su 15 membri presenti e votanti 13 hanno votato a favore, ndr), ritiene gli inizi del fenomeno di Medjugorje non riducibili a sole dinamiche umane, ma aventi un'origine soprannaturale» ed esclude sia «l'origine demoniaca».Questo vale solo per «le prime sette apparizioni» dal 24 giugno al 3 luglio 1981, ovvero quelle avvenute sul Podboro dal 25 al 29 giugno, quella del 30 giugno a Cerno (quando i veggenti furono portati fuori Medjugorje da due assistenti sociali) e quella del 1° luglio in parrocchia (quando l'allora parroco padre Jozo Zovko li nascose nella stanza per sottrarli ai poliziotti che li inseguivano). Sulle altre la commissione, «dato anche e soprattutto il fatto che le presunte visioni o apparizioni sono ancora in corso», ha ritenuto di non «procedere ora a una decisione sul loro carattere soprannaturale».Però la commissione rileva che la «storia successiva agli eventi originari si è diramata in tale estensione e in tale profondità da escludere una manipolazione individuale o di massa». Non solo. La lunga storia di Medjugorie, si legge nel documento, «offre l'attestazione di molteplici frutti evangelici: le abbondanti conversioni, il frequentissimo ritorno alla pratica sacramentale (Eucaristia e Riconciliazione), il fiorire di numerose vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e matrimoniale». Sugli «effetti del fenomeno nella storia successiva ai suoi inizi, a prescindere dai comportamenti dei presunti veggenti», dei 14 membri della commissione presenti per quel voto nessuno di essi si esprime per effetti «negativi». Ci sono però dei fattori che vengono ritenuti «problematici» e riguardano «alcune modalità di trasmissione» dei «messaggi», «alcuni contenuti estemporanei» (la «vita di Maria») e altri considerati «occulti», con riferimento ai cosiddetti «dieci segreti» di Medjugorie. Problematica, dice ancora la commissione, sarebbe anche la «credibilità attuale dei presunti veggenti, soprattutto in riferimento alla storia successiva delle loro condotte (religiosità e pratica ecclesiale, vita di famiglia e di relazione, iniziative di comunicazione, lavoro e condizioni economiche)». La commissione mira a distinguere il fenomeno mariano complessivo, su cui il giudizio sembra positivo, specialmente nelle sue origini, dalla situazione personale dei veggenti e da un certo dilagare di comunità religiose che a Medjugorie si riferiscono. Per questo le soluzioni proposte sono sostanzialmente tre, soluzioni che papa Francesco ha già in gran parte attuato con la nomina del visitatore apostolico permanente, monsignor Henryk Hoser, e con l'apertura ai pellegrinaggi in forma ufficiale di diocesi e parrocchie. L'obiettivo è quello di svincolarsi dalla contrarietà netta del vescovo locale Peric (comunque già in età da pensione) per la gestione pastorale del fenomeno, controllare più da vicino i veggenti e accompagnare i pellegrini. Resta in sospeso, per ora, il suggerimento di fare di Medjugorie un santuario pontificio, tipo quello di Loreto.Ma come mai questa «riservatissima» relazione viene pubblicata ora? Si può supporre che qualche membro della commissione abbia voluto far uscire il testo per contrastare tanti che, anche all'interno delle mura leonine, conservano forti perplessità sul fenomeno. Oppure, e questa sarebbe una novità, anche a Santa Marta avrebbero in qualche modo favorito la pubblicazione. Questo almeno lascia pensare l'intervento di Chiara Amirante, fondatrice della comunità Nuovi orizzonti, riportato da Gaeta nel libro. «Chiara», avrebbe detto papa Francesco all'Amirante, «guarda che sono io che ho salvato Medjugorje, perché la commissione della Congregazione della dottrina della fede, sulla base di tante notizie anche false, aveva già detto: “Medjugorje è tutto falso". Quindi sono io che ho salvato Medjugorje, sono io che ho a cuore Medjugorje, sono io che ho mandato Hoser perché credo che i frutti sono tanti e sono inequivocabili».