2025-11-09
Produrre in Italia si può: Byd si prende i fornitori lasciati a piedi da Stellantis
La società cinese ha selezionato 85 ditte dell’indotto automobilistico mollate dall’ex Fiat. Rendere profittevole l’elettrico anche qui, quindi, è possibile... per chi sa e vuole farlo.Byd si sta prendendo tutti i fornitori italiani che Stellantis ha lasciato a piedi. Verrebbe da pensare, allora, che il modo per rendere profittevole l’auto elettrica in Italia esiste e forse il gruppo guidato dall’ad Antonio Filosa non ha saputo coglierne le opportunità.Il primo produttore al mondo di veicoli elettrici ha scelto di venire a Torino, proprio dove è nata la Fiat, e di prendere accordi con almeno 85 aziende italiane dell’indotto automobilistico, società abituate a lavorare prima con la Fiat, poi con Fca e fino a poco tempo fa con Stellantis. Si tratta di imprese specializzate nella fornitura di componenti strategici per la produzione automobilistica. Nel contesto della crisi che sta attraversando l’automotive in Italia, con volumi in flessione negli impianti Stellantis, l’accesso alla catena di fornitura di Byd può tradursi in un’opportunità industriale significativa. L’iniziativa si inserisce nel programma di sviluppo e ricerca di fornitori avviato da Byd mesi fa e sfociato in una serie di incontri a Torino, a fine febbraio, che hanno registrato un’adesione ben superiore alle previsioni iniziali.In particolare, gli incontri con le aziende torinesi storicamente legate prima a Fiat e poi a Stellantis sono stati agevolati dal team scelto da Byd per lo sbarco in Europa: Alfredo Altavilla (ex top manager Fiat/Fca, oggi advisor Europa di Byd) e Alessandro Grosso (ex dirigente Stellantis, oggi country head di Byd Italia).La scorsa settimana, a Torino, Altavilla ha tracciato il bilancio del lavoro avviato a inizio anno: tra il 20 e il 22 febbraio i manager Byd hanno incontrato quasi 200 aziende del territorio, da cui - al termine di mesi di valutazioni - sono state selezionate 85 realtà. Secondo Altavilla, la filiera torinese ha impressionato i vertici cinesi per capacità industriale, pur penalizzata da costi energetici che ne riducono la competitività. I contatti proseguono, ma al momento non risultano contratti firmati.La ricerca di fornitori in Italia conferma dunque la volontà di Byd di competere sul mercato europeo e nazionale. A ottobre, in Italia, le vendite Byd sono state quasi quattro volte quelle dello stesso mese dell’anno precedente; da inizio 2025 le immatricolazioni ammontano a 16.700 unità, con quota 1,3% sul totale e oltre l’11% nel solo segmento elettrico. Sempre a ottobre, in Germania sono state vendute 3.354 auto (circa 1,3% di quota).Ma non è solo Torino che desta l’interesse del colosso cinese. Sul fronte industriale, proseguono in Ungheria i lavori per la prima fabbrica europea (circa 10.000 addetti, di cui un quinto ingegneri; capacità fino a 250.000 vetture/anno). Byd ha confermato un secondo stabilimento in Turchia e circola l’ipotesi di un terzo sito in Spagna dedicato alle batterie. A Milano è operativo il centro europeo di design. Localizzare la produzione in Europa consente di evitare i dazi Ue sulle auto importate. Va da sé che anche attorno a questi poli nascerà una catena di fornitori già abituati a lavorare con le big del mondo delle quattro ruote. Nel caso di Torino, l’orizzonte è significativo: la fornitura agli impianti europei Byd potrebbe valere commesse fino a 500.000 auto l’anno. Il confronto con Stellantis è netto: la produzione 2025 in Italia risulta più o meno sotto del 30% sull’anno precedente; secondo stime sindacali, ci sono 265.000 veicoli già prodotti e circa 310.000 attesi a fine anno. Il calo impatta direttamente sui lavoratori (periodi prolungati di cassa integrazione e stipendio ridotto) e sull’intera catena dei subfornitori, soprattutto nell’area torinese, dove molte commesse sono state ridotte o azzerate.Tra le aziende valutate da Byd figura Sila Group (Orbassano), storico fornitore di cambi per Stellantis. Il presidente Edoardo Pavesio ha spiegato al Corriere Torino che un’eventuale collaborazione con Byd sarebbe un driver di diversificazione e crescita internazionale. Sila, che in passato ha già prodotto in India, Cina e Sudamerica, rappresenta un modello di apertura che molte aziende più piccole, abituate ad avere solo Stellantis come cliente, non hanno ancora intrapreso.Produrre auto in Italia non sembra quindi impossibile anche se, certo, gli ostacoli non mancano e i numeri non possono essere quelli della Cina. Anche perché il differenziale di costo dell’energia in Italia è un vincolo strutturale che, nel tempo, ha scoraggiato diversi insediamenti produttivi: l’elevato costo operativo rende la manifattura domestica meno competitiva e spesso fuori scala rispetto ad alternative europee o asiatiche. Ad ogni modo, lo sbarco dei cinesi nell’Europa delle quattro ruote è iniziato da tempo. Il debutto produttivo di Byd nel continente è già definito: il primo modello previsto sulle linee europee sarà la Byd Dolphin Surf, che fungerà da piattaforma di lancio per la piena messa a regime delle capacità industriali locali e per la cui produzione serviranno tanti fornitori locali che saranno ben contenti di dire addio a Stellantis per un futuro più stabile.