2025-06-23
Addio allo scultore della fragilità
Arnaldo Pomodoro (Getty Images)
Arnaldo Pomodoro è morto domenica a Milano. Aveva 98 anni. Artista di fama internazionale, con le sue sfere di bronzo ha raffigurato la complessità del mondo e della psiche umana.Arnaldo Pomodoro è stato uno dei più grandi artisti italiani contemporanei, riconoscibile e reso pop dalle sue opere dislocate nelle più importanti piazze di tutto mondo. «L’arte è un labirinto», diceva l’artista, le cui opere oggi segnano la loro presenza in luoghi come il Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, il Palazzo delle Nazioni Unite a New York o ancora l’ingresso principale della Farnesina a Roma. Arnaldo, fratello maggiore di Giorgio «Gio» Pomodoro, anch’egli scultore, passato a miglior vita nel 2002, è morto alla vigilia dei suoi 99 anni nella notte tra domenica e lunedì, nella sua casa milanese. Era infatti nato il 23 giugno del 1926 a Morciano di Romagna e aveva dapprima fatto studi da geometra per scoprire presto la sua passione per il metallo. Orafo in un primo momento, è negli anni Cinquanta che realizza le prime grandi forme dopo il trasferimento a Milano dal 1954, quando inizia a tessere le sue trame segniche in rilievo creando situazioni visive al limite tra bidimensione e tridimensione. «Per me», aveva raccontato l’artista già ultraottuagenario, «è stato un periodo fittissimo di scambi intellettuali». Con Lucio Fontana e altri fonda il gruppo Continuità per iniziare una produzione che segna la storia dell’arte e non solo. Oggi le sue opere sono esposte ovunque nel mondo. L’ultima grande mostra nel 2023 in collaborazione con Fendi, al Palazzo della Civiltà Italiana, ubicazione che aveva anche scelto una delle sue opere ambientali più significative, Ingresso nel labirinto, per la sede di via Solari a Milano. Dai primi bassorilievi, la sua opera prende dimensione con la Colonna del viaggiatore (1962), per arrivare fino a Disco Solare (1991), donato alla Russia e collocato a Mosca durante il disgelo post sovietico; o ancora il portale bronzeo del Duomo di Cefalù (1998), gli arredi sacri nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, in collaborazione con l’archistar Renzo Piano. L’arte di Pomodoro è totale e spazia, con risultati sempre significativi, anche in altri ambiti fino alle opere ambientali, come il cimitero di Urbino. Nel 1982 la prima scenografia per la Semiramide di Gioachino Rossini al Teatro dell’Opera di Roma, che inaugurò la stagione consegnando l’allestimento alla storia proprio per le scene lignee dell’artista. Ma centrale nel suo lavoro è stato il ciclo delle «sfere dischiuse» di bronzo, la più celebre delle quali è forse la vaticana Sfera con sfera. Si tratta di opere scultoree che rappresentano una metafora della complessità del mondo contemporaneo e della psiche umana: alla superficie esterna liscia che riflette l’ambiente circostante, fa da contraltare un interno tormentato e corroso, pieno di denti, che svela meccanismi simili a ingranaggi in una dicotomia tra apparenza e realtà, tra il visibile e il nascosto, tra la superficie liscia della vita e le profondità della psiche. «Nel mio lavoro vedo le crepe, le pareti erose, il potenziale distruttivo che emerge dal nostro tempo di disillusione», aveva spiegato l’artista.Molti i commenti e i ricordi per la scomparsa del maestro a partire da quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La scomparsa di Arnaldo Pomodoro, artista poliedrico e geniale, lascia un grande vuoto nel mondo dell’arte. Le sue imponenti opere, esposte nei più importanti musei di tutto il mondo, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della scultura contemporanea. Ai suoi familiari e ai suoi allievi esprimo il cordoglio della Repubblica». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affida le sue parole ai social: «Con profondo dispiacere ho appreso della scomparsa di Arnaldo Pomodoro, maestro della scultura che ha scolpito l’anima dell’Italia. La sua arte ha dato lustro al genio italiano nel mondo. Un abbraccio commosso e le mie più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari». Ma è stato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a intercettare più opportunamente il senso dell’arte di Pomodoro: «Le sue Sfere dischiuse e ferite ci parlano ancora oggi di fragilità e complessità dell’umano e del mondo».
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
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