2021-06-02
Contrordine, virologi: «Il Covid è artificiale»
Sarà pubblicata la ricerca, ignorata da «Science» e «Nature», secondo cui il Sars-Cov-2 è nato in laboratorio.E se avesse avuto ragione Donald Trump? Torniamo al 30 aprile 2020. Parlando alla Casa Bianca con la stampa, l'allora presidente degli Stati Uniti sgancia la bomba e lancia l'ipotesi che l'origine del coronavirus sia legata a un laboratorio di Wuhan. Ipotesi ribadita nei giorni successivi dall'allora segretario di Stato, Mike Pompeo. Il 4 maggio 2020 Anthony Fauci nega l'esistenza di prove sulla provenienza del Covid-19 dal laboratorio cinese di Wuhan, contraddicendo così le accuse di Trump e di Pompeo. «Tutto indica fortemente che questo virus si è evoluto in natura e poi ha saltato specie», dice in un'intervista al National Geographic il massimo esperto americano di malattie infettive e membro della task force della Casa Bianca. Una tesi avvalorata anche dalla rivista Nature, secondo cui l'origine del Covid ha una storia complessa cominciata 140 anni fa nei pipistrelli. Il 29 marzo 2021 anche l'Oms, dopo una missione in Cina, conferma la sua versione sull'origine animale della pandemia, allontanando l'ipotesi di una fuga del coronavirus da un laboratorio. Ma non fuga i sospetti degli Stati Uniti, che il documento redatto dal team dell'Organizzazione sia stato scritto sotto la dettatura di Pechino, come denunciato dal segretario di Stato Antony Blinken. Ma arriviamo a questi giorni. Lo scorso 24 maggio il Wall Street Journal pubblica nuove rivelazioni di un rapporto d'intelligence Usa finora top secret, rilanciando i sospetti che il virus del Covid-19 possa essere frutto di un incidente di laboratorio e rafforzando le crescenti richieste di una più ampia indagine indipendente sulle sue origini. Secondo il quotidiano, i dettagli degli 007 vanno oltre il documento diffuso dal Dipartimento di Stato nei giorni finali dell'amministrazione Trump, che parlava di diversi ricercatori dello stesso laboratorio ammalatisi nell'autunno 2019 «con sintomi compatibili sia con il Covid-19 che con le comuni malattie stagionali», come l'influenza. Intanto, a un anno dalle accuse di Trump, Joe Biden sta aumentando il pressing sulla Cina e pure Fauci ha cambiato idea ammettendo che «non si può escludere nulla». Senza più Trump da attaccare a prescindere, cominciano a spuntare anche nuove ricerche finora snobbate dalle riviste scientifiche di primo piano. Come quello redatto un anno fa che ora sarà pubblicato dal Quarterly review of biophysics discovery , secondo cui il coronavirus può essere stato ottenuto solamente in laboratorio «oltre ogni ragionevole dubbio». Studiando per mesi, sulla base di articoli ritrovati in database e archivi, gli esperimenti effettuati all'Istituto di virologia di Wuhan dal 2002 al 2019, i due scienziati auotri del paper, l'oncologo britannico Angus Dalgleish e il virologo norvegese Birger Sørensen, sostengono che il coronavirus sia stato creato nel corso di esperimenti sulle cosiddette mutazioni attivanti (si alterano i genoma di virus per ottenerne di più infettivi). Partendo da un coronavirus prelevato in una grotta con pipistrelli, gli scienziati cinesi avrebbero ottenuto la nuova proteina spike che lo ha trasformato nel Sars-Cov-2 all'origine della pandemia e che, sottolineano gli scienziati, non ha «antenati naturali credibili». La ricerca, rilanciata a luglio 2020 da Minerva (un sito che indaga sulla libertà di ricerca e sulla censura accademica), era curiosamente finita in un cassetto. Riviste come Nature e Science hanno respinto l'articolo senza nemmeno esaminarlo. Magari per non dare ragione a Trump? Di certo hanno involontariamente lanciato un assist alla Cina. Che proprio in questi giorni sta facendo i conti con un pericoloso ritorno dei contagi: le autorità cinesi nella provincia del Guangdong hanno cancellato tutti i voli e messo in lockdown le comunità locali a causa della diffusione della variante «indiana». Tra queste c'è la città di Guangzhou, una megalopoli assai più grande di Wuhan. E l'allarme è scattato anche a Shenzen, (oltre 100 chilometri di distanza) dove il colosso dello shipping Mersk ha segnalato il blocco di decine di migliaia i container fermi attualmente nei porti di Shekou e di Yantian, uno dei più trafficati a livello mondiale con un volume di oltre 13 milioni di container nel 2020. E mentre alcuni esperti cominciano a temere che il vaccino cinese Sinopharm potrebbe essere «bucato» dalle varianti, ieri l'Oms ha concesso l'omologazione d'urgenza all'altro vaccino cinese Sinovac assicurando che «rispetta gli standard internazionali di sicurezza, efficacia e di fabbricazione».
Jose Mourinho (Getty Images)