2022-02-24
Vietato lavorare ai medici non vaccinati ma guariti: ospedali e Regioni nel caos
Il cortocircuito: sanitari sospesi anche col pass rafforzato. I governatori chiedono chiarimenti al ministero. Corsie a rischio stallo. Trentino ribelle: personale reintegrato.Ospedali di nuovo sull’orlo di una grave crisi, e non per eccesso di ricoveri ordinari o in terapia intensiva. Il ministero della Salute, come già annunciato domenica dalla Verità, non riconosce la guarigione dal Covid condizione giustificata per tornare al lavoro se non si è vaccinati. Questo significa che resteranno sospesi migliaia di medici e infermieri immunizzati naturalmente, ma non con il farmaco per loro sempre obbligatorio, mentre per chi è stato reintegrato sta scattando la seconda sospensione. Un paradosso privo di logica e di fondamento scientifico che torna a privare del lavoro i sanitari e che rigetta nel caos i reparti, costretti a una nuova riorganizzazione del personale. La coperta, però, già corta prima, non può coprire i tanti vuoti lasciati dai professionisti sospesi nei Pronto soccorso, in rianimazione, nelle divisioni di punta, soprattutto adesso che si sta riattivando la programmazione di attività ordinarie e degli interventi chirurgici. E quando già molti si ricontagiano, sebbene vaccinati con terza dose. La risposta del capo di gabinetto del ministero della Salute, Tiziana Coccoluto, alle richieste di chiarimento inviate dalla Federazione degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), non lascia margini interpretativi. Essere guariti dal Covid «non è, in base alla normativa vigente, circostanza idonea a legittimare la revoca della sospensione», pertanto nella circolare si raccomanda «di non procedere alle revoche delle sospensioni» fino a che «la piattaforma non sia adeguata alla normativa di riferimento». L’assurdità di una simile comunicazione è che pone un conflitto normativo tra il super green pass, che viene rilasciato anche ai guariti, perciò pure a medici e infermieri che hanno avuto la malattia, e l’obbligo vaccinale per i sanitari che non contempla il reintegro al lavoro se si è guariti dal Covid. Le Regioni non sanno più dove sbattere la testa, con la necessità di medici e infermieri che è sempre più pressante e il diktat di una nota ministeriale che ribadisce di lasciare a casa i sanitari «non allineati». Sulla questione «i governatori hanno riunito il loro tavolo tecnico e inviato al ministero della Salute una richiesta di chiarimento, stante che adesso la legge nazionale impone la sospensione dei medici», fanno sapere dalla Regione Veneto dove i professionisti sono ancora sospesi. «Siamo ancora in attesa della nota del ministero», rispondono dall’Emilia Romagna, ricordando che «le sospensioni ora vengono fatte dagli Ordini professionali, che poi le comunicano alle direzioni sanitarie». Se non è avvenuta la vaccinazione del professionista, anche le Asl lo sospendono. Ma se era già stato reintegrato in quanto guarito dall’infezione naturale da Sars-CoV-2? Dovrebbe essere privato nuovamente del lavoro, stando alla circolare del ministero della Salute. Figuriamoci il caos che scoppierà, la Regione Lombardia è già sul piede di guerra per capire come dovrà comportarsi perché risospendere il personale sanitario significa mettere gli ospedali nei guai. Fossero anche solo poche decine quelli già rimandati a casa in ottemperanza alla normativa, nessun reparto può permettersi il lusso di ulteriori tagli al personale quando si stanno attivando per il recupero delle prestazioni delle attività e degli interventi in sala operatoria, sospesi durante la quarta ondata. In Trentino, a differenza che in Alto Adige, sono stati riammessi grazie alla guarigione medici e infermieri, che resteranno al lavoro nelle corsie degli ospedali e delle Rsa fin tanto che il ministero non darà ulteriori precisazioni. Questa sembra la decisione presa dall’assessore alla salute della Provincia autonoma, Stefania Segnana, almeno fino al prossimo 1 marzo, nonostante la circolare e il parere contrario dell’avvocatura dello Stato di Trento, che ha chiarito che quanto disposto per i sanitari vale anche per insegnanti e forze dell’ordine, le altre due categorie per le quali è obbligatoria per legge la vaccinazione anti Covid. Secondo Fnomceo sono 21.879 i medici e gli odontoiatri che risultano ancora non vaccinati sulla piattaforma per il green pass, ma i sospesi «per non aver adempiuto all’obbligo sono 3.192, vale a dire lo 0,7% degli iscritti» dichiarava una settimana fa il presidente, Filippo Anelli. Con la penuria di medici, non è un numero irrilevante e se i provvedimenti continueranno a essere applicati, malgrado l’avvenuta guarigione dei professionisti, il lavoro tornerà a scaricarsi sui colleghi o si intensificherà il ricorso a cooperative private, di dubbia serietà, che forniscono sanitari non sempre all’altezza dei compiti che li aspettano.E rimane, enorme, ingiustificata, la misura coercitiva che si applica nei confronti dei sanitari che hanno avuto il Covid, quando numerosi studi, non ultimo quello pubblicato su Environmental Research e riportato ieri dalla Verità, affermano che la guarigione può offrire una protezione uguale o maggiore contro le nuove infezioni rispetto alla doppia somministrazione di un vaccino mRna.