2025-11-08
«L’abito industriale avvolge il corpo, quello sartoriale veste l’anima»
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.Come è nato questo progetto?«Dal desiderio di celebrare la grande tradizione della sartoria italiana e di riportarla al centro dell’attenzione, come espressione di cultura, eleganza e maestria artigiana. Arbiter da sempre racconta l’uomo di stile e la bellezza del “fatto bene”, così abbiamo pensato a un premio che desse voce ai sarti, veri custodi di un patrimonio unico nel mondo».Che cosa rappresenta oggi la sartoria su misura nel panorama della moda maschile?«La sartoria è l’anima della moda maschile. È l’antitesi della produzione di massa, è il tempo dedicato, il dialogo tra cliente e artigiano, la ricerca del dettaglio perfetto. In un’epoca dominata dalla velocità, il su misura è un gesto di consapevolezza, un ritorno alla qualità e all’individualità».Cosa distingue, secondo lei, un abito su misura da un abito confezionato?«La differenza è sostanziale. Un abito industriale veste il corpo; un abito sartoriale veste l’anima. Il sarto interpreta la persona, ne coglie la postura, il carattere, il modo di muoversi. Ogni punto, ogni cucitura racconta una relazione di fiducia e di conoscenza reciproca. È un processo quasi poetico».Quest’anno il tema è Winter elegance, come è stato accolto dai sarti partecipanti?«Con grande entusiasmo. Winter elegance unisce due mondi solo apparentemente lontani: l’eleganza e lo sport. È un invito a interpretare la raffinatezza anche nelle stagioni fredde, nei contesti più dinamici, e a rendere omaggio al grande evento olimpico che rappresenterà l’Italia nel mondo».L’Italia ha una lunga tradizione sartoriale. In che modo il trofeo contribuisce a valorizzarla?«Il trofeo Arbiter è un palcoscenico per i sarti, un’occasione per far conoscere il loro talento e la loro storia. Ogni partecipante porta con sé la tradizione della propria bottega, ma anche una visione contemporanea. È un modo per tramandare un mestiere che vive di gesti antichi e di un sapere che non si improvvisa».Qual è stato il ruolo di Loro Piana in questa edizione del trofeo?«Loro Piana è un partner d’eccellenza, un nome che incarna la qualità assoluta dei tessuti e la ricerca costante della perfezione. Condividiamo la stessa filosofia: rispetto per la materia prima, amore per il dettaglio, e la convinzione che il vero lusso sia la semplicità impeccabile. La loro partecipazione ha dato ulteriore prestigio al concorso».Come vengono scelti i sarti e come si svolge la selezione?«Valutiamo con accuratezza la qualità della confezione, la coerenza stilistica, la capacità interpretativa del tema. Ma ciò che ci interessa davvero è l’identità: ogni abito deve raccontare una storia, deve avere un’anima. È questo che distingue un grande sarto».Negli ultimi anni si parla molto di sostenibilità. La sartoria può essere considerata un modello sostenibile?«Assolutamente sì. La sartoria è sostenibile per definizione: ogni capo nasce per durare nel tempo, è pensato su misura, senza sprechi né eccessi. È un consumo consapevole, rispettoso della materia e del lavoro umano. La vera eleganza non è mai effimera».Che tipo di uomo veste oggi un abito su misura?«Un uomo che conosce sé stesso. Che non segue le mode ma il proprio gusto. Il cliente del sarto non cerca visibilità, cerca autenticità. È un uomo che ama la bellezza come forma di rispetto per sé e per gli altri».Guardando al futuro, quale ruolo immagina per la sartoria italiana e per il trofeo Arbiter?«Vedo una nuova generazione di sarti pronti a raccogliere l’eredità del passato con spirito moderno. Il nostro compito è continuare a raccontare, promuovere, ispirare. Il trofeo Arbiter vuole essere una celebrazione viva della sartoria, un ponte tra tradizione e futuro, tra l’arte del fare e l’eleganza del pensare».