2025-11-09
Meloni: «Con me, mai patrimoniale». I dem reclamano ma Conte li molla
L’inquilina del Nazareno prova ad attaccare il premier: «Aiuta i più ricchi». Il leader del M5s però la lascia sola a inseguire Maurizio Landini: «Imposta non all’ordine del giorno». Idea della Lega: flat tax al 5% per gli under 30.Non pare vero alla sinistra di avere ora un modello Oltreoceano a cui ispirarsi. La vittoria di Zohran Mamdani a New York, con la sua ricetta di tassare i ricchi, ha ridato forza alla Cgil per riaprire il dibattito sulla patrimoniale. Il tema che fa parte del Dna della sinistra torna ciclicamente, fa capolino ogni volta che c’è da cannoneggiare una manovra economica considerata poco generosa con i ceti meno abbienti. E il programma con cui Mamdani è riuscito a conquistare la Grande Mela, che ha come pilastro un prelievo sui grandi patrimoni, è un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, l’ha colta al volo e, cavalcando l’ondata di entusiasmo che il neo sindaco ha scatenato nella sinistra, ha ritirato fuori dal cassetto la proposta di una patrimoniale. Ovvero, un contributo straordinario dell’1% sui patrimoni superiori ai 2 milioni di euro. Secondo il sindacato, garantirebbe entrate fino a 26 miliardi di euro da destinare a sanità, scuola e lavoro. Il retropensiero di Landini è che se la proposta ha mietuto consensi nella capitale americana del business, si può rilanciarla in Italia, dove i soldi scarseggiano e la coperta dei finanziamenti è sempre corta. Tanto più che, secondo la narrazione del sindacalista, il governo si appresterebbe a stornare le poche risorse disponibili dalla sanità alle spese militari.Il tema, in modo molto strategico, è stato rilanciato da Landini proprio a ridosso della proclamazione dello sciopero del prossimo 12 dicembre, questa volta senza la Uil. Immediata è arrivata la replica del premier, Giorgia Meloni: «Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al governo, non vedranno mai la luce». Parole cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha reagito per non farsi scavalcare a sinistra da Landini e non lasciargli tutta la scena: «Questo governo», ha replicato l’inquilina del Nazareno, «sarà ricordato per l’aiuto ai più ricchi. Ha aumentato le tasse a tutti. Con che faccia Meloni attacca le opposizioni?».Poco importa che ai cosiddetti «ricchi» (redditi che arrivano a circa 50.000 euro l’anno lordi) vadano pochi spiccioli di risparmio impositivo e che comunque, nonostante i vincoli di bilancio, siano stati garantiti fondi alla sanità; basta sventolare la parola «ricco» e buttarla in caciara per assicurarsi il rimbalzo sul Web. Nella foga polemica, pur di alzare il polverone mediatico, Pd e Cgil, di fatto, rischiano di allontanarsi, se non tradire il ceto medio. Un rischio che invece il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha ben presente e non vuole correre. Anzi, coglie al volo l’opportunità offerta da Schlein, impegnata a occupare le frange estreme della sinistra, per rassicurare il ceto medio e posizionarsi a centrocampo (largo). Così la patrimoniale diventa un altro tema sul quale va in frantumi il progetto di unità delle sinistra e che mette in evidenza le distanze tra Pd e 5 stelle.«Vorrei mandare un messaggio direttamente a Meloni che ha voluto fare un post parlando di patrimoniale: si rassegni, non so se a sinistra c’è una discussione sulla patrimoniale, ma per noi, che siamo una forza progressista indipendente, una patrimoniale non è all’ordine del giorno», sono le parole di Conte. Più chiaro di così...Il leader dei 5 stelle prende le difese del ceto medio, lasciando che Schlein rincorra Landini. Attaccando Meloni sulle tasse, Conte si guarda bene dallo sparare contro le famiglie con redditi medi o contro gli imprenditori. «È una manovrina», insiste l’ex premier, «che prevede zero crescita e dà briciole a famiglie e imprese. Questo è il governo delle tasse perché sono dieci anni ormai che abbiamo il record della pressione fiscale. E soprattutto una montagna di tasse, 25 miliardi, che si è abbattuta sul ceto medio, completamente impoverito, e sulle fasce più deboli della popolazione. È questa la vera patrimoniale, quindi non distraiamo i cittadini dai veri problemi». Parole che sono più un messaggio ai «compagni» dell’opposizione a stare con i piedi per terra, che contro il governo. Intanto nella maggioranza si lavora agli emendamenti alla legge di Bilancio. Allo studio della Lega ci sono una flat tax al 5% per i giovani fino a 30 anni assunti a tempo indeterminato e una decontribuzione per tre anni per l’azienda che assume. La proposta prevede che l’incentivo possa essere esteso fino ai 36 anni nel caso in cui si tratti di un rientro di cervelli, quindi per giovani che fanno ritorno in Italia dall’estero.La Lega sta valutando modifiche anche di altri capitoli particolarmente discussi della manovra. C’è l’ipotesi di ampliare la rottamazione delle cartelle, facendovi rientrare i contribuenti che hanno ricevuto un accertamento per vizio formale. La norma contenuta nella legge di Bilancio prevede l’esclusione delle cartelle emesse a seguito di un accertamento. Un’altra misura che ha aperto un dibattito nella maggioranza è quella sull’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi dal 21% al 26%. L’obiettivo del partito di Matteo Salvini è di sopprimere questa misura che, oltre a essere contraria alla politica finora seguita dal governo di non toccare la proprietà edilizia, porta un gettito di solo 1 milione di euro. Forza Italia è d’accordo. il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha detto più volte che non intende fare le barricate per questo.