
I genitori devono insegnare ai figli che l’esistenza può essere un’esperienza anche molto dura. Un’educazione buonista assicura il quieto vivere in una famiglia. Ma così si anestetizzano gli adolescenti, consegnandoli al manierismo del consumismo più tossico.Non siate troppo buoni con i vostri figli: potrebbero sentirsi troppo cattivi verso di voi e ciò avvelenerebbe la loro vita, oltre che il vostro rapporto. Dopo che il mondo ipersviluppato e superbuono della Zivilisation delle «buone maniere» ha scatenato due, forse tre, guerre mondiali e ora naufraga nel narcisismo vuoto del woke, dell’auto contemplazione dell’eroe borghese à la Macron, urgono non più manierismi ma verità.Il genitore - padre o madre che sia - più utile ai figli è quello che trasmette ai figli uno sguardo coraggioso sul mondo e accetta la vita per quello che è: un’esperienza anche molto dura e non come fosse una recita. È solo dalla verità dell’esistenza che può nascere per loro anche l’amore e la sicurezza. Altrimenti sono guai, nevrosi e, soprattutto, molta debilitante tristezza. Non è, infatti, con le smorfie sdrammatizzanti dell’ambigua educazione buonista che si rassicurano i figli adolescenti ma, piuttosto, aiutandoli a «riconoscere e sintonizzarsi con i propri stati d’animo fin dalla più tenera età».Lo spiega il recentissimo: Soffrire di adolescenza. Il dolore muto di una generazione» della psicoterapeuta Loredana Cirillo (Cortina editore). Ciò può suscitare conflitti con i figli, ma non è questo il problema. Anzi, assicura la professoressa Cirillo: «È l’assenza di conflitto e riparazione che genera ansia e mancanza di speranza». È ciò che il terapeuta sperimenta quotidianamente nel suo lavoro. Riconoscere che l’assenza di litigi genitori/figli non sia un buon affare per nessuno ma, anzi, generi ansia e tolga la speranza di un benessere stabile fin dall’infanzia e adolescenza, accende una nuova e importante luce sull’incompatibilità tra l’incultura politicamente corretta e il benessere dei giovani e della società. Il fatto è che, nell’ansia di laicizzazione e scristianizzazione della vita, l’Illuminismo ha tolto di mezzo l’esistenza del dolore e il suo senso nella vita umana. La società dei consumi e dello spettacolo, al corrente del senso della sofferenza e del percorso della Risurrezione cristiani, cerca di convincere il pubblico a lasciar perdere queste antiche leggende e correre a approfittare del Black friday.Ciò, però, è assolutamente distruttivo per l’adolescente che ha bisogno di tutto tranne che imprigionare la propria fantasia e sentimento nelle misere regole e contenuti del mercato. È proprio perché l’adolescenza è la fase nella quale il giovane sperimenta tutte le contraddizioni nel corpo e nell’anima che il manierismo corretto, verniciato e intossicato del consumo, spegne il significato della scoperta giovanile della ricchezza dell’esistenza umana e ne anestetizza la vita affettiva, bloccandone lo sviluppo.«Dimmi il tuo rapporto con il dolore e ti dirò chi sei», diceva Ernst Jünger che visse ultracentenario quando pochissimi ci riuscivano e non si negò godimenti né privazioni. Così, appena ebbe 18 anni, fuggì di casa e si arruolò (lui tedesco) nella francese Legione straniera, da dove il padre riuscì a toglierlo solo quando il ragazzo si ammalò gravemente. Raccontò poi tutto nel libro Ludi africani (Guanda edizioni), straordinario documento su tempi di altre, forse complessivamente più felici, adolescenze e paternità. Comunque, fu un tipo che seppe sempre riconoscere e rispettare il significato degli opposti, come dimostra il fatto che il suo novantaduesimo anno fu festeggiato da Helmut Kohl e François Mitterrand, presidenti di Germania e Francia, i due Paesi europei tradizionalmente nemici.Il vero sé (che comprende anche la trascendenza) riconosce gli opposti e trova il modo di conciliarli. Per farlo, però, dopo la primissima infanzia è necessaria una certa distanza che consenta ai genitori di dare spazio, di emergere e manifestarsi al vero sé del bambino. Mentre oggi è frequente la madre «troppo vicina e capace solo di vedere il bambino che ha in mente lei, senza dare spazio al suo vero sé, che non riconosce e cui non consente di emergere». Compare anche, pur se meno frequente, il padre che vede il figlio come il campione di calcio che lui avrebbe voluto essere e si deprime se non si impegna abbastanza... È ancora Narciso che, sempre alla ricerca di grandiosità, fa confusione tra le generazioni. In una società mercantile, accecata dal denaro e dalla vanità.
Un volo breve, un dirottatore Naif e un mistero ancora irrisolto. Ecco la storia del terrorista a bordo di Northwest 305.
Volodomyr Zelensky e Kyriakos Mitsotakis (Ansa)
Prima è stato in Grecia, oggi va a Parigi e domani in Spagna: il presidente ucraino ha la faccia tosta di pretendere gas, fondi e aerei dopo che i suoi hanno sperperato svariati miliardi per farsi i water d’oro.
Non indossa il saio del pentimento anche se assomiglia sempre più a Fra Galdino impegnato in una questua perenne. È Volodymyr Zelensky che ieri è andato in Grecia, oggi sarà a Parigi e domani in Spagna a chiedere soldi, energia e armi. Come il frate cercatore del Manzoni dice: noi siam come il mare che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire ai fiumi. Solo che i suoi fiumi sono gli oligarchi e gli amici dello stesso Zelensky, che si sono spartiti tangenti miliardarie mentre gli ucraini continuano a morire di guerra e di freddo. Lo scandalo sulla corruzione – che l’Europa conosceva dal 2021 attraverso una denuncia della sua Corte dei conti, ma che Ursula von der Leyen ha scelto di ignorare – non si placa e il presidente ucraino, mentre va in giro a fare la questua, ha annunciato profonde modifiche negli assetti istituzionali a cominciare da un radicale cambiamento della e nella Commissione per l’energia e ai vertici delle aziende di Stato, che ha chiesto al governo di presentare con urgenza alla Verkovna Rada, il Parlamento.
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Una tassa su chi non vota. L’idea l’ha lanciata il direttore della Stampa, Andrea Malaguti, per arrestare il calo della partecipazione popolare alle elezioni, sintomo - a suo dire - del declino della democrazia.
L’articolo 48 della Costituzione dice che votare è un dovere civico, cioè una specie di impegno morale, ma non un obbligo. Per l’illustre collega, invece, si dovrebbe essere costretti a partecipare alle elezioni. «Si va», ha spiegato, «con la forza». Non mi è chiaro se Malaguti preveda l’intervento dei carabinieri o, visto che «chi non va alle urne fa un danno alla collettività», quello degli esattori del fisco, per monetizzare il diritto a non esercitare un diritto (di voto). Quali che siano le procedure che il collega intende adottare per risolvere i problemi della crisi della democrazia, segnalo che il fenomeno dell’astensionismo riguarda ogni Paese occidentale.
Ansa
A San Siro gli azzurri chiudono in vantaggio i primi 45 minuti con Pio Esposito, ma crollano nella ripresa sotto i colpi di Haaland (doppietta), Nusa e Strand Larsen. Finisce 1-4: il peggior - e più preoccupante - biglietto da visita in vista dei playoff di marzo. Gattuso: «Chiedo scusa ai tifosi». Giovedì il sorteggio a Zurigo.






