2025-09-29
Valditara: «Alla maturità tornano le materie»
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Il ministro dell’Istruzione: «Ormai nel nome dell’interdisciplinarietà non si studiavano quasi più. I bulli? Sospenderli non basta, dovranno fare volontariato nelle case di riposo o spazzare il giardino della scuola». Ministro Valditara lei è molto preso e non è facile parlarle....«Potrà cadere la comunicazione ma proviamoci. Sto andando a visitare una scuola (e difatti la conversazione si è interrotta almeno tre volte, ndr)»L’inizio dell’anno scolastico si accompagna sempre alle consuete polemiche sulle assunzioni dei docenti di ruolo.«Non quest’anno. Abbiamo assunto per i primi di agosto tutti i docenti di ruolo. Quindi con tre settimane di anticipo rispetto alla consueta tabella di marcia. Poi i genitori di ragazzi con disabilità hanno potuto chiedere alla scuola che venisse confermato il docente di sostegno precario. Il 43% dei docenti di sostegno è stato confermato dalle famiglie. La continuità didattica è stata garantita unitamente al rapporto umano e professionale. Complessivamente abbiamo assunto 43.000 nuovi docenti. In tre anni sono 156.000 nuovi insegnanti. Un record. Inconvenienti ridotti al minimo».Ma i docenti sono pagati poco.«Dobbiamo fare chiarezza. C’è stato un blocco contrattuale per 10 anni che ha fatto perdere competitività agli stipendi dei docenti. Nel 2018 la Corte costituzionale ha posto fine al protrarsi del blocco. Quindi nel 2018 c’è stato un primo aumento. Dopodiché altro stallo. Il contratto 2019-2021 non è stato rinnovato dai governi che ci hanno preceduto. Noi, in tre settimane, a novembre 2022, abbiamo chiuso l’accordo economico dirottando sugli stipendi ulteriori 300 milioni di euro destinati originariamente a spese non strategiche. Abbiamo così garantito un decoroso aumento di stipendio. Sicuramente più alto rispetto alle medie del passato. Nella scorsa legge di bilancio, per la prima volta, abbiamo messo risorse per poter rinnovare i contratti fino al 2030 al fine di garantire quella continuità contrattuale di cui si era perso il ricordo».E però c’è anche chi dice che non basta?«Dobbiamo incrementare le risorse per le retribuzioni. Stiamo lavorando perché nella prossima legge di bilancio ci sia un ulteriore aumento. Intanto abbiamo lanciato un messaggio importante: mai più docenti e personale scolastico senza contratto. La continuità contrattuale deve essere considerata un valore da tutti, almeno tale è per il governo. Inoltre, tre settimane fa, grazie a risparmi di spesa del ministero, abbiamo recuperato 240 milioni di euro e li abbiamo assegnati una tantum al personale scolastico. Poi abbiamo varato misure di welfare».Tipo?«Per esempio, l’assicurazione sanitaria per tutto il personale, anche precario, una novità assoluta. Partirà a gennaio 2026 e consentirà di avere il rimborso di alcune prestazioni mediche. Abbiamo introdotto l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per il personale della scuola che era una delle poche categorie escluse. Fra l’altro la garantiamo anche agli studenti. Inoltre, abbiamo ottenuto per tutti i dipendenti scolastici scontistiche sui trasporti, sui servizi bancari e i mutui e stiamo lavorando ad altre agevolazioni ancora. Per rafforzare l’autorevolezza di chi si occupa del futuro dei nostri giovani abbiamo anche previsto la difesa legale da parte dell’Avvocatura dello Stato, prima assente. L’arresto in flagranza e in quasi flagranza per chi attenta alla persona del docente e del preside. Sanzioni fino a 10.000 euro per chi aggredisce il personale della scuola. Le norme sulla condotta, poi, rafforzano il potere dei docenti di valutare i comportamenti e di sanzionare quelli scorretti o addirittura violenti».Non è welfare ma contribuisce alla sicurezza dei docenti. E per quanto riguarda il divieto di usare il cellulare?«Anche questa è una misura che ho fortemente voluto. Ne parlo nel mio libro La rivoluzione del buon senso. Cito il caso della professoressa che mi aveva chiamato sconsolata. Raccontava di una ragazza che aveva acceso il cellulare in classe e si era messa ad ascoltare musica. Alla sua richiesta di spegnerlo, la risposta è stata: “Non riconosco la tua autorità”. Sa cosa le aveva consigliato la preside?».Cosa?«Faccia quello che può. Una testimonianza del fallimento della società».Sul fenomeno bullismo a scuola invece?«Andiamo avanti senza tentennamenti. Le nuove norme sulla condotta sono fondamentali. Non dimentichiamoci che abbiamo cambiato radicalmente la vecchia sanzione della sospensione che fino a ieri significava semplicemente starsene a casa».Talvolta neppure vissuta come una punizione, a seconda dei casi.«Invece adesso il ragazzo o la ragazza deve fare più scuola e deve anche approfondire i motivi per cui la società considera un disvalore quell’atto di bullismo. Dovrà studiare, approfondire, scrivere un tema e sostenere una discussione con i suoi insegnanti per dimostrare di avere capito che ha sbagliato. Dovrà inoltre svolgere attività di cittadinanza solidale. Cioè lavorare per la comunità, in una casa di riposo per anziani. Ad una mensa per poveri. Pulire il giardino della scuola...».Insomma, solidarietà concreta.«Poi il voto in condotta. Con il 5 si è bocciati. Ora può succedere pure alla scuola media, cosa che prima non era possibile. Con il 6 si sarà rimandati a settembre. Con la legge 70 del 2024 i presidi devono chiamare i genitori di chi ha commesso atti di bullismo e far partire un percorso rieducativo all’interno della scuola. Quindi non solo sanzioni ma anche recupero. Qualora il comportamento dovesse perseverare saranno coinvolte le autorità competenti, dagli assistenti sociali ai centri di recupero. Poi c’è il tavolo di confronto sul bullismo. Vogliamo studiare e mettere in atto le migliori pratiche. Ho chiesto il coinvolgimento di tutte le scuole per comunicare e diffondere gli esperimenti di successo. Perché siano di esempio. Infine, c’è l’aspetto educativo. Per dare centralità al rispetto verso la persona. È questo il vero obiettivo di apprendimento. Nessuno è autorizzato a dire che non stiamo lavorando sul tema. Chi lo dice non conosce la realtà».Chiederà nuovi soldi con la prossima legge di bilancio? «Per la scuola sicuramente. C’è una richiesta, ne stiamo ragionando con il ministro Giorgetti».Quanto?«Prematuro parlarne ora»Chiudiamo sulla riforma dell’esame di maturità. Alcuni ritengono che si sia semplicemente stabilito che lo studente non può sottrarsi dalla prova dell’orale.«Invece c’è ben altro. Abbiamo cambiato radicalmente la prova orale. Prima l’interrogazione sulle discipline non era obbligatoria. Si iniziava il colloquio con un documento o un progetto che la commissione sottoponeva allo studente da cui si pretendevano collegamenti interdisciplinari, che spesso erano forzati. Tutto questo è stato eliminato. Ora si torna alle interrogazioni disciplinari. Dopo le due prove scritte, ce ne saranno quattro all’orale».Si torna all’antico?«Ai fondamentali. I docenti che saranno componenti delle commissioni di maturità avranno una formazione specifica. La maturità cambia nella sostanza. La conoscenza delle discipline è fondamentale. Ma si deve anche dimostrare di aver acquisito quel grado di autonomia e di responsabilità che sono necessari per considerare matura una persona. Si deve dimostrare, insomma, di aver completato un percorso di crescita. Ecco perché siamo ritornati a chiamarlo esame di maturità: 25 anni fa questo termine era stato abolito in nome del solito, malinteso “politicamente corretto”. Perché “maturità” era considerata un concetto “reazionario”. E quindi si era declinato il tutto nella algida espressione “esame di Stato”. Noi invece diciamo che l’esame deve valutare anche la maturità del giovane. Ecco perché, per esempio, saranno considerate pure attività extracurricolari: da quelle sportive a quelle culturali. Ecco perché valutiamo anche azioni particolarmente meritevoli che un giovane possa aver compiuto. Valutiamo insomma la crescita della persona a 360 gradi. Poi, ovviamente, chi cerca scorciatoie pretendendo di non sostenere l’orale sarà bocciato. La scuola deve insegnare ad affrontare i problemi, non ad aggirarli, a superare la valutazione, non a negarla, a rialzarsi se si cade, non a pretendere di non cadere mai.
Luca De Carlo (Imagoeconomica)
Enrico Costa (Imagoeconomica)
La sociologa Chiara Saraceno (Ansa)