
Interruzioni di gravidanza in aumento, ma i progressisti vedono obiettori ovunque. E impazziscono per i fondi regionali alle future mamme in difficoltà economica.Si è celebrata ieri la Giornata mondiale dell'aborto sicuro, e viene da chiedersi che bisogno ci sia di una ricorrenza del genere quando l’interruzione di gravidanza non soltanto è ovunque garantita, ma è pure divenuta incontestabile. Con notevole frequenza sentiamo infatti dire che in Italia abortire è difficile, che ci sono troppi medici obiettori, che il patriarcato impedisce alle donne di vivere serene. La realtà è l’esatto opposto: chi vuole, qui, può abortire ovunque. Chi invece prova a difendere la vita deve ogni volta ricevere attacchi e accuse decisamente grottesche. Un interessante esempio lo ha fornito ieri la celebre sociologa Chiara Saraceno sulla Stampa. La studiosa ha raccolto gli appelli di varie associazioni di area progressista presentandole alla stregua di dati scientifici, e ne ha cavato un allarmato articolo ricco di imprecisioni la cui tesi era la solita: aiuto, in Italia è difficile abortire e i pro life avanzano. Tutte balle. La Saraceno, giusto per citare un particolare, ha scritto che manca un monitoraggio costante delle interruzioni di gravidanza, fingendo di ignorare che ogni anno il ministero della Salute fornisce un report dettagliato. Nell’ultimo, uscito nel 2024 con dati relativi a due anni prima, si spiega che «nel corso del 2022, il numero totale di Ivg (interruzione volontaria di gravidanza, ndr) è stato pari a 65.661. Rispetto al 2021, il numero assoluto delle Ivg è aumentato del 3,2%, in controtendenza con il trend in diminuzione registrato fino al 2021. Il tasso di abortività (numero di Ivg ogni 1.000 donne di età 15-49 anni) è pari a 5,6 per 1.000 rispetto a 5,3 del 2021, con un aumento del 5,1%. Il rapporto di abortività (numero di Ivg ogni 1.000 nati vivi) registra un aumento del 4,6%, infatti nel 2022 è pari a 166,6 per 1.000 rispetto a 159 del 2021». Inoltre «si conferma nel 2022 l’aumento del ricorso alle Ivg da parte delle donne minorenni (pari a un tasso di 2,2 per 1000) registrato già nel 2021 (2,1 per 1000) rispetto al 2020 (1,9 per 1000). La distribuzione della contraccezione d’emergenza è aumentata, in particolare: del 27,7% per l’Ulipristal Acetato (EllaOne) rispetto al 2021, e del 66,8% dal 2020, anno in cui, con determina Aifa dell’8 ottobre, è stato eliminato l’obbligo di prescrizione anche per le minorenni». Tradotto: in Italia si può abortire senza problemi, con ogni mezzo, e non ci sono terribili ingerenze dei fascisti al governo, tanto che il numero di interruzioni di gravidanza è in aumento.E allora perché attiviste e commentatrici continuano a lamentarsi? A quanto pare, per costoro gli aborti non sono mai abbastanza e chiunque provi a limitarne il numero merita insulti e disprezzo. Chiara Saraceno, infatti, se la prende con la Regione Piemonte e con il Fondo Vita nascente voluto dall’assessore di Fdi Maurizio Marrone. Trattasi di un consistente stanziamento che serve proprio ad aiutare le donne intenzionate ad abortire per motivi economici. Secondo la sociologa invece è tutta una faccenda di «finanziamenti senza controllo ai provita», soldi buttati senza logica. Per sostenere questa tesi, la studiosa cita, di nuovo, un Libro bianco realizzato da attivisti pro aborto. E, di nuovo, scrive bugie.Vita nascente è un progetto serissimo, curato da associazioni del terzo settore in collaborazione con Servizi sociali, Caritas, Asl, Comuni e perfino consultori. Come spiegano dalla Regione, «passando dai 460.000 euro del 2023 a 1 milione del 2024, i progetti finalizzati alla piena applicazione della Legge 194 hanno accolto e ricevuto oltre 800 donne, avviando percorsi di accompagnamento individualizzato per 618 mamme e donne in gravidanza. Ogni mamma è stata posta al centro di un progetto individuale di assistenza. Significativo è stato proprio il focus sui percorsi abitativi, con supporto nel pagamento di affitti/mutuo e utenze. Confermato l’impegno anche sul fronte degli aiuti materiali, con pannolini, passeggini, vestiario, latte in polvere, omogenizzati, giocattoli, seggiolini auto, eccetera».Ecco, queste sono le azioni a favore delle donne che le attiviste e gli attivisti contestano. Non attaccano solo gli obiettori ma chiunque si spenda per la vita. Quando parlano di aborto sicuro, i progressisti non intendono aborto in sicurezza, ma aborto senza alternative.
Enrico Costa (Imagoeconomica)
Il deputato di Fi Enrico Costa: «Contro Nordio e Piantedosi l’opposizione ha rinunciato a fare politica e suona il citofono delle Procure».
(Imagoeconomica)
Raccolta firme di accademici contro il colosso della difesa, che diserterà l’evento a Genova: «Ma non vendiamo armi a Israele».
(Getty Images)
Il ministro della Difesa riceve gli attivisti: «Li ho avvertiti, se forzano il blocco i pericoli sono elevatissimi senza alcun risultato umanitario». La replica secca: «Qui solo in ascolto, avanti verso la Striscia».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 29 settembre con Carlo Cambi