2025-02-08
Truffa al gotha dell’imprenditoria: bonifici estorti da un finto Crosetto
Diego Della Valle (Imagoeconomica)
Contattati Diego Della Valle, Giorgio Armani e la famiglia Beretta con la scusa di liberare dei giornalisti rapiti.«Abbiamo giornalisti rapiti in Siria». Con questa scusa una banda di truffatori si è spacciata per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, contattando diversi noti imprenditori italiani e chiedendo ingenti somme di denaro per pagare il fantomatico riscatto, che andava da centinaia di migliaia di euro a un milione. E c’è chi ha pagato, con i criminali che in questa dinamica hanno anche sfruttato il caso recente di Cecilia Sala.La truffa ha dell’incredibile per le personalità coinvolte e i tranelli usati per farli cadere nella trappola. Le vittime sarebbero circa una decina e lo schema era sempre lo stesso: agli imprenditori arrivava prima una chiamata dalla finta segreteria, seguita da quella del finto ministro e di presunti generali. La richiesta di denaro in più tranche era per liberare dei giornalisti italiani rapiti in Medio Oriente, in Siria o in Iran. Veniva anche promesso che quel denaro sarebbe stato restituito tramite Bankitalia. Al momento ad aver sporto denuncia sono stati Massimo Moratti, la famiglia Aleotti del gruppo Menarini e la famiglia Beretta, proprietaria dell’azienda produttrice di armi. Nella giornata di ieri i Beretta hanno confermato di essere stati contattati dai truffatori senza cadere nel tranello e non pagando quindi alcuna cifra. Il portavoce vicino al ceo della Beretta holding group ha dichiarato all’Ansa che i truffatori «hanno provato a contattare anche Pietro Gussalli Beretta negli scorsi giorni ma non sono mai arrivati a parlargli, schermato dalla sua segreteria». Intervenendo sul caso, Moratti ha raccontato a Repubblica che «sembrava tutto vero», non rivelando però se sia stato lui a pagare un milione di euro. Nella lista degli obiettivi dei truffatori ci sarebbero anche Giorgio Armani, Patrizio Bertelli (marito di Miuccia Prada), Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, la famiglia Caltagirone.A ricostruire la vicenda, lanciando l’allarme è stato giovedì lo stesso Crosetto, che su X ha spiegato: «Uso questo mezzo per dare pubblicità a una grave truffa in corso. Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare». Dopo un’ora un altro episodio simile, come ha raccontato il ministro: «Mi dicono che c’è un noto imprenditore, che non conosco, che vorrebbe mettersi in contatto con me», aggiungendo: «Mi racconta di essere stato chiamato da me poi da un generale e di aver fatto un bonifico molto elevato a un conto. Gli dico che si tratta di una truffa e avviso i carabinieri che vanno a casa sua e raccolgono la denuncia». Ma non finisce qui, il giorno dopo lo contatta un personaggio diverso ma con la stessa storia, e infatti Crosetto prosegue: «mercoledì sera accade una cosa simile» e anche giovedì «è accaduto altre due volte: due grandi imprenditori contattati a nome mio».La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per truffa aggravata coordinata dal procuratore Marcello Viola e dal pm Giovanni Tarzia. Si sta anche cercando di congelare i soldi già inviati all’estero, anche se non è semplice. Le chiamate provenivano da un numero con il prefisso telefonico di Roma, sembrando quindi credibile. Secondo alcune ipotesi potrebbe trattarsi di un numero clonato attivato dall’estero. Si indaga anche per capire se sia stata usata l’intelligenza artificiale per clonare la voce di Crosetto e di alcuni suoi funzionari.
Simona Marchini (Getty Images)