2024-08-30
«Troppi attacchi, stop agli islamici»
Dopo Solingen, il sindacato di polizia tedesco lancia l’allarme per gli assalti compiuti con i coltelli dagli stranieri: «La crisi migratoria è prima di tutto una crisi criminale».A seguito del massacro di Solingen del 23 agosto scorso - che ha visto un islamista siriano, Issa al Hasan, che avrebbe dovuto essere espulso, accoltellare a morte tre persone e ferirne altre otto -, massacro rivendicato a stretto giro dall’Isis, la Germania è comprensibilmente ancora sotto choc. E la stessa politica appare scossa se non travolta dall’attentato, come mostrano le dure critiche e pressioni sia dei conservatori del Cdu/Ppe sia delle forze più di destra di Alternativa per la Germania (Afd) sul cancelliere Olaf Scholz affinché, al di là delle parole, attui una serie di misure severe per limitare l’immigrazione. Sbaglierebbe però chi liquidasse il dibattito sui migranti come la strumentalizzazione di una tragedia, anche perché a segnalare che la misura è colma ci hanno pensato, in queste ore, perfino le forze di polizia. In un breve video circolato anche sui social, infatti, Manuel Ostermann presidente di DPoIG - acronimo che sta per Deutsche Polizeigewerkschaft, il sindacato di polizia teutonico - ha denunciato come inaccettabile la gestione, evidentemente troppo permissiva, dell’immigrazione. «Sì il nostro Paese è cambiato», ha esordito Ostermann, «ma non c’è niente di positivo in tutto questo. Abbiamo un problema enorme criminale legato agli accoltellamenti». Un «problema enorme» che il presidente di DPoIG collega inequivocabilmente, come si diceva, all’immigrazione: «La crisi migratoria è prima di tutto una crisi criminale e il pericolo più grande per la vita delle persone che vivono in Germania è chiaramente rappresentato dagli islamisti. Questa realtà non può più essere ignorata o messa al bando».Per questo il rappresentante degli agenti di polizia chiede di prendere atto del fenomeno («ora è il momento di riconoscere la realtà») e di attivarsi pertanto con urgenza, soprattutto a livello politico, per fermare quella che ha definito una «follia». Ora, prima che qualche sociologo più o meno improvvisato inizi a ribattere alle parole di Ostermann ventilando l’ipotesi di «pericolo percepito» - e quindi non reale -, è bene ricordare come, giusto pochi giorni prima del massacro di Solingen, fonti della polizia tedesca avessero già sollevato il problema della criminalità, evidenziandone un chiaro collegamento con l’immigrazione. Il 19 agosto, infatti, era stato diffuso report della polizia dell’anno 2023, che ha conteggiato uno spaventoso numero di crimini - 790.245 - 88.079 crimini in più rispetto al 2022, un aumento del 12,5%, e una media di 2.165 crimini al giorno.Aumentati anche i crimini commessi con coltello: 13.844, rispetto ai 10.131 dell’anno prima. Se poi si suddividono questi dati collegandoli ai suoi autori, emerge un quadro ancora più sconvolgente. «In relazione alla popolazione totale», ha dichiarato il capo della polizia federale, Dieter Romann, «i «non tedeschi» hanno statisticamente sei volte più probabilità di ricorrere ai coltelli in un’aggressione rispetto ai cittadini tedeschi». Difficile dunque, davanti a questi numeri, non comprendere l’esasperazione - oltre che dei cittadini - dei poliziotti tedeschi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)