2021-01-18
Tra Renzi e Monti nasce il partito del Mes
Fondi europei e patrimoniale sono tra le condizioni poste dal senatore a vita per il suo appoggio «responsabile». Il leader di Italia viva va in tv per dire che non sosterrà un governo contrario al Salvastati. Si prepara un blitz per votare «no» anziché astenersi?«Faccia il mea culpa». In assenza di certezze sui responsabili o voltagabbana, dipende dai punti di vista, Andrea Orlando si appella al Confiteor e chiede a Matteo Renzi di battersi il petto tre volte. Poi si vedrà se riaccoglierlo nella Babele. Il vicesegretario piddino è indietro un giro perché la crisi che oggi arriva alla Camera (Giuseppe Conte parla a mezzogiorno) e domani al Senato (passaggio chiave) è già oltre i riti cattolici, oltre le tentazioni rientrate di Lorenzo Cesa e della sua Udc, oltre le sparute truppe mastellate. Nella notte prima degli esami la parola d’ordine per cementare la maggioranza è la più melliflua e feroce: «Ce lo chiede l’Europa».È una coalizione strisciante, per niente nuova, con l’obiettivo di mettere le mani nelle tasche degli italiani già stroncati dal virus cinese e dalle conseguenze economiche della pandemia. È la coalizione Mes, gli indizi sono sempre più solidi. Il primo è lo spread in agitazione, il secondo è il silenzio di Bruxelles sul colpo di coda di Renzi (nessuna bocciatura dei solitamente linguacciuti Valdis Dombrovskis e Klaus Regling) e il terzo è un richiamo che il leader di Italia Viva ha fatto ieri a Mezz’ora in più (Raitre). «Non voterò mai un governo che di fronte a 80.000 morti non prende il Mes. «Ho chiesto, discutiamo di cose serie? Il presidente del Consiglio ha detto no, vado in aula, asfaltiamo Renzi, abbiamo i numeri per la maggioranza assoluta. A me sembra che questo non accadrà al Senato».Poi l’ex premier ha approfondito. «Abbiamo detto: possiamo cambiare? Loro hanno fatto costantemente spallucce. Non mi sta antipatico Conte e non vado all’opposizione dell’Italia: votiamo il dl Ristori e lo scostamento di bilancio. Per i banchi a rotelle bis, i sussidi e i denari buttati come il cashback no. I nostri 18 senatori non alimentano polemiche, a un governo che dice queste cose la fiducia non la votiamo». Dovrebbe spiegarlo anche a Michela Rostan che ha annunciato la fiducia a Conte oggi alla Camera. O a Ettore Rosato che dice soffrendo: «Se Renzi vuole risolviamo tutto in due ore, ma non vuole». La crisi è ancora liquida.Rewind di pochi secondi del Renzi-pensiero: «Possiamo cambiare? Loro hanno fatto costantemente spallucce». Dietro lo showdown non ci sono solo l’immobilismo e la rivalità personale nella corsa al centro, c’è il Mes. Ci sono i 36 miliardi avvelenati che Bruxelles vuole farci deglutire e Conte non ha mai portato in aula per paura di una bocciatura trasversale. Il Pd comincia ad avere dubbi, il Movimento 5 stelle è contrario. Ma Renzi sta facendo capire ai sordi che l’Europa è inviperita e «il Mes deve passare». È lui il politico più legato ai grandi burocrati dell’Eurogruppo.È curioso che in stereofonia sia uscito allo scoperto anche il decano dei leoni da scendiletto europeisti, Mario Monti. In un editoriale scritto per il Corriere della Sera, ha sottolineato come cosa buffa: «Quando la Ue, in tempi eccezionali di pandemia, dà enormi risorse europee agli Stati, più di tutti all’Italia, il nostro Paese sembra abbagliato da improvvisa ricchezza e si attarda in crisi politiche». Traduzione: invece di prendere al volo i soldi fa cadere il governo, che ingrati, che incapaci. Subito dopo arriva l’anatema montiano (o merkeliano): «Oggi ci sono ragioni eccezionali per non curarsi dell’aumento del debito ma prima della fine della legislatura alcune cose cambieranno nella Ue. Verrà introdotta una disciplina di disavanzi e debiti pubblici, e noi più di altri arriveremo a quell’appuntamento».Monti spiega che Christine Lagarde presto smetterà di finanziare il deficit italiano con la Bce e si domanda: «Quanto ha senso continuare a ristorare con debito le perdite subìte a causa del lockdown?». C’è il Mes, sciocchini. Poi impugna la ghigliottina contro gli italiani in difficoltà: «Per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura». Infine auspica una riforma in cui il fisco azzanni sulla patrimoniale, l’imposta di successione, l’Imu. Sono i capisaldi di Bruxelles per concedere il Recovery Fund, che arriverebbe più facilmente se inghiottissimo il rospo del Mes. Praticamente lui sogna un Monti 2 con a capo Conte.Per ottenere successo il partito del Mes conta sulla decomposizione grillina. Fa leva su quell’uno vale uno trasformato in «l’uno vale l’altro» e sull’inevitabilità dell’ultimo passo: dopo avere abbracciato lady Mastella, pur di salvare la poltrona e la rata del mutuo i pentastellati potrebbero votare il Mes. Per Luigi Di Maio ora è preminente blindare Conte; assicura che i suoi sono «determinati ad andare avanti con coloro che sosterranno questo progetto». Insomma con tutti. E per dare la linea, Beppe Grillo posta sul blog una gigantografia nella quale stringe il premier per le spalle, firmata #ConTe.La notte prima degli esami il partito più sfuggente è il Pd. Nicola Zingaretti fa melina parlando di «sconcerto nel mondo intero» e attacca flebilmente Renzi per «avere aperto la crisi al buio, l’opposto della volontà di migliorare l’azione di governo». Passaggi a centrocampo, sembra il Portogallo senza CR7 in attesa di sapere se il soccorso bianco dei responsabili arriva o no. A mettere il punto esclamativo sulla faccenda è un vecchio colonnello rosso: «Siamo il partito del Colle, facciamo quello che dice Sergio Mattarella». Già, l’arbitro centravanti.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».