2025-09-11
Il governo accelera sulle riforme. «Obiettivo autonomia differenziata»
Ieri il vertice di maggioranza per definire i passaggi formali che daranno più competenze alle Regioni come Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. L’ideatore Roberto Calderoli sogna il traguardo prima di Pontida.«Sull’Autonomia si va avanti nel percorso con i passaggi formali che si dovranno fare». Il leader dei Moderati, Maurizio Lupi, consegna questo laconico commento ai cronisti che hanno atteso per due ore e mezza che si concludesse il vertice di maggioranza di Palazzo Chigi. Insieme a Giorgia Meloni ci sono, oltre allo stesso Lupi, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli. «Non abbiamo parlato di regionali», aggiunge Lupi, «perché l’argomento dell’incontro era un altro. Se ci dovremo rivedere? Certo». In realtà di regionali, secondo alcune fonti ascoltate dalla Verità, si è parlato eccome, così come non sono mancate considerazioni e riflessioni sugli ultimi preoccupanti accadimenti di politica internazionale. Sui candidati a presidente di Regione che ancora mancano all’appello la partita più complessa è quella del Veneto, con la Lega che propone Alberto Stefani e Fratelli d’Italia che, nonostante i clamorosi numeri ottenuti alle più recenti tornate elettorali nella regione e non solo, rischia di trovarsi ancora senza neanche una presidenza delle grandi regioni del nord: «Fratelli d’Italia», dice alla Verità il senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Veneto, «può scegliere se essere giusta e reclamare il candidato a governatore visti i numeri delle politiche o delle europee o essere generosa e lasciare il candidato ad altri. Io ovviamente auspico che la scelta ricada sulla prima opzione». In pressing perché si decida in fretta anche Matteo Salvini: «Se votano nello stesso giorno Puglia, Veneto e Campania», ha detto ieri Salvini prima del vertice pomeridiano a Chigi, «mi auguro che si scelgano tutti i candidati nello stesso giorno, altrimenti siamo qua ogni settimana a rispondere alle stesse domande. Se mi auguro una fumata bianca per oggi (ieri, ndr.)? Lo spero. L’importante è che si faccia in fretta. È il calendario che ci impone di fare in fretta. Se voti il 22 novembre e siamo al 10 settembre, non sono ragionamenti politici, sono ragionamenti meramente numerici». In Puglia lo sfidante di Antonio Decaro del Pd dovrebbe essere il giornalista Enzo Magistà, mentre in Campania, ora che il centrosinistra si è riunito, De Luca compreso, intorno a Roberto Fico, la candidatura è diventata meno appetibile, e così il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, che molto si è speso per guidare il centrodestra, appare più tiepido. C’è da dire che la Meloni ha in testa (naturalmente parlando di regionali, visto che le preoccupazioni per le gravi vicende internazionali sono in cima ai suoi pensieri) solo le Marche: si vota tra poco più di due settimane e la situazione tra l’uscente di Fdi Francesco Acquaroli e lo sfidante del Pd Matteo Ricci appare equilibrata. La premier ha chiesto agli alleati il massimo impegno su questa partita. Tornando all’Autonomia differenziata, un paio di settimane fa Calderoli aveva annunciato che ci sarebbe stato un vertice «per definire le pre-intese su protezione civile, previdenza complementare integrativa, professioni e sanità» con le quattro Regioni che ne hanno fatto richiesta, ovvero Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. Calderoli, riporta l’Ansa, aveva espresso l’auspicio di arrivare alla sottoscrizione delle intese «prima del 21 settembre, per dare una voglia in più di venire a Pontida. Perché è giusto portare anche qualcosa per tutti i nostri». La Lega spinge e Forza Italia, che invece al Sud ha un cospicuo bacino elettorale, frena. Con tre grandi regioni del Mezzogiorno al voto tra poche settimane, Campania, Puglia e Calabria, accelerare sulla Autonomia differenziata proprio ora significa servire su un piatto d’argento al centrosinistra un argomento di polemica che, piaccia o no, in questi territori fa presa. Non a caso, il Pd va all’attacco: «Da Palazzo Chigi», sottolinea il deputato dem Marco Saracino, responsabile coesione territoriale, Sud e aree interne nella segreteria nazionale, «continuano a spingere sull’autonomia differenziata, ignorando non solo le voci dell’opposizione, ma quelle di un’intera società italiana che ha già manifestato la propria contrarietà. Resta da capire cosa racconteranno i parlamentari della destra, nelle piazze della Campania, della Puglia, della Calabria, quando si troveranno a difendere una riforma che non unisce ma divide, che allarga i divari e penalizza il Mezzogiorno. Noi, come Partito democratico», aggiunge Sarracino, «e insieme alle forze di opposizione, ci batteremo per la coesione, per l’uguaglianza e per l’unità del Paese». Insomma, non c’è da aspettarsi chi sa quali novità sul tema nei prossimi giorni: Salvini e i suoi, comunque, a Pontida potranno rivendicare di aver ottenuto l’Autonomia differenziata e Forza Italia al Sud avrà una difficoltà in meno in campagna elettorale. A Fratelli d’Italia, e in particolare a Giorgia Meloni, il compito di mediare tra Salvini e Antonio Tajani: se ci è riuscita con Donald Trump e Ursula von der Leyen, non dovrebbe avere particolari difficoltà.
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
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L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.