
Gli investigatori di Nuova Delhi chiedono l'estradizione degli assolti Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini. A Milano si attendono le motivazioni dell'appello. A ottobre l'Aja affronta il caso dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.C'è un caso diplomatico pronto a riesplodere tra Italia e India. E riguarda sempre il vecchio processo sulle presunte tangenti di Agusta Westland, ora ramo elicotteri di Leonardo, un tempo Finmeccanica. La megainchiesta che nel febbraio del 2013 portò in carcere l'ex amministratore delegato Giuseppe Orsi è in una fase di stallo in Italia, ma sta creando diversi grattacapi tra Roma e Nuova Delhi. Se a Milano la Corte d'Appello ha assolto a gennaio per insufficienza di prove sia Orsi sia l'ex ceo di Agusta Westland Bruno Spagnolini (si attendono le motivazioni della sentenza e nel caso il ricorso della Procura in Cassazione per il terzo grado di giudizio) a migliaia di chilometri di distanza il Central bureau of investigation (Cbi) indiano (una specie di Fbi) continua a macinare indagini per la magistratura e ha chiesto l'estradizione degli ex vertici della nostra azienda della Difesa, come quella dei tre intermediari delle presunte tangenti, ovvero Carlo Gerosa, Christian Michel e Guido Haschke. A essere interessati della questione sono ben tre Paesi diversi, l'Italia, per Orsi, Spagnolini e Gerosa, la Svizzera per Haschke e gli Emirati Arabi per Michel. L'inchiesta è incentrata sull'ormai nota commessa da 550 milioni di euro per dodici elicotteri Agusta, dove sarebbe stata pagata una tangente da 50, spartita anche con alcuni generali indiani, tra cui Sashi Tyagi, ex capo di Stato maggiore dell'aeronautica. A quanto pare il Cbi avrebbe trovato trovato nelle email del generale nuove prove valide per il processo. Ma serve di più. E proprio gli investigatori hanno spiegato che l'unico modo per chiudere il processo è quello di ascoltare dal vivo gli indagati, sperando in una confessione. Gli avvocati hanno già presentato ricorso. Per di più c'è chi fa notare che a breve il tribunale dell'Aja dovrà esprimersi sulla vicenda dei marò, i due fucilieri della Marina italiana Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ora tornati in Italia ma ancora richiesti in India per essere processati dopo la sparatoria del 15 febbraio del 2012 dove persero la vita due pescatori al largo del Kerala. La prima udienza è fissata per il 22 ottobre, ma solo nel 2019 si saprà quale giurisdizione è competente per giudicarli. In tutto questo non potevano mancare le polemiche su Finmeccanica, vicende che rischiano di deteriorare ancora di più i rapporti tra i due paesi. Le pressioni per l'estradizione sono altissime e a sbrigliare la situazione dovrà essere il nuovo governo di Giuseppe Conte, in particolare il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. A quanto pare una prima richiesta è stata rispedita al mittente: la scorsa settimana la Farnesina ha respinto la richiesta di estradizione di Gerosa anche perché non esistono trattati tra il nostro Paese e l'India. Non solo. Gerosa ha anche doppio passaporto, sia italiano sia svizzero, tanto che già a ottobre dello scorso anno quando fu arrestato a Lipari, l'India non riuscì a trattenerlo nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto: il giudice nel rilasciarlo scrisse che le prove per restare in carcere erano troppo poche. Tutto a posto quindi? Nient'affatto. Il Cbi è convinto invece che ci sia la possibilità di estradizione. I canali diplomatici sono aperti. Si tratta. Per di più non va dimenticato che il 1° gennaio del 2014 l'India rescisse il contratto di fornitura di elicotteri, creando un danno non indifferente a Finmeccanica. Gli investigatori indiani ne sono certi. Tyagi avrebbe ricevuto tangenti da intermediari tramite società di consulenza all'estero, tra Dubai, Mauritius e Tunisia, per aver modificato le specifiche del contratto - riducendo il massimale di volo operativo da 6.000 metri, come inizialmente proposto, a 4.500 metri e abbassando l'altezza della cabina a 1,8 metri - in modo da favorire nella gara Agusta Westland e danneggiando così gli altri competitor, tra cui Sikorsky. Negli ultimi giorni in India è stata coinvolta nelle indagini anche una delle aziende più importanti di esportazioni di riso basmati, dove uno degli indagati indiani, Gautam Khaitan, ha lavorato dal 2007 al 2013. Si tratta della Basmati Krbl, che ha visto crollare il suo titolo in borsa di 20 punti ed è stata costretta a diramare un comunicato. «Non abbiamo nulla a che fare con la truffa degli elicotteri di Agusta Westland». Ma l'India vuole vederci chiaro. E il caso continua a espandersi a macchia d'olio.
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
La capitale in versione insolita: in giro dal ghetto ebraico a Villa Borghese, tra tramonti, osterie e nuovi indirizzi.
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.
L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






