2023-05-04
«Spreco di soldi pubblici nella cooperativa rossa». Indagato deputato del Pd
Mauro Laus (Imagoeconomica)
Inchiesta a Torino sulla gestione dei finanziamenti alla multiutility Rear. L’ex renziano Mauro Laus accusato di malversazione. Nel mirino altri big dem.Roma, salta la manomissione della conferenza servizi. La tangente restituita all’imprenditore.Lo speciale contiene due articoli.Non sarà il famoso «sistema Torino» contro il quale lottava (prima di farne parte) l’ex sindaca Chiara Appendino, ma certo che l’inchiesta penale sulla gestione della cooperativa Rear rischia di scatenare un terremoto nel Pd torinese. L’indagine è appena iniziata, ma ieri si è saputo che c’è già almeno un indagato e si tratta del parlamentare piemontese Mauro Laus, ex renziano ora vicino all’area di Lorenzo Guerini e Stefano Bonaccini. Laus è uno storico socio di questa multiservizi, che ha clienti come la Regione Piemonte, il Comune di Torino, il Museo Egizio, l’Università e il Teatro Stabile, l’Auditorium di Roma. E hanno avuto incarichi in Rear anche Maria Grazia Grippo, oggi presidente del Consiglio comunale, e Mimmo Carretta, assessore ai Grandi eventi. Sempre in quota Pd.Che qualcosa bollisse in pentola si era capito due settimane fa, quando la Guardia di finanza si era presentata in alcuni siti che avevano affidato la propria sicurezza alla Rear, come il museo del castello di Bard, in Valle d’Aosta, e la Regione Piemonte. Erano stati portati via documenti contabili e una serie di contratti, ma anche se si era parlato di un controllo di routine era scattato l’allarme in tutto il Pd torinese. Con Laus che aveva ostentato sui social una certa serenità, di fronte alle prime voci. Adesso l’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dal sostituto Alessandro Aghemo ha il primo reato contestato, la malversazione, e il primo indagato, proprio Laus. L’ipotesi investigativa, al momento, riguarda la gestione di Rear dal 2018 in poi, il corretto utilizzo dei finanziamenti pubblici ricevuti e un presunto giro di denaro pubblico dai contorni ancora poco chiari. Rear è un asso pigliatutto non solo a Torino e dintorni. Nata nel 1984, la cooperativa che si occupa di vigilanza, sicurezza, antincendio e accoglienza del pubblico, lo scorso anno ha fatturato circa 30 milioni di euro con 1.500 lavoratori. Dal sito ufficiale della società risulta che, oltre a quelli già citati, ha avuto clienti illustri come il ministero per le Attività culturali, la prefettura di Torino, Palazzo Vecchio di Firenze, La Reggia della Venaria, la Gtt (i trasporti pubblici torinesi), Rai, Enel, Tim, le università di Bologna e Venezia, la Juventus. Nella crescita della cooperativa, in passato al centro di varie polemiche per gli stipendi bassi, ha avuto un grande ruolo Laus, 57 anni, di origini lucane e storico socio-lavoratore che nel 2021 ha dichiarato redditi da lavoro dipendente per 269.000 euro. Nel 2018 è diventato senatore e lo scorso anno è stato eletto alla Camera, dopo che da 2014 al 2018 era stato presidente del Consiglio regionale del Piemonte. Dieci giorni fa, quando erano uscite le prime indiscrezioni, aveva scritto su Facebook: «Sarebbe grave se quanto si scrive fosse vero. Ma se ci sono dei dubbi li dissiperemo». Nel frattempo una serie di collaboratori e soci della Rear sono stati ascoltati come persone informate dei fatti, tra cui la responsabile del personale, alcuni dirigenti e il fiscalista. Ma Rear, a Torino, non vuole dire soltanto Laus. Secondo la Stampa il «faro» degli inquirenti si sta allargando anche ad altri due esponenti del Pd. Si tratta di Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio comunale, e di Mimmo Carretta, assessore ai Grandi eventi nella giunta guidata da Stefano Lo Russo. La prima si è occupata della comunicazione e delle relazioni con i media della Rear dal maggio 2018 al dicembre del 2021, prima di raccogliere 1.200 preferenze alle ultime comunali. Il secondo è un dipendente della Rear in aspettativa. Insomma, se la Procura di Torino si dedicherà agli appalti ottenuti dalla Rear in questi anni avrà solo da sbizzarrirsi, visto il clamoroso intreccio tra la cooperativa, i suoi esponenti, il Pd e la lista dei clienti in ambito pubblico. Sicuramente, al di là di eventuali aspetti penali, Rear rappresenta da anni non solo un trampolino di lancio per la politica, ma un pilastro del sistema di potere dell’intero ex partitone rosso sotto la Mole. A Torino l’inchiesta suscita al momento più di un imbarazzo, ma ieri è uscito allo scoperto il Movimento 5 Stelle, che in passato aveva solidarizzato con i lavoratori della Rear, impegnati in una serie di tormentate vertenze con la cooperativa. Per Andrea Russi, capogruppo M5s in Comune, «da un punto di vista meramente politico, abbiamo sempre detto che aver affidato la delega ai Grandi eventi a Mimmo Carretta, già collaboratore e socio della cooperativa Rear, sia stato quantomeno inopportuno. Perché la Rear fornisce i propri servizi a innumerevoli enti ed associazioni, incluse quelle che, appunto, organizzano eventi e gestiscono gli arrivi».Ancora più imbarazzante è il clima nel Pd piemontese e il motivo è semplice. Quello di Laus era uno dei nomi forti per la candidatura alla guida della Regione Piemonte, oggi guidata dal centrodestra con Alberto Cirio, anche se l’ex renziano si era buttato su Bonaccini. L’inchiesta Rear potrebbe facilitare una scelta alternativa, ed esterna al partito, come quella del chimico Guido Saracco, 58 anni, rettore del Politecnico di Torino e da tempo «riserva» di pregio del centrosinistra torinese.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/torino-coop-inchiesta-laus-2659951308.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="mazzetta-soddisfatti-o-rimborsati-dodici-arresti-terremoto-a-roma" data-post-id="2659951308" data-published-at="1683195137" data-use-pagination="False"> «Mazzetta soddisfatti o rimborsati». Dodici arresti, terremoto a Roma Tangenti garantite dalla formula «soddisfatti o rimborsati». Succedeva anche questo negli uffici tecnici dei Municipi di una Roma sempre più in balia di se stessa, stando a quanto emerso da un’indagine per corruzione della Procura della Capitale che ha portato ieri all’arresto di dodici persone, con due funzionari del Municipio X (quello di Ostia) finiti in carcere e gli altri indagati ai domiciliari. Secondo quanto si legge nell’ordinanza del gip Maria Gaspari, durante le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Paolo lelo, sono emersi nove episodi di corruzione a carico dei due funzionari pubblici e di «soggetti privati interessati alle varie pratiche edilizie in qualità di titolari degli immobili o di architetti/ingegneri progettisti». L’episodio corruttivo più importante vede coinvolto Fabio Balini, titolare di uno dei più noti stabilimenti balneari di Ostia, lo Shilling. Quello dei Balini è un nome già noto alle cronache giudiziarie riguardanti il litorale romano. Il fratello di Fabio, Claudio Balini è stato arrestato due volte, la prima nel 2015 per aver picchiato un bagnino, mentre nel 2021 è stato arrestato per resistenza e minacce nei confronti di personale della polizia locale. Il più noto dei Balini è il cugino dei due, Mauro, patron del porto turistico di Ostia, colpito nell’estate di due anni fa da un provvedimento di sequestro di un patrimonio stimato in oltre 460 milioni di euro. Di lui il gip dell’indagine sui clan di Ostia, Simonetta D’Alessandro aveva evidenziato l’essere «in interessenze inquietanti con ambienti malavitosi». Ed è proprio a Fabio Balini che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due funzionari finiti in carcere avrebbero garantito la formula in voga nelle televendite di pentole e materassi. In una intercettazione ambientale captata dagli investigatori, si sente infatti uno uno dei due funzionari finiti in carcere Antonio Loddo dire al suo interlocutore: «Tu lo vuoi sapè nu fatto.. io non t’aggio detto niente. È stato venerdì che aggio into addo Balini. Balini sai che m’ha fatto? ha detto Antò io te li do... poi me li ridai. Te do cinquemila euro... me li tengo lì... se non va bene me li ridai se va bene te li tieni! Agg ritt va be Balì.. l’aggio presi e li tengo da parte […]. Però a questo punto, aggia ritt, […] mo li tengo io se la cosa non vene io vado da Balini e glieli riporto». Loddo e il suo collega e presunto sodale Salvatore Saraceno si sarebbero adoperati per ritardare una conferenza di servizi relativi all’accertamento della «conformità sulla realizzazione (su suolo demaniale) di pergo-tende chiuse a volumi, con formazione di ambiente adibito a somministrazione di alimenti e bevande, presso lo stabilimento balneare Shilling». Una procedura promossa dal progettista Saverio Colivicchi (anche lui ai domiciliari) per superare «il parere non favorevole dell’Ufficio del demanio marittimo». Il prezzo della corruzione dei due funzionari sarebbe stato versato in due tranche, una di 3.000 euro consegnata dal progettista e la seconda di 5.000, recapitata agli indagati dallo stesso imprenditore e poi restituita a causa dell’esito «comunque negativo per il Balini della conferenza di servizi […] in attesa di un epilogo positivo della vicenda in futuro». Nonostante la restituzione della mazzetta pare che ai due funzionari i contanti non mancassero. Durante le perquisizioni nelle loro abitazioni svolte ieri mattina gli uomini della polizia locale hanno infatti sequestrato circa 65.000 euro. Stando alle intercettazioni ambientali i due arrestati potrebbero però avere accettato anche pagamenti «in natura». Il 20 dicembre 2022 infatti, un costruttore edile del litorale, Domenico Liberti, interessato ad ottenere «un cambio di destinazione d’uso di ambienti di una palazzina in via di realizzazione» avrebbe consegnato a Loddo un insaccato: «No guarda che questo è un fiocco di prosciutto ... ma è un pezzettino solo eh! ... capito?». Per gli inquirenti però si sarebbe trattato di una consegna di denaro camuffata.
(Totaleu)
«Strumentalizzazione da parte dei giornali». Lo ha dichiarato l'europarlamentare del Carroccio durante un'intervista a margine della sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo.