2025-10-23
«Niente soldati in Ucraina, basta ideologia green. In Ue resti il diritto di veto»
Meloni in Aula in vista del Consiglio europeo: «Sì alla Palestina, senza più Hamas. Il passaggio alle rinnovabili sia equilibrato. Da noi nessuno sconto a big tech».Le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo di oggi, hanno preso il via a Palazzo Madama poco dopo le 9.30. Il primo applauso, il premier lo incassa dopo pochi minuti, quando spiega che in un «frangente internazionale complesso» l’Italia si presenta al Consiglio europeo «al compimento del terzo anno di governo, forte di un ritrovato protagonismo internazionale e di indicatori economici forti e solidi. L’Italia sta dove merita di stare, cioè in serie A: tutto questo consente all’Italia di presentarsi con autorevolezza al tavolo del Consiglio europeo». Tre anni di governo festeggiati appena dopo aver raggiunto il traguardo di terzo governo più longevo della storia della Repubblica, secondo solo ai due governi Berlusconi.Nel suo discorso e poi nelle repliche, Meloni ovviamente dà tanto spazio all’Europa. «Non sono favorevole ad allargare il voto a maggioranza all’interno delle istituzioni europee. Perché certo varrebbe per l’Ucraina e sarebbe utile per l’Ucraina, ma varrebbe anche per molti altri temi. E su molti altri temi, le posizioni della maggioranza potrebbero essere abbastanza distanti dalle nostre e dai nostri interessi nazionali», chiarisce dopo che il tema era stato sollevato nelle ultime settimane da più parti. Anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il timore del premier è che per un fine giusto si possa instaurare un meccanismo pericoloso, dal quale poi sarebbe difficile tornare indietro. «La mia priorità rimane difendere gli interessi nazionali italiani, quindi non intendo formulare la proposta di una revisione dei trattati nel senso di allargare il voto a maggioranza in luogo dell’unanimità». Meloni sul clima ribadisce l’esigenza di essere credibili, senza porsi obiettivi «inverosimili o dannosi». «Vogliamo abbandonare l’approccio ideologico del Green deal, per cui l’Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione europea di revisione della legge clima europea com’è formulata». Perché «le rinnovabili devono essere integrate in un sistema equilibrato». Un’eventuale modifica della norma europea che preveda un nuovo obiettivo intermedio al 2040 dovrà essere accompagnata da «condizioni abilitanti: strumenti che consentano di raggiungere gli obiettivi senza compromettere l’economia europea», spiega il premier, che poi definisce «follie verdi» le politiche Ue portate avanti fin qui e ribadisce la necessità di imporre la «neutralità tecnologica» come condizione imprescindibile. Tutti argomenti già presi in considerazione dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella lettera sulla competitività inviata ai leader europei, in cui rivede in parte le posizioni del suo primo mandato. «Applicare questo principio significherebbe garantire la sopravvivenza del motore endotermico», spiega Meloni . Significa «salvare la filiera dell’automotive e del gas». Spazio anche al tema delle risorse, di cui «discuteremo con la presidente della Banca centrale europea». Sul tema della casa green, più avanti, nelle repliche, il presidente del Consiglio spiega: «Ne parleremo, ci stiamo lavorando. È un tema quindi che arriverà in Parlamento. A livello europeo l’Italia ha già inciso, perché la proposta di inserire la casa nelle cinque priorità della revisione della Coesione porta il nome di Raffaele Fitto». Sul tavolo del Consiglio Ue anche le guerre. Su Gaza il premier chiarisce: «Il recente accordo sul piano in 20 punti presentato dal presidente Trump sulla crisi mediorientale ha rappresentato uno sviluppo estremamente positivo e concreto», ma «la violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra ancora una volta chi sia il principale nemico dei palestinesi». Meloni però non condivide «la conseguente rappresaglia israeliana». Per raggiungere l’autodeterminazione del popolo palestinese, «Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale», perché «abbiamo avuto, anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili. Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina». Il presidente del Consiglio poi rivendica il ruolo primario che l’Italia ha avuto nella consegna di aiuti umanitari nella striscia di Gaza. «L’Italia continua a svolgere un lavoro intenso, che la pone al primo posto tra le nazioni occidentali ed è ovviamente pronta a incrementare i suoi sforzi». Anche incrementando il contingente di carabinieri sul terreno. Sulla guerra in Ucraina, Meloni ribadisce la vicinanza al popolo ucraino. Conferma che «la nostra posizione non cambia, e non può cambiare», ma «l’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino». Poi evidenzia anche che quando i convogli umanitari sono stati bombardati dai droni russi «per ragioni a me oscure, la cosa non ha destato lo stesso moto di indignazione che abbiamo visto per altri scenari»; il riferimento è ai moti di piazza per Gaza. Il premier ricorda poi che il sostegno all’Ucraina passa inevitabilmente per l’aiuto degli Stati Uniti, «che, come ho sempre detto, devono essere parte integrante di questi sforzi per definire garanzie di sicurezza robuste, credibili, efficaci nella loro chiaramente capacità di deterrenza, per Kiev e per tutti noi».Su Donald Trump, più tardi, collegandosi a una replica sul fisco, aggiunge: «Non ho fornito alcuna garanzia alla Casa Bianca, in particolare sulle big tech. Ricordo che questa nazione è una delle nazioni europee che hanno una tassa sulle grandi aziende del Web e non mi pare che ci siamo impegnati in senso diverso».
La Guerra in Ucraina, il disarmo di Hamas e le persone che scompaiono durante i conflitti.