2018-07-20
Toh, Confindustria ha l’ansia di assumere però non lo fa: «Colpa del governo»
Per l'associazione imprenditoriale l'azione dell'esecutivo rende asfittico il mercato del lavoro. Le cose non stanno proprio così.Ora sembra che i big di Confindustria non vedano l'ora di assumere. E pure a tempo indeterminato. Fa quasi piacere, no? Purtroppo c'è il decreto dignità che lo impedisce, che aumenta i disoccupati, che fa rimanere a casa le persone. Se no, non vi immaginate nemmeno quante assunzioni farebbero le grandi imprese. A patto di trovare lavoratori, naturalmente. Perché purtroppo, signora mia, lei lo sa: i giovani d'oggi non hanno voglia di fare nulla. Ma proprio nulla. Dunque ci mettiamo un sacco a convincerli a lavorare, questi fannulloni. E quando finalmente ci siamo riusciti, signora mia, che disastro:veniamo bloccati sul più bello da questo governo barbaro e feroce che ci impedisce di concludere l'opera.È così la storia che vi raccontano i grandi giornali e le trasmissioni finalmente pettinate della tv, vero? Ed è una bella storia. Una favoletta perfetta. Bellissima. Fa quasi sorridere nella sua tenerezza. Davvero vogliamo far credere all'Italia che ci sono 3 milioni di disoccupati perché non hanno voglia di far nulla? Oddio: qualche svogliato ci sarà, c'è sempre stato. Ma io non ho mai visto, come oggi, giovani e meno giovani prestarsi a qualsiasi lavoro. Con paghe da fame. Senza diritti. Senza tutela. E sotto il costante ricatto: se non lo fai tu, a queste condizioni, c'è un immigrato che lo fa al posto tuo. Tra un po' arriveremo al paradosso, e forse ci siamo già arrivati, che i giovani pagheranno per lavorare. Mentre il solito editorialista di turno, con il culo al caldo, continuerà ad accusarli di essere fancazzisti. Dicono: ma il lavoro nero si è sempre fatto. Sicuro. L'abbiamo fatto tutti. Ma lo facevamo per un periodo limitato, a tempo, sapendo che era il passaggio obbligatorio, quasi un rito d'iniziazione, per entrare nel fatato mondo delle garanzie totali. Adesso, invece, di garanzie totali non ce ne sono più. Ci sono donne italiane che muoiono raccogliendo pomodori nei campi per due euro l'ora. Ci sono ragazze che lavorano nei call center a 0,25 euro all'ora. Ci sono giovani che si schiantano in bici senza assicurazioni per portare l'hamburger caldo nel salotto dove magari si sta commentando, davanti alla tv, che i giovani non hanno voglia di lavorare. E questo stato d'incertezza permanente viene protratto all'infinito. Non finisce mai. Lo sappiamo benissimo: tutti conosciamo «ragazzi» di quarant'anni che ancora vanno avanti a contratti di sei mesi in sei mesi, sotto continuo ricatto, sotto continuo scacco, senza poter progettare una vita, un matrimonio, una convivenza, un mutuo in banca, costretti a mendicare garanzie e sicurezza dai loro genitori. A quarant'anni, dico. Non a ventidue. E, dunque, mi fa ridere tutta questa ansia degli imprenditori per le assunzioni. Sono preoccupati di perdere i preziosi giovani dei contratti a tempo determinato, se i contratti non si possono rinnovare? Li assumano a tempo indeterminato. Dopo 24 mesi non sono ancora in grado di capire se sono validi o incapaci? Efficienti o pigri? Se quella collaborazione è essenziale oppure no? A me fa ridere tutta questa improvvisa vocazione di Confindustria per le assunzioni perché, mi sbaglierò, ma avevo l'impressione che da anni, ormai, in tutti gli uffici del personale la parola assunzioni fosse vista come la peste bubbonica, una mina da evitare, un pericolo da dribblare sapientemente. Ci hanno spiegato, per un decennio, in tutte le salse che occorreva ridurre, tagliare, eliminare, che il costo del lavoro era eccessivo, abbiamo parlato soltanto di esuberi, inserimento di tecnologie, sostituzione di impiegati con i robot (ah che bello il progresso, che bello evitare le rotture di scatole, lo sapete che i robot non protestano e dicono sempre sì?). Ogni volta che un'azienda riduceva il numero dei dipendenti, le azioni in Borsa s'impennavano. Ricordate? Che bello, l'azienda sta riducendo il numero degli occupati, Piazza Affari festeggia. Il Dow Jones sale. Wall Street esulta. Adesso hanno a cuore le assunzioni? Di nuovo? Davvero? Ne siamo lieti. Ma lo spieghino prima ai loro amici che regnano sui mercati. E le mettano in pratica, appena la polemica con il governo sarà finita.
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Ernesto Maria Ruffini (Ansa)