Anche ai tempi del blitz, poi fallito, dell’ex premier sulla liberalizzazione dei taxi e l’apertura al noleggio con conducente in stile Uber. «Dalle prime informazioni disponibili sembra si tratti di un accordo positivo, nel rispetto delle regole» ha raccontato a Verità & Affari Andrea Mascaretti, consigliere comunale a Milano per Fratelli d’Italia, particolarmente attento alle tematiche del trasporto. «Se funziona, spero venga ampliato risolvendo un nodo di cui si discute da tempo per un servizio, quello dei taxi, che è stato in prima linea anche durante la pandemia».
L'INTESA
Ma di che cosa si tratta esattamente? Secondo le prime indiscrezioni, Uber ha siglato un’intesa con le tre app iT Taxi, App Taxi e In Taxi. L’accordo prevede che Uber si trasformi in intermediario trasferendo i suoi sei milioni di clienti alle app dove poi il cliente potrà scegliere il tipo di servizio: noleggio con conducente oppure taxi tradizionale sulla base delle esigenze e del prezzo. In pratica, Uber avrà una percentuale sull’intermediazione attorno al 6%, ma non sarà più in diretta concorrenza con i tassisti con vetture proprie.
«La percentuale per l’intermediazione è peraltro molto bassa se confrontata con il settore alberghiero dove si parla di un 30-35%» fanno notare fonti vicine alla trattativa. Per Uber poi l’intesa comprime in maniera decisa tutti i costi di negoziazione territoriali con le cooperative italiane impegnate nel servizio taxi (circa 200) riportando il tutto nell’alveo di un accordo quadro. Non a caso fonti che hanno partecipato alla negoziazione hanno sottolineato che si tratta di una soluzione win-win.
Perchè se Uber può lucrare sull’intermediazione, i tassisti possono contare su una platea più ampia di potenziali clienti. E il governo di Draghi si ritrova con una rogna in meno nel dl concorrenza. Di cui però dovrà ringraziare un fedelissimo di Renzi.
PROGETTO PILOTA
L’Italia è peraltro il primo Paese del Vecchio continente in cui viene sperimentata questo tipo di intesa già rodata negli Stati Uniti. L’accordo sarà peraltro sin da subito operativo su tutto il territorio nazionale per un totale di circa 120 città. In prima linea naturalmente Roma (con la Cooperativa radiotaxi 3570) e Milano, dove It taxi è legata allo 02-6969. Ma c’è da scommettere che ben presto l’accordo si allargherà a macchia d’olio a tutti i 40mila tassisti italiani che faranno da apripista per i 150mila colleghi europei.
«Questa operazione consente a Uber di sfilarsi da una battaglia con i tassisti - suggerisce una fonte sindacale - Crea meno problemi al governo e dimostra come ci si può accordare nell’interesse comune senza che l’intervento della politica». Già perché finora si è parlato sostanzialmente di liberalizzazioni e indennizzi per le licenze dei taxi. Non di un’intesa che salvasse capri e cavoli. Che una soluzione analoga si possa trovare anche per i balneari? C’è da scommettere che Mario Draghi ci metterebbe la firma.