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Milei, rivoluzione a metà. Ha abbattuto l’inflazione ma i disoccupati aumentano
Javier Milei (Ansa)
Lo scorso ottobre il presidente ha ottenuto i voti delle periferie più povere. Ora vuole trasformare l’Argentina in una potenza mineraria. Però i consumi interni languono.

Javier Milei, il presidente argentino che sguaina la motosega per disboscare la foresta della spesa pubblica, potrebbe assomigliare ad una di quelle figure tra il leggendario e il picaresco descritte così amabilmente da Osvaldo Soriano nei suoi racconti. Per molti, in Italia, il Sudamerica resta una terra sospesa tra sogno e realtà, tra Garcia Marquez e Isabel Allende, tra Borges e Amado. Milei però non compare dalle nebbie della fantasia, ma è l’espressione più clamorosa della stanchezza popolare verso un modello fallito. L’Argentina, nazione tanto legata all’Italia, è diventata il laboratorio liberale dove si combatte la battaglia contro l’idea stessa di Stato. È una lotta ideologica, certo, non disgiunta però dalla lotta politica contingente, mirata, questa, alla sottrazione ai peronisti delle posizioni conquistate in decenni di gestione del potere.

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  • Governato dalla sinistra del presidente Orsi, il Paese è cresciuto soprattutto nel settore dei servizi. Ma nella gestione dei difficili rapporti internazionali è ondivago, stretto tra Maduro e Cuba da una parte e Washington e Buenos Aires dall'altra.
  • Un pezzo di Liguria si trova sulla costa uruguaiana dalla fine dell'Ottocento. Piriàpolis, fondata dall'italo-uruguaiano Francesco Piria, fu costruita sul modello di Diano Marina.

Lo speciale contiene due articoli e una gallery fotografica.

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Denatalità e ideologie affondano l’Occidente. Gli Usa l’hanno capito, adesso tocca a noi
iStock
Abbiamo del tutto dimenticato i nostri valori fondanti e cristiani. L’economia è stata usata per imporre scelte. Ora serve reagire.
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Orbán, Trump e Milei complicano l’Ursula bis
Viktor Orbàn (Ansa)
Domani il premier ungherese incontrerà come presidente di turno del Consiglio Ue la Meloni. Sul tavolo il difficile ingresso nell’Ecr o l’eventuale appoggio esterno. A turbare Von der Leyen c’è anche la scalata del tycoon. Mentre il leader argentino divide Ppe e Pse.
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Milei porta il suo «verbo» in Italia. «Il comunismo è malattia mentale»
Javier Milei e Giorgia Meloni (Getty Images)
Il presidente argentino vede il Papa, la Meloni e Mattarella. Poi tuona: «Quando il socialismo è stato applicato bene, ha assassinato milioni di persone. Sono un libertario: lo Stato è la più grande organizzazione criminale».
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