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Denatalità, la ricetta di Re Sergio: «Migranti, migranti, migranti»
Sergio Mattarella (Ansa)

Gli extracomunitari primeggiano nei reati, però Mattarella a un evento sulle nascite chiede che si parli dell’apporto «prezioso degli immigrati, che col loro lavoro contribuiscono al benessere della società».

Sergio Mattarella ha scoperto che gli italiani sono a rischio estinzione. «I giovani sono pochi come mai prima», ha detto intervenendo agli Stati generali della natalità. Vero, tant’è che il governo ha varato un bonus da 1.000 euro per ogni bebè messo al mondo: peccato che i neonati abbiano questo vizio di vedere la luce solo dopo nove mesi e per metterli in cantiere a volte ne servano anche di più. Ma il tema dei figli non si esaurisce soltanto con l’una tantum. Serve un lavoro, occorre una casa a prezzi popolari, sono necessari i servizi, cioè asili nido, scuole materne, pediatri, eccetera.

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Con Giancarlo Blangiardo, ex presidente Istat e tra i massimi esperti in Italia, parliamo di denatalità. E cerchiamo di scoprirne le cause profonde. Sfatando qualche pregiudizio.

L’Osce: «Denatalità, l’immigrazione non è la soluzione»
iStock
L’ente intergovernativo smentisce la bufala: «Gli stranieri non risolvono il problema e minano la coesione sociale».
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«Con meno figli il nostro mondo si degrada»
Eugenia Roccella, ministro per le Pari opportunità e la famiglia (Getty Images)
Il ministro per la Famiglia contesta il progetto della Toscana sul fine vita: «Iniziative territoriali controproducenti». Poi insiste sulle politiche di contrasto alla denatalità: «Credere che debbano essere gli immigrati a salvarci è da mentalità neocolonialista».
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