
Il presidente argentino vede il Papa, la Meloni e Mattarella. Poi tuona: «Quando il socialismo è stato applicato bene, ha assassinato milioni di persone. Sono un libertario: lo Stato è la più grande organizzazione criminale».Prima l’incontro con il Papa poi con il presidente Sergio Mattarella, con il premier Giorgia Meloni e infine una intervista esclusiva a Nicola Porro andata in onda ieri sera a Quarta Repubblica su Rete 4. Questi gli incontri del neopresidente argentino Javier Milei ieri in visita a Roma, accompagnato dalla sorella e consigliera Karina, dopo la tappa in Israele.Il colloquio privato tra il capo di Stato argentino e papa Francesco nella Sala della Biblioteca del Palazzo apostolico è durato un’ora: un tempo insolitamente lungo per le udienze papali, considerando anche che il dialogo avveniva senza la necessità di un interprete. Prima Milei aveva partecipato nella basilica vaticana, alla canonizzazione della prima santa argentina, María Antonia de San José de Paz y Figueroa conosciuta come «Mama Antula», una religiosa del Settecento che diffuse gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola proprio negli anni in cui la Compagnia di Gesù veniva espulsa dal Paese ed ora viene proclamata santa dal primo papa gesuita e argentino della storia. Nell’incontro «è stato espresso compiacimento per le buone relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Argentina e la volontà di rafforzarle ulteriormente». Il presidente e il Papa si sono poi soffermati sul programma del nuovo governo argentino «per contrastare la crisi economica» nel Paese e «alcuni temi di carattere internazionale, in particolare i conflitti in atto e l’impegno per la pace tra le nazioni». Al termine, Bergoglio ha offerto a Milei un medaglione in bronzo ispirato al Baldacchino di San Pietro oltre a volumi e documenti papali mentre il presidente ha offerto i famosi «alfajores» (tipici dolcetti argentini farciti con dulce de leche) e biscotti al limone oltre ad altri regali. Il Quirinale invece ha fatto sapere con una nota che nell’incontro «informale» e descritto come «di conoscenza» tra Sergio Mattarella e il suo omologo argentino, alla presenza del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, i due hanno ribadito i legami tra la comunità italiana e quella argentina, parlando anche del rapporto Ue-Mercosur. Quindi Milei si è recato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con cui è rimasto per poco più di un’ora. Partendo da un «profondo legame storico e culturale» tra i due Paesi, scrive su X il premier, si è discusso di come sviluppare «nuovi partenariati in settori chiave per le nostre economie come l’energia, le infrastrutture e l’agroalimentare». Come in via della Conciliazione dove addirittura era sceso dall’auto per fare alcuni selfie, anche di fronte piazza Colonna, al passaggio del corteo di auto della delegazione presidenziale, Milei è stato acclamato da un gruppetto di suoi sostenitori e connazionali.Dopo essersi definito «per il 75% assolutamente italiano perché i due genitori di mio padre erano italiani di fatto e da parte di mia mamma la mamma era di origine italiana», nell’intervista con Porro su Rete 4, il presidente argentino ha usato parole durissime contro l’ideologia del comunismo. «Originariamente pensavo che il comunismo fosse un problema mentale. Perché il socialismo puro è stato sconfitto dalla teoria economica. Ho pensato prima che fosse un problema di indole, di carattere mentale. Ma, poi, mi sono reso conto che era qualcosa di molto peggio, che era una malattia dell’anima. Quando il socialismo è stato applicato bene, hanno assassinato più di 6 milioni di esseri umani». Ed ha aggiunto: «Vi sono molti socialisti che a lungo termine vogliono arrivare a questo. Sono comunisti vigliacchi. Ma, diciamolo in un altro modo. Guardi, una delle cose che abbiamo fatto, in questi 50 giorni, è stata di avviare e mettere in moto delle riforme strutturali. Di queste riforme, 350 sono state considerate urgenti e 650 sono state inserite in una legge, cioè la legge della libertà degli argentini di base. E questo è interessante, perché l’asse centrale di tutto ciò è che si riferisce a restituire il potere e la libertà agli argentini. E poi c’è un secondo punto, un altro punto: andare avanti verso strutture di mercato più competitive». Nel corso dell’intervista Milei ha anche spiegato il suo essere un «anarco-capitalista» e «primo liberale libertario a essere Presidente»: «Lo Stato è un nemico, di fatto lo Stato è un’associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d’accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato, ma di fatto come diceva Oppenheimer, il metodo da usare nel mercato è l’investimento, il commercio, e il metodo dello Stato è invece appunto il rubare e quindi lo Stato non è soltanto l’associazione criminale più grande del mondo ma inoltre è il ladrone stazionario più grande del mondo». Ed ha aggiunto: «Ma lo Stato ha il potere di arrestare le persone, i politici non si vedono impattati, non vedono i poteri in gioco. Ma in questo mi sono reso conto che l’unico modo che c’era di entrare nel sistema è dinamitare il sistema». Dopo aver chiarito di essere «cattolico ma pratico un po’ anche l’ebraismo», Milei ha sottolineato di aver capito «in questi ultimi tempi, tra le altre cose, che il Papa è la persona argentina più importante di tutta l’Argentina, è il leader dei cattolici nel mondo. Di conseguenza tutto ciò comporta una cosa molto molto importante: rappresenta un’istituzione molto importante soprattutto in un Paese come l’Argentina che ha tante radici cattoliche. Di conseguenza ho dovuto riconsiderare alcune posizioni e, a partire da quel momento, abbiamo iniziato a costruire un legame positivo».
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






